La Loggia di NEO-GEO

Sorbetto o ricordo?


Un sorbetto prego. Si al limone grazie! Di solito le mie emozioni vengono intrappolate in reti di pixel colorati, di solito appartenenti a grafiche 2D e datate. La follia rappresentata non è l’unica cosa che riattiva i miei ricordi. I pomeriggi spesi nella camera di un mio amico a giocare a Double Dragon sul suo Nintendo, mi passano nella memoria sotto forma di cieli giallognoli al tramonto. Non so che fine abbia fatto quel vecchio amico. Sentivo che spacciava qualche tempo fa. Forse è ancora dentro la prigione. Follia rappresentata dicevo. Follie di tutti i tipi, oggi sono la prassi. Dovunque ci voltiamo non facciamo altro che “guardare” follie, solo che a noi sembrano normali, solo perché è la normalità ad essere diventata folle. Oppure siamo noi ad essere diventati folli e guardiamo le cose folli come fossero normali e viceversa? Non so, la cultura di oggi, ci disorienta e ci inibisce. O forse non ci inibisce, solo che per esprimerci dobbiamo trovarci una valvola di sfogo da qualche parte. Una valvola fatta di pixel magari (valve). Oppure una valvola fatta di persone e amici da poter prendere (e farsi prendere) in giro scherzosamente. Le valvole sono un po’ dappertutto. Negli ultimi tempi io sto vivendo molto di valvole, forse perché il possibile stress della routine quotidiana mi opprimerebbe troppo. Senza valvole non so cosa farei. Dalla musica alle immagini in movimento (sia che le muova qualcun altro che sia io a muoverle) dalle le immagini fisse, alle parole scritte su una pagina cartacea/digitale di quello che volete voi. Sembra strano ma non è, serve a darti l’allegria, sia che lo mangiamo o che lo respiriamo… Il passato alle volte ci torna in dietro, come un possibile boomerang, e ci ricorda come stavamo bene con la nostra TV, i nostri cartoni, i nostri giocattoli, indubbiamente molto più belli di quelli che vendono adesso(i Master of the Universe da soli battono 10 a zero qualsiasi Winx o trottola che si vede in giro). Ci ricordiamo come stavamo bene, perché nessuno vuole ricordarsi come stava male (ed è anche giusto, nessuno vorrebbe ricordare la maestra che lo umilia davanti a tutta la classe il giorno del tema sul papa). I ricordi come Placebo. E dove li vediamo i ricordi? Negli enormi database della rete. Tutti i ricordi o quasi, rivivono in ammassi di pixel: dalle fotografie dei giocattoli, ai filmati dei vecchi spot tv, dalle canzoncine dei cartoni animati, ai personaggi della nostra infanzia immortalati per sempre giovani. Ah allora vedi che non sono l’unico a emozionarsi davanti ad un paio di pixel colorati di grafica 2D? Lo dicevo io che non ero folle ma ero normale! Oh forse era il contrario? P.S. Ringrazio e chiedo scusa a Dan Hero per avere preso in prestito il suo avatar. Perdonami Dan! Ti voglio bene!