La Loggia di NEO-GEO

L'amico di famiglia 1


E’ inevitabile che il cinema rifletta la realtà. Forti di una forte tradizione Neorealtista, i cineasti Italiani questo lo sanno bene. Anche quelli nuovi come Paolo Sorrentino. Dopo i suoi due magnifici film “L’uomo in più” e “Le Conseguenze dell’Amore”, ci riprova con “L’Amico di Famiglia”. Questo film ha lo stesso tono dei precedenti. Una forte presenza registica, molto sperimentale, con inquadrature astruse e costruite in modo artificioso e rocambolesco. Una sorta di “braocchismo” dell’inquadratura, che riempie di fronzoli e in molti casi disorienta molto lo spettatore. Solo che, mentre nelle conseguenze dell’amore, questo barocchismo si faceva sentire, ma era francamente poco invadente, qui ce lo ritroviamo anche dove non serve. A mio parere Sorrentino si è lasciato un po’ troppo prendere la mano ed ha un po’ “gigioneggiato” con la macchina da presa, ma alla fin fine è un peccato che gli si può perdonare, perché qui in Italia non si fa molto spesso, e il suo stile risulta tutto sommato piacevole. I temi sono sempre quelli, la vita che viene spesa male, personaggi che riflettono un certo tipo di Italia minata dalla miseria e che si aggrappa alle false speranze. Il piccolo usurario di periferia, che si spaccia per benefattore ma è chiuso nel suo mondo egoistico, meticoloso e possessivo che lo tiene rinchiuso come in una prigione, e quando prova ad uscirne ne rimane irrimediabilmente scottato. Anche qui l’amore è il motore che spinge il personaggio al cambiamento, affidato anche qui alla giovane donna di passaggio (una odiosa ). Da questo punto di vista “L’Amico i Famiglia” sembra quasi un remake de “Le Conseguenze dell’Amore”, con la differenza che il protagonista è un impiccione e arraffatore, un personaggio che difficilmente ispira tristezza oppure pietà, o che in qualche modo possa far identificare lo spettatore (ritengo che Titta di Girolamo fosse molto più riuscito). In effetti sono pochi i personaggi veramente amabili (forse l’amico country Bentivoglio oppure la madre, presenza eterea nella casa di Geremia).