il fariseo e il pubblicanochi sono questi due? uno è un uomo bravo... della confessione farisiaca... uno che crede nella resurrezione... e che opera in modo da ottenerla... digiuna... ringrazia Dio per quello che ha e che fa... uno che definiremmo "indignato" dalla presenza nel tempio di un pubblicano... uno di quella gente che per vivere ruba alla collettività... uno che oggi sarebbe equiparabile ad un agente di equitalia come tipologia di lavoro ma che potremmo collocare in quelle categorie di persone che soliamo definire parassitarie.come pregano?il pubblicano si ferma in fondo al tempio... quasi a nascondersi... lo vedrà se vorrà solo quel Dio al quale si rivolge ma fa un gesto eloquente... si batte il petto. il fariseo per contro è in prima fila... possentemente ritto davanti quello stesso Dio... non teme di doversi confrontare con chi potrebbe distruggere le sue ricchezze in un battito di ciglia... si fa forte del suo operato. e si arriva alla domanda antica... più importante la fede o le opere? se la sono fatta paolini e giovannei... chi tirando l'importanza della prima sulla seconda chi viceversa ma qui sembra esserci la risposta!Non conta il perbenismo delle opere o la condizione di fallacità ma l'atteggiamento dell'animo!la parabola precedente parlava di insistenza (della vedova) nel chiedere ovvero della tenacia.qui si ripete il concetto.Riconoscersi bisognosi... bisognosi di affetto... di perdono... di accoglimento. sant'Agostino parla di occasione... profittiamo per ricordare che i mendicanti davanti alle chiese sono il segno della nostra condizione davanti a Dio il pubblicano infatti elemosina il perdono a mani vuote... il fariseo offre la decima... ha le mani colme di doni ma l'atteggiamento del cuore vuoto. il Fariseo ha il cuore già pieno ma di sé... il Pubbllicano lo porge a Dio perché lo sani!Alle volte noi per primi ci sentiamo come il fariseo a torto o a ragione brave persone a posto con Dio ma manchiamo di quella tenacia del chiedere e di quella umiltà nel ricevere.forse dobbiamo imparare ancora più da chi mendica le povere cose del nostro operato e a non sentirci sempre "a posto".Ricordando che la fede giustifica ma non determina e sono le opere che ci aiutano ad incamminarci verso la pienezza di quella fede.
le Romelie di Isry- Lc 18 9-14
il fariseo e il pubblicanochi sono questi due? uno è un uomo bravo... della confessione farisiaca... uno che crede nella resurrezione... e che opera in modo da ottenerla... digiuna... ringrazia Dio per quello che ha e che fa... uno che definiremmo "indignato" dalla presenza nel tempio di un pubblicano... uno di quella gente che per vivere ruba alla collettività... uno che oggi sarebbe equiparabile ad un agente di equitalia come tipologia di lavoro ma che potremmo collocare in quelle categorie di persone che soliamo definire parassitarie.come pregano?il pubblicano si ferma in fondo al tempio... quasi a nascondersi... lo vedrà se vorrà solo quel Dio al quale si rivolge ma fa un gesto eloquente... si batte il petto. il fariseo per contro è in prima fila... possentemente ritto davanti quello stesso Dio... non teme di doversi confrontare con chi potrebbe distruggere le sue ricchezze in un battito di ciglia... si fa forte del suo operato. e si arriva alla domanda antica... più importante la fede o le opere? se la sono fatta paolini e giovannei... chi tirando l'importanza della prima sulla seconda chi viceversa ma qui sembra esserci la risposta!Non conta il perbenismo delle opere o la condizione di fallacità ma l'atteggiamento dell'animo!la parabola precedente parlava di insistenza (della vedova) nel chiedere ovvero della tenacia.qui si ripete il concetto.Riconoscersi bisognosi... bisognosi di affetto... di perdono... di accoglimento. sant'Agostino parla di occasione... profittiamo per ricordare che i mendicanti davanti alle chiese sono il segno della nostra condizione davanti a Dio il pubblicano infatti elemosina il perdono a mani vuote... il fariseo offre la decima... ha le mani colme di doni ma l'atteggiamento del cuore vuoto. il Fariseo ha il cuore già pieno ma di sé... il Pubbllicano lo porge a Dio perché lo sani!Alle volte noi per primi ci sentiamo come il fariseo a torto o a ragione brave persone a posto con Dio ma manchiamo di quella tenacia del chiedere e di quella umiltà nel ricevere.forse dobbiamo imparare ancora più da chi mendica le povere cose del nostro operato e a non sentirci sempre "a posto".Ricordando che la fede giustifica ma non determina e sono le opere che ci aiutano ad incamminarci verso la pienezza di quella fede.