Guardando attorno si osserva il mondo e si intuisce
che un dramma si va compiendo ormai da milioni di anni.
Nessuno pare rendersene conto , presi come siamo tutti
dal fare e dal divenire .Diamo importanza a ciò che facciamo
in risposta a ciò che il mondo tutt'attorno propina al nostro fare.
Se comprendessimo che ciò che facciamo non ha nulla a che vedere
con ciò che siamo forse avremmo l'energia per cambiare dentro noi
stessi e non limitarsi a cercare di cambiare
i risultati del nostro fare.Il fare è un arrendersi
all'inconscienza della percezione della nostra anima.
La nostra anima è l'essenza ed il cuore del nostro sentire
e trascurarla significa abbandonarla al dolore ed alla infelicità continua.
Questo continuo dolore viene sopito dall'illusione di lenirne
i guasti adoperando la speranze del volgare piacere;
piacere per il denaro , per il sesso , per il cibo , per ogni evasione
dalle droghe all'alcool e tutto il resto che ognuno conosce.
Ma non può funzionare .
Osservando molto sinceramente se stessi
si può notare che la stessa fame da risultati evidenzia
prima di tutto il distacco dal se stessi che crea il dolore
e in seconda visione si nota che niente di pratico potrà rendere
completezza a chi viva diviso e separato dalla sua essenza.
L'uomo ha creato l'immagine di se e questa immagine
lo separa dal suo cuore.Nessuna immagine potrà lenire
la divisione che è fisica nel momento che l'ideale
sovrapponendosi al fisico ne alimenta ulteriori divisioni .
Tornare nel cuore passa attraverso la rinuncia del falso
cuore , solo così gioia e serenità agiranno a renderci completi
sani e equilibrati.Il mondo psichico di cui la natura non si giova
abita solo dentro la razza umana , nessun altro essere vivente
ne è schiavo, e osservando senza il centro dello psichico si nota
la realtà oggettiva, senza descrizioni , senza intepretazioni
tutto risulta chiaro e evidente, l'uomo è vittima del suo attributo
piu imporante : il pensiero e le sue limitate intepretazioni della realtà
crea quel dolore che nasce dalla non accettazione di cio che è
e della fuga in cio che dovrebbe essere ,alimentando il miraggio di
frustranti e impossibili realizzazioni .L'asino non raggiungerà mai
quella carota che penzola davanti ai suoi occhi
se quella carota è messa lì solo per fargli tirare un carretto
il cui percorso non abbia cuore; il cuore si trova
prima della carota ed è dentro di noi , da molto tempo
prima che l'asino avesse rinunciato al suo essere Uomo.