LONDRA (15 novembre) - La paura del terrorismo spinge la Gran Bretagna a varare un nuovo imponente piano di schedatura di turisti e cittadini. Dal 2009 chi vorrà andare oltre la Manica per lavoro, studio o vacanza sarà costretto a fornire una quantità incredibile di dati, comprese informazioni come il numero di carta di credito o il posto occupato in aereo. Controlli più stringenti in vista quindi in porti, aeroporti e stazioni, ma soprattutto un questionario con 53 domande che dovrà essere compilato obbligatoriamente ogni volta che si entra, o si esce, dal Paese. Anche se si è cittadini britannici e anche se si parte per una vacanza in giornata. Il governo di Londra è convinto che il piano aiuterà a tenere fuori dal paese immigrati clandestini e potenziali terroristi.
Electronic-borders. Frontiere telematiche si chiama il nuovo piano sicurezza contro il terrorismo del governo di Gordon Brown. Tutte le informazioni - tra cui numeri di carte di credito, recapiti telefonici degli alberghi di residenza o familiari/amici ospitanti, indirizzi di posta elettronica, itinerari di viaggio, targa dell'eventuale auto affittata, dettagli di chi prenota il viaggio (compreso agenzie di viaggio) fino al posto esatto che si occupa in aereo o treno - dovranno essere fornite, quando possibile, al momento dell'acquisto del biglietto o durante le procedure d'ingresso e uscita dal Paese. Informazioni che serviranno alle autorità britanniche a costruire una precisa schedatura del viaggiatore che, qualora individuato come "persona non grata", potrebbe essere istantaneamente rispedito a casa.
I dati verranno utilizzati, senza restrizioni temporali, da polizia, ufficiali doganali e servizi segreti. Le maglie del sistema saranno talmente strette che, secondo quanto riporta il tabloid britannico Daily Mail, verranno applicate a chiunque lascia il paese, non solo in treno o aereo, ma persino a chi usa yacht privati che salpano al mattino e rientrano alla sera.
Piano da 1,8 miliardi. Un progetto gigantesco che costerà alle casse dello stato 1,2mld di sterline - circa 1,8mld di euro - nei prossimi dieci anni e che potrebbe entrare in funzione già a fine 2009. Il ministero degli Interni britannico ha firmato mercoledì un contratto con l'azienda americana Raytheon System per la gestione del sistema informatico necessario a immagazzinari milioni di dati.
Secondo il sottosegretario all'immigrazione Liam Byrne una sperimentazione pilota dello schema avrebbe assicurato alla giustizia 1,000 criminali e il controllo di 15,000 persone sospette. Ma il ministro-ombra agli Interni dei Liberl-Democratici non si è detto convinto: «Il governo non deve sfruttare legittime paure per acquisire informazioni personali senza adeguate misure di protezione».
Operatori turistici allibiti. «Siamo allibiti dalle ricadute economiche implicite in un progetto del genere», ha commentato David Marshall dell'Associazione delle agenzie turistiche britanniche. Secondo i dati forniti dal Mail, rilevare i dati richiesti costerà alle agenzie circa 20 milioni di sterline all'anno. Costi che verranno trasferiti, con ogni probabilità, ai passeggeri. «Potrebbe persino scoraggiare la gente ad fare un viaggio e siamo sicuri che questo non è l'intento del governo», dice ancora Marshall.
«Quando il governo parla di "e-borders"», dichiara Phil Booth, del gruppo pro-libertà civili NO2ID, «dà l'impressione che tutto sia teso a tenere fuori i "cattivi". In realtà, è una mossa per acquisire informazioni personali e un grande passo avanti verso lo stato-banca-dati».
Condividi e segnala 
