La Loggia di NEO-GEO

Uno su due umani.


La storia di un personaggio umano. Personaggio, che in quanto umano, è simpatico, ha una vita normale, invidiabile, è bravo con il lavoro, con gli amici, con le donne, ma è umano anche perché sbaglia, si coinvolge nell’illegalità e poi si pente, perché ha problemi di coppia, perché si trova davanti alla morte, perché della morte ha paura e davanti a lei si sente solo. E’ un personaggi umano, semplice è uno di noi, e tutti noi, quello che ce la fa, quello che viene sconfitto che cade e si rialza, quello che si affida alla fortuna, quello che quando e su due non sa se sarà l’uno o l’altro. E’ un po’ come il vecchio Ninetto Davoli che fu, il quale da una camera di ospedale gli strizza l’occhio, lo guida e gli passa lo scettro, anzi il testimone della staffetta. Come a ricordarci che nel cinema non sono importanti i titoli di studio e le accademie, ma è importante essere semplici immediati, se stessi sempre e comunque. Siamo umani dicevo, ed è umano anche lui. Come umani siamo in lui quando è steso in un letto di ospedale, quando non sa se sopravviverà o no, quando parte alla ricerca della famiglia perduta di qualcun’altro che con lui non centra se non che è suo compagno nello soffrire. Non dobbiamo dire “poverino” come invece pensano i suoi amici, noi dobbiamo solo essere convinti che ce la farà, non dobbiamo guardarlo con pietismo ma dobbiamo essere con lui in ogni istante, pronti ad assisterlo e a condividere con lui il suo dolore. Dobbiamo portargli rispetto, come tutti si dovrebbero meritare in questo mondo. Come tutti noi vorremmo essere trattati quando stiamo male. Con rispetto. Rispetto del nostro dolore, rispetto della nostra situazione, rispetto per la nostra voglia di vivere. La vita si configura così. Su due solo uno ce la fa. Se Forrest sopravvive nella giungla vietnamita Bubba invece ci deve morire. Se noi siamo davanti alla morte, ci troviamo sempre soli, e questa è una delle più grandi ingiustizie.