Il canto dei popoli, miti, leggende, dei cori che si alzano tra la gente comune, quella di tutti i giorni, quella che tenta di vivere, quella che tenta di ricercare la sua felicità, la sua nicchia nel mondo. Il canto corale che dipinge una affresco. Un affresco del passato di qualche decennio fa che si riflette sull’oggi, su come siamo noi occidente, su come vorremmo essere. Un canto che ci racconta dei nostri sogni, delle nostre paure, delle nostre vite, delle nostre disgrazie, e ci ricorda che senza miti in cui credere possiamo anche sprofondare nell’oblio e nel conforto. La distruzione del mito non ha volto, è parte di noi, come il male che risiede in ogni animo. La violenza dalla quale non possiamo sfuggire. Un canto dei popoli, delle masse, il loro punto di vista è sempre il più importante, è quello che conta davvero dopo tutto. Il ricordo che un’intera nazione preserva di un individuo, è tutto racchiuso nei punti di vista di un popolo variegato. Un canto, un coro, voci e immagini che si incrociano si anelano, trovano una loro omogeneità anche se sono le più diverse possibili. L’obbiettivo che tentano di raggiungere è sempre quello, e se viene a mancare vengono a mancare pure loro. Questo è il nostro occidente, questo è cinema, questo è Bobby. Almeno dal punto di vista di un corista solitario come me.
Inviato da: Bébés heureux
il 01/08/2013 alle 14:49
Inviato da: jabawack85xp
il 09/08/2009 alle 13:55
Inviato da: NEO_GEO
il 10/08/2008 alle 11:39
Inviato da: Anonimo
il 26/06/2008 alle 19:20
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 11:00