L'Inafferrabile Sé

Post N° 169


Le parole espresse vestono sempre stati emotivi e esprimono stati d'animo a meno che esse non  siano al serviziodelle memorie ciniche usate da un nozionismo di maniera , pretenzioso nell' incollarle  su menti rese deboli dalla sterilità emotiva.Come per la musica ci sono esecutori freddi schematicamenteprotesi a riprodurre "pantograficamente" le tracce didascalichedi un freddo pentagramma oppure ci sono  musicistiche mettono la loro anima in gioco ,sia quando improvvisano sia quandosi facciano interpreti degli spartiti ad essi sottoposti.La differenza tra arte e "scimmiottamento" esecutivo la può cogliere solo chi abbia sangue nelle vene e sia esso stessoin sintonia emotiva con ciò che si ascolta.Oggi come ieri il dovere di ogni essere umano dovrebbe essere quello di raggiungere il proprio cuore subordinando il razionalismo superficiale a diventare mezzo di espressionee mai il traguardo del proprio esprimersi.Ci narra Gurdjeff nel suo " Incontri con Uomini Straordinari"di aver assistito in un monastero greco alla lezione di due eminentifrati insegnanti che visitavano quei conventi con scopi didatticie notava egli che i frati alunni rispondevano in maniera diversaalle lezioni dei due insegnanti.I frati in questione erano frate Domenico e frate Matteo.Il primo parlava con un filo di voce , risultava monotono e faticoso all'ascolto pur sviscerando un linguaggio forbito e complicato tanto che gli sbadiglierano frequenti e nessuno capiva quasi nulla di ciò che si andava dicendo.Al contrario Frate Matteo , usava parole semplici e incisivee infiammando l'auditorio comunicava immediatamente i suoi assunti , coinvolgendo profondamente ogni frate alunno.Ora capitava che mentre gli insegnamenti del secondo svanivano appena trascorso un giorno dalla loro percezionequelli di frate Domenico uscivano piano piano e  aprivano interrogativie dibattiti continui anche in tempi molto successivi a quelli dellaloro enunciazione.Alla fine parlandone e discutendone con i fratiGurdjeff arrivò alla conclusione che la parola senza la comprensioneinteriore è assolutamente sterile ma non inutile qualoraessa sia vagliata dal cuore emotivo.Infatti capitava che gli insegnamenti di fra Matteo venissero digeritie compresi immediatamente dal corpo emotivo degli alunni mentrequelli di fra Domenico avevano bisogno di tempo per che questoprovcesso capitasse, dovendoci tornare sopra e fossero assimilabilinel tempo traendoli dalle memorie del soggetto percepente.In entrambi i casi era il cuore dell'alunno che rendeva importantientrambi i metodi perciò egli arrivò alla conclusione che senza la compartecipazione totaledell'essere umano nessuna parola musica pittura scultura filosofia potràconsiderarsi importante o sacra mancante questo processo di interiorizzazione emotiva.L'unica cosa davvero importante e sacraè fornita dalla sincerità del proprio desiderio di apprenderee di lasciarsi coinvolgere dalle meraviglie del conoscere lasciandosifecondare dalla linfa creativa divenendo  esseriumani attenti sinceri e appassionati.Ad ognuno spetterà quindi la scelta tra il vivere una vita spentae dozzinale seguendo il proprio disamore oppureuna vita piena intensa e gonfia di quella intensità che rende gli uomini davvero impegnati e seri nell'affermare tutte le qualitàdella propria virtù rivelata e lasciata fiorire con autentica compartecipazione il proprio divenire nella rettitudine moraledel proprio cammino nella verità.Il bene è certamente migliore del maleperciò nessuna resistenza dovrà opporsi nel perseguirlo impeccabilmente.Il mondo continuamente offre i suoi doni a chi sappia coglierne le meravigliee la infelictà non dipende affatto dalla qualità degli stimoli che giungonoal nostro cospetto ma la loro ricchezza è di fatto condita dalla nostra soggettiva capacità di farne tesoro .Non è la forza del battaglio che renderà armonica la campana sordalo stimolo pur nobile sacro o forte non potrà mai cambiare un esseresordo morto o rinunciatario al vivere.Perciò si osservi la qualitàdel percettore e si smetta di criticare ciò che si percepisce assumendosila responsabilità che noi stessi siamo la causa del nostro eventuale malesolo questa visione ci darà la forza per iniziare ad accettare il cambiamentonon del mondo ma di noi stessi.Il mondo cambierà appena noi riusciremo a comprendere che noi dobbiamo cambiare prima di ogni altra cosa.