the smile stanin questi giorni ho ricevuto alcuni attestati di stima che fanno sempre piacere e rendono la vita migliore anche se tutti voi che frequentate questa palude sapete quanto li rifugga.Tuttavia la cosa più bella che un aspirante giullare come me può sentirsi dire è quella di aver restituito la voglia non di ridere stupidamente ma di sorridere davanti ai fatti della vita>Ovvio che ciascuno di noi abbia davanti a sé delle peripezie che a volte fanno uscire letteralmente dai gangheri ma questo non può o meglio non dovrebbe segnare la nostra esistenza intera.Ma a me è stato consegnato un libello di cultura dove... fra le altre cose... ci sta scritto da qualche pizzo ama e fai quel che vuoiA questo invito mi sono sempre domandato quante tromb**** ahem quale fosse il significato di quell'ama (e non era azienda municipale dell'ambiente lo scrivo subito AH AH AH) e mi sono interrogato su cosa significasse almeno per me.ho trovata la risposta... al mio solito... in quel rapporto assurdo e misterioso che chiamano genitorialità.Cosa infatti farebbe una madre per vederle il figlio sorridere? Cosa un padre per difendere dalle spigolosità della vita la propria discendenza? Credo davvero sia semplice la risposta... tottò allo spigolo cattivo... in una parola ironizzare... che non è prendere in giro o sminuire l'importanza di un fatto... ma sapere cogliere gli aspetti a volte addirittura ridicoli ma sovente ridimensionanti l'accadimento in una teoria più umana.per questo ringrazio e ringrazierò sempre chi come l'amica Joe (nome di fantasia ma neppure tanto) ha reso ancora una volta vera una teoria su un pizzino che come tanti altri conservo nel cuore.Non tutti i miei tentativi di restare “ludico” e folle vanno a segno ma almeno questa volta è andata bene e spero davvero ci sia chi cogliendo quel pizzino sgualcito e unto dalle oleosità dei seriosi sappia farne tesoro.non ci vuole tanto... basta pazienza e speranza... avvolte in un poco di carità umana verso noi stessi in primis e verso quelli che sperano di mettere in fuga l'altro mostrando i denti e ringhiando o mostrando quelle forme di indifferenza che chiamo le “bende del mummificato”.Risolto l'enigma dell'amore sono passato al fare quel che voglio solo per scoprire che è esattamente il contrario... è il bene che vuole me... te ... ciascuno.lo vuole tratto dal male dove... sopito e ottuso... viene lasciato nel buio più totale preso dalle furie del quotidiano e qui mi si è aperto un mondo che ancora sto scoprendo e decifrando... in fondo amare è facile il difficile è fare quello che voglio...sembra un paradosso... in molti crediamo di fare quello che vogliamo... eppure a pensarci bene scopriamo che molte delle cose che supponiamo di “volere” invero non sono frutto del nostro... ma di riferimenti esterni noi.Riconoscerli ci aiuta ma non ci libera... amare o meglio seguire la via dell'ama lo fa.come accade quando si trova la genitorialità che non sempre si lega ad una prole anche se la cosa rende la comprensione migliore e facilitata da esempi concreti.Per cui lascio a ciascuno un pensiero di un amico conosciuto anni fa.«saltava il muro fino a quando un amico gli chiese per quale motivo non passasse dal cancello che era aperto»
Smile
the smile stanin questi giorni ho ricevuto alcuni attestati di stima che fanno sempre piacere e rendono la vita migliore anche se tutti voi che frequentate questa palude sapete quanto li rifugga.Tuttavia la cosa più bella che un aspirante giullare come me può sentirsi dire è quella di aver restituito la voglia non di ridere stupidamente ma di sorridere davanti ai fatti della vita>Ovvio che ciascuno di noi abbia davanti a sé delle peripezie che a volte fanno uscire letteralmente dai gangheri ma questo non può o meglio non dovrebbe segnare la nostra esistenza intera.Ma a me è stato consegnato un libello di cultura dove... fra le altre cose... ci sta scritto da qualche pizzo ama e fai quel che vuoiA questo invito mi sono sempre domandato quante tromb**** ahem quale fosse il significato di quell'ama (e non era azienda municipale dell'ambiente lo scrivo subito AH AH AH) e mi sono interrogato su cosa significasse almeno per me.ho trovata la risposta... al mio solito... in quel rapporto assurdo e misterioso che chiamano genitorialità.Cosa infatti farebbe una madre per vederle il figlio sorridere? Cosa un padre per difendere dalle spigolosità della vita la propria discendenza? Credo davvero sia semplice la risposta... tottò allo spigolo cattivo... in una parola ironizzare... che non è prendere in giro o sminuire l'importanza di un fatto... ma sapere cogliere gli aspetti a volte addirittura ridicoli ma sovente ridimensionanti l'accadimento in una teoria più umana.per questo ringrazio e ringrazierò sempre chi come l'amica Joe (nome di fantasia ma neppure tanto) ha reso ancora una volta vera una teoria su un pizzino che come tanti altri conservo nel cuore.Non tutti i miei tentativi di restare “ludico” e folle vanno a segno ma almeno questa volta è andata bene e spero davvero ci sia chi cogliendo quel pizzino sgualcito e unto dalle oleosità dei seriosi sappia farne tesoro.non ci vuole tanto... basta pazienza e speranza... avvolte in un poco di carità umana verso noi stessi in primis e verso quelli che sperano di mettere in fuga l'altro mostrando i denti e ringhiando o mostrando quelle forme di indifferenza che chiamo le “bende del mummificato”.Risolto l'enigma dell'amore sono passato al fare quel che voglio solo per scoprire che è esattamente il contrario... è il bene che vuole me... te ... ciascuno.lo vuole tratto dal male dove... sopito e ottuso... viene lasciato nel buio più totale preso dalle furie del quotidiano e qui mi si è aperto un mondo che ancora sto scoprendo e decifrando... in fondo amare è facile il difficile è fare quello che voglio...sembra un paradosso... in molti crediamo di fare quello che vogliamo... eppure a pensarci bene scopriamo che molte delle cose che supponiamo di “volere” invero non sono frutto del nostro... ma di riferimenti esterni noi.Riconoscerli ci aiuta ma non ci libera... amare o meglio seguire la via dell'ama lo fa.come accade quando si trova la genitorialità che non sempre si lega ad una prole anche se la cosa rende la comprensione migliore e facilitata da esempi concreti.Per cui lascio a ciascuno un pensiero di un amico conosciuto anni fa.«saltava il muro fino a quando un amico gli chiese per quale motivo non passasse dal cancello che era aperto»