homo sum

Miao e Old Fish Herman


 Solo ieri il mare soffiava e sbuffavasotto un sole che bagnava il cielomentre un'aria pesante e rocciosaoggi si poggia su una terra che bruciadavanti ad una scacchieradisegnata dal suo avoun uomo guardava il maree vedeva il domani.Le sue mani segnatedall'inseguirsi delle stagionirendevano giovane una rete anticasotto lo sguardo annoiato di Miao.Quante volte quell'animaleaveva atteso il ritornodi una rete che partiva vuotama tornava caricamanco fosse passata da Babbo Natale.Quello strano animaleche camminava a tre zampecon un pezzo di testa smontabileprendeva una parte di quel caricoe si ricordava del suo compagnoregalandogli i frutti dell'acqua grande.La notte come tutti i gattiMiao saliva sul tettoper tentare di acchiapparequel pesce enorme che nuotava nel cielo.Stesse luminosità, stesse striature,ma una dimensione taleda sfamarlo per una vitail sogno di ogni gatto.All'alba guardando quel sogno svaniremiagolava disperatocome avrebbe miagolato suadentealla luna
per farlo tornare.L'alba portava come i tam tamdi terre lontanela eco del canto di un gallo.È tempo per l'uomodi tuffarsi nel misto di rugiada e salsedineed affrontare il giorno che nasceal contatto con l'acqua fresca.Miao invecesi lava a modo dei micicopiando i tempi dell'uomoper pi strofinarsi fra le sue zampeed avere in risposta una carezza.Contro il sole un'ombra si stagliasempre più vicinaurlando “Tio...tio!”
un abbraccio in cambio di un sorrisoe una voglia impazientedi ascoltare di orizzonti andati.Come non pensare ai tempiquando era giovanee sedeva sulle ginocchiadel suo vecchio nonno?
Allora una storia antica ridiventa nuovae il bambino vede crescereun mondo fantasticodalla viva voce dell'uomo.Storie di pesci inafferrabiliche saltavano qua e làdi una tempesta che fece tremare la barcaquando temette di affondare...Miao ascoltava al modo dei gattifacendo finta di dormiresalvo aprire un occhioappena sentiva il nome di un pescee con quello guardare le facce buffedell'uomo e del bimbo...pesce palla: guanciotte gonfiatepesce spada: “zac” “zac” fra nasipesce arlecchino: e via con gli inchinipesce trombetta: “pepperepeppeppeee!”polipo: seduti muovendo braccia e gambee giocare col bimbofin quando era il tempo di andarea solcare le onde.Allora l'uomo partivae il bimbo agitava un fuscelloche segnava il tempo del giocoe Miao improvvisamentecome fanno tutti i micidiventava una piccola tigre.I giorni passavanoe l'uomo non tornava.Miao guardava l'orizzontema aveva capitoche l'uomo era partito per terre lontaneallora salì sul tettoe fece quello che solo i gatti sanno fareguardando il cieloalzò la zampinacome a salutare un amicoe quando una giovane signora e il bimbovennero a prenderlosaltò fra loro...ma ogni seraguardando la lunachiama miagolando il suo amicoe come rispostatrova sempre quel pesceche nuotando nel cielofinirà prima o poinella rete del suo amico.Fin quando un giornoquel bimbo diventato uomoportò un pesce enormedentro una rete nuovae lo regalò a Miao dicendo“è il regalo di mio zio”Miao non capivama ci mise giorniper finire quel popò di pesce.
Salutiamo con la zampettaquelli che sono con noinon importa per quanto tempo.Con Miao possiamo imparareche non c'è sogno così distanteda non diventare veroalmeno per una notte.