homo sum

La corsa dei berberi (Storie di Roma 1)


Il Carnevale a Roma non era una festa data al popoloma una festa che il popolo dava a se stesso.Un semplice segnale autorizza ciascunoad essere pazzo e stravagante quanto gli pare e piacee che tutto è permessoeccezion fatta per bastonate e coltellate.
La Corsa dei Berberi era la manifestazione più attesa.I cavalli lanciati senza fantino (scossi) partivano da Piazza del Popolopercorrevano il Corso per arrivare al traguardo in Piazza Veneziatra l’eccitazione degli spettatori.Questi cavalli imbizzarriti da punte spinosecorrevano fino al Vicolo della Ripresaoggi inesistente ma che si trovava grossomodo dove oggisi vede il giardino di Piazza Venezia.La partenza (mossa) è quasi sotto l'obelisco di Piazza del Popoloaccanto ci sono un palco per la giuria e tribuneda dove i potenti della città potevano vedere da vicinoil movimentato inizio della garamentre altri si affollano sulle pendici del Pincio,I cavalli di proprietà di ricchi nobili (mica tanto)sono tenuti a stento dai "barbareschi"(stallieri).Quando sono lasciati liberii cavalli spaventati e doloranticominciano a correre di furiosamente lungo il Corsoincitati dalla folla e aizzati dalle punte di ferro.Lungo il percorso due ali di folla quasi impazzitaurla e spintona i dragoni che fanno fatica a mantenere l'ordine.Alla fine, feriti e contusi non si contano. All'arrivo (ripresa) un gran telone sospeso rappresenta il traguardo.Questo compito spettava ai Più dei rioni.il tutto sotto lo sguardo degli ospitidell'allora "ambasciata" venezianache guardavano dai saloni di Palazzo Vebneziae dal balcone dell'ambasciatore Duodooggi noto come balcone di Mussolini.Questo fino al 1874 quando un giovaneincautamente traversa la strada e muorecalpestato dai cavalli.Il re di Savoia Vittorio Emanuele IIabolisce la manifestazione.il carnevale romano di Berliozdedicato a Cinzia per promessa fatta