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La truffa “sale” in treno Finti rimborsi via e-mail


Si firma Ennio Zibris, fantomatico Responsabile Rimborsi di Trenitalia spa. E con fare professionale, lungo tutta la mail, spiega solennemente come dal primo maggio di quest’anno i viaggiatori abbiano diritto ai rimborsi per i ritardi subiti dai treni presi. E come il destinatario della missiva elettronica abbia già accumulato un credito di 780 euro. Mica noccioline. Basta cliccare sul file allegato per riempirsi le tasche. Semplice no? Tuttaltro, visto che dietro quell’icona si nasconde un virus, o una porta spalancata a qualche hacker in cerca di vittime per spam e altre seccature informatiche. È questa l’ultima truffa che arriva nella posta elettronica, recentemente sbarcata anche nelle caselle digitali degli internauti del Tigullio. Di tanti raggiri che arrivano per mail, quest’ultimo sembra essere particolarmente insidioso. Perché fa leva su un tema sentito, anzi sentitissimo. Da chi ogni mattina è costretto a prendere un treno per raggiungere il posto di lavoro. E mal tollera, giustamente, i treni che partono o arrivano in ritardo. Sebbene, insomma molti viaggiatori si siano rassegnati ai disagi, la possibilità di ottenere un rimborso per il tempo perso fa gola. Cliccando sul file compresso allegato alla e-mail, però, non si scarica il modulo di richiesta per ottenere i soldi. Ma si lancia un programma che, nella migliore delle ipotesi, riempirà la casella dell’utente di pubblicità, fino a intasarla (spam). Altrimenti potrebbero installarsi virus o simili, in grado di danneggiare il pc, prelevare dati, effettuare operazioni contro la volontà dell’utilizzatore. «Non sono certamente comunicazioni dell’azienda - spiegano da Trenitalia - Effettueremo i nostri controlli anche su questo nuovo caso». E, come accade spesso, la mail potrà essere girata alle forze dell’ordine, allegata a una denuncia.