L'Inafferrabile Sé

Post N° 199


Il pensare crea quell'entità che crediamo realee diciamo Io.Quest'io essendo frutto di immagini costruiteattorno alla negazione della realtà invero, tutto può dirsima non certo reale.La realtà è tutto quello che esiste primadell'astrazione, e possiamo dire che un albero è un alberoanche se nessuno lo stia immaginando o pensando.Percepire l'albero o ogni altra cosa senza costruirne l'immagine,farà percepire la realtà dell'albero e non la sua descrizione.Le descrizioni contengono un grosso pericoloe cioè l'intepretrazioni personali che in qualche modo distorgono l'albero e lo trasformano in visione soggettiva,generando opinioni ognuna diversa da un altra con le conseguenzeimmaginabili e conseguenziali.Lo si fa con l'idea di Dio e lo si fà con l'idea del mondo in generale,tutti hanno opinioni ma non possiedono realtà.E nel mondo dei sogni, la morale diviene  interpretazionepersonalistica dei propri tornaconti oltre che ostentazione di virtù mistificatamente immorali.Ognuno distorge la realtà e la trasforma in etica personale.Tutto il conosciuto rappresenta la nostra realtàma purtroppo la nostra realtà è solo immaginariapoichè venendo dal passato non incontra il presentecon gli occhi del presente.Il motivo di questa aberrazioneè determinata dalla abitudine che il cervello possiededi incamerare i percepiti per poterli gestire con il ragionamento.Ogni sfida chiede immediate riposte non ragionatema l'uomo ha imparato la via comoda di pensarci sopraper trarne utilità , e in quel processo ecco che l'uomo è sempre diviso dai fatti e sempre schiavodella loro intepretazione.Se stai registrando , mentre registristai anche vivendo ma purtroppo l'agire è demandato al vagliodel ragionare attraverso l'esperito immaganizzato nellememorie personali, questo processo che il cervello attuasepara l'uomo dal presente proiettandolo nel obsolescenza del ripetitivoquotidiano che diviene presente solo se sia vagliato dal passato,generando una specie di streaming percettivo che impedisce di fattol'incontro con l'essere che non abita nell'astratto immaginario.La distanza tra la realtà e la descrizione è l'ombra della inconscienza che diventadistorsione di quella chiarezza che solo la consapevole attenzionedei fatti può fornire.Più è grande la distanza e piu corrottae la risposta di ogni azione conseguente.Ognuno di noi ha sperimentato quella strana sensazionedi rivivere una scena come se l'avessimo già vissuta prima:il dèjà vu.Ebbene quella è la prova che nel cervellosi compiono due processi separati nel gestire il percepito.Uno è il reale l'altro il descritto.Avvengono contemporaneamentema sembrano due fatti distinti solo perche noi siamo separatidalla percezione imediata attraverso il ritardo del pensiero;la sensazione di aver vissuto precedentemente unavvenimento o una situazione che si sta verificando in un solo momentoma che si propone in due tempi.Ogni tanto capita che il processodi unificazione che prevede la soppressione della realtàdifetti per cause ics, ed ecco che si presentano alla memoriaentrambe , e naturalmente il cervello le separa nel tempoilludendosi di averle gia vissute, mentre avvengono all'unisono.