homo sum

Arkejido


Nel paese di Gnescioci stavano una marea di elfi di ogni tipo.Gramuth il fabbro...che colpiva con la mano aperta il ferroper farne oggetti.Ramith la memoria del villaggioricordava anche cose del secolo precedente.Bruhnilla la maestra del villaggio(i bambini la adoravano)che insegnava filastrocchecome quella del lavadenti.“un piccolo dentino/un giorno soleggiato/disse sono assai bellino/ma sono un po' macchiato/e per tornar pulito/incominciò ad urlare/fin quando fu sentito/siamo tutti da lavare/e urlando con terrore/tutti s'erano arrossiti/fecero un gran dolore/finché furono puliti/in questo villaggio viveva Arkejidoun elfino tutto fareche in effetti faceva tuttoelettricista pompiere parrucchiereceramista cameriere e molto altro...Arkejido non sapevadi essere ammalatodella terribile elfosiiniziò con un dolore al bracciopoi il braccio si bloccòe rimase con un braccio solo...ma Arkejido non si diede per vintoe con difficoltàcontinuava a far mille coseMa un brutto giornoanche l'altro braccio si bloccòeppure non si fermava e insegnavaogni cosa che sapeva.Parlava dirigeva con la vocee correva da un posto all'altro.
 Anche quando una gamba si bloccòe poteva solo zoppicare.Anche allora saltellandocercava di essere presenteovunque fosse utileMa era stanco e iniziava a disperareanche se tutti intornopareano non dar peso alla cosaanzi volevano vederlo ancor piùstargli vicino... averlo accantoArkejido si domandavacosa sarebbe stato del suo futurocome avrebbe potuto continuare quandoanche l'altra gamba si fermò.Era fermo!Eppure non lo era...Mise a punto un progettoaiutato costruì una carrozzinae manteneva la sua presenzaaveva vicino molti ma...la notte lo vedeva solo.Nel buio da solo le lacrimeavevano la forza di una cascata.Questa forza la mattinasi mutava in battute e in sorriso.Ma se aveste visto il cuoreavreste visto come un dipintostracciato in molle pezzi.Arrivò il giorno della paresi.Tutto era fermo.Ma Arkejido non si diede per vintoconosceva l'alfabeto morse. _ .punto linea puntochiudeva un occhio oppure entrambie si faceva capire anche senza parole.Infine anche gli occhi lo lasciarono solo.Era passato tanto tempo eppure pocoMa nessuno degli amici di Akejidoper quanto lontano o vicino...neppure uno si dimenticava di lui.Ramith racconta ancora oggila nuova vita di Arkejido.Quando non smetteva di pensar a tutti loroQuando li portava nel cuoree sapeva cosa fosse nel loro.Quando tutto sembrava spentoil nostro elfoaveva scoperto un mondoinaccessibile a chi si agita e faconosciuto da chi si ferma ad ascoltarevissuto da chi è nel dolore.Gli rimase di pregare per loroe lo faceva ogni giorno.In quel mondo dove parlavasolo la voce del silenzioun bel giorno sentì le gambe e le mani___  ogni giorno incontriamo il dolorenon voltiamo lo sguardoe scopriremo un mondo nuovodove rinasce un Arkejidodove rinasce un CUORE a pezziIsry