homo sum

Da Angelo a Karol


In pochi rammentano la storia di Angelo...storia di un figlio della terra bergamasca... mandato (lui uomo di paese) in terre di fedi diverse (Bulgaria Turchia o di fedi irrigidite Francia)... fino al patriarcato veneto.Un giorno un uomo chiese a Angelo (al tempo Patriarca di Venezia) se fosse difficile il mestiere di diplomatico (fidando in un suo consiglio)Angelo rispose« Niente è difficile... basta avere una furberia... una sola! essere semplici ed onesti!la semplicità e l'onestà sconcertano gli altri (quelli che si credono furbi) e vincono sempre sulla distanza.Questa regola è valida soprattutto in diplomazia dove la tattica tradizionale è quella della sottile menzogna... dell'abilissimo intrigo. Parlare a cuore aperto li mette nel sacco»In una sua riflessione tratta dal giornale dell'anima Angelo osserva«bisogna riconoscere che la malizia è in noi»(...)«che diavoli! (...) i diavoli siamo noi... noi i responsabilinel caso di Davide diceva bene sant'Agostino "mulier longe, libido prope. Alibi erat quod videret, in eo unde caderet la conoscenza(...) deve essere motivo a compatire... a sollevare... ad incoraggiare altrui... ma non a scusare noi stessi» e aggiunge«Grande è la responsabilità circa il conservare la GraziaGrande è la responsabilità circa il conservare la Grazia, che è sempre lì ad infrenare la natura. Nella povera Natura si annidanole inclinazione perverse di ambizione... di alterigia... di gola... di impazienza... di invidia... di avarizia... di accidia... di impudicizia... (...) sono dentro di noi come un vasto serraglio di fiere (…) La grazia le rinserra e le tiene dome.»e come un motto«trattare tutti con rispetto... con prudenza... e semplicità evangelica.ed è interessante quanto spiega sul prudente che deve saper che dire e se tacerema anche cosa dice ancora... semplicità è amore e prudenza pensiero... la prima prega la seconda vigila.Convocò un concilio atteso fin dai tempi di Francesco.
 
 
Presente alla stesura della Gaudium et Spes Karol anni dopo dovrà farsene carico... con quel non abbiate paura... gioia e speranza.un papa deve soffrire...«deve essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa, perche' ogni famiglia e il mondo veda che c'e' un Vangelo, direi superiore: il Vangelo della sofferenza, in cui si deve preparare il futuro»
 
 
Si e' realizzato negli anni della malattia breve di Giovanni e lunghi di Giovanni Paolo... quel "Vangelo della sofferenza" di cui il Karol aveva parlato nella Lettera Apostolica (Salvifici doloris" del 1984) un vangelo scritto da «tutti coloro che soffrono insieme con Cristo, unendo le proprie sofferenze umane alla sua sofferenza salvifica.»Spero che sappiamo essere sereni sapendo che la sofferenza non è mai l'ultima parola!
  
e mi piace pensarli sorridenti e lieti