L' ATTIMO FUGGENTE

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T A K E    I T    E A S Y . . . Nulla e nessuno (e ripeto nessuno!) mi avrebbe mai strappata dall’incavo così tanto comodo ed accomodante del mio divano. Verso le nove ero stata inaspettatamente colta da un attacco di “poltr(on)ite acuta” che invece di combattere al primo sintomo avevo assecondato docile, decisa a godermi come il Signore comanda un meritato relax.Dopo essermi liberata di potenziali turbamenti alla quiete dispensando alle mie personali destre e manche orribili (e menzogneri) sms nei quali mi dicevo preda di un mal identificato malessere (e poi mi lamento se non mi chiamano più…) mi sfilo finalmente i tacchi e col sospiro d’un marmittone che si toglie lo stivalaccio d’ordinanza, - oh…che bellezza! - crollo sorridente sui cuscini. Cosa fanno alla tivvù?Bah… mai stata ferrata in palinsesti, così non mi resta che accenderla, in contemporanea al fornello con su il pentolino d’acqua per la tisana ai frutti di bosco che mi dedico nelle poche seratine a tu per tu con me.Zapping lento, come un valzer.I canali si susseguono in ordine crescente, come prestabiliti passi di danza.Le solite cose, tanto solite che ora neppure mi sovvengono più, mi scorrono davanti agli occhi che vedono si ma di sguardo vero son pigri.Nel frattempo l’acqua sul gas s’inquieta: spengo la fiamma, ci tuffo giù due filtri mentre il terzo (di sigaretta) me lo porto alle labbra.M’infilo il trench leggero a far piacere alle spalle nude in queste tarde sere di Primavera che certa pioggia fa tornare acerba e me ne esco sul piccolo terrazzo che dà sulla via principale. Hanno cambiato i lampioni dell’illuminazione pubblica (quando proprio non saprei, d’altronde le cose che più ho sotto gli occhi son quelle che maggiormente mi sfuggono ed oggi poi, se possibile, più che mai) e purtroppo devo constatare che non incontrano il mio gusto: decisamente meglio quelli che c’eran prima. Ad ogni modo annuso l’aria che di quest’ora è già lenta e stasera sa di verde bagnato e  di tronchi fradici e tramonto grigiazzurro. Il profumo esplode dalle efflorescenze dei tigli espandendosi e moltiplicandosi come un’onda d’urto dal fortissimo gusto dolciastro e permea ogni angolo: ma quanti alberi di questo tipo ci sono qui attorno?? Onestamente, ne sono zeppe le vie. Poco male, è un odore buono, sa di zucchero e miele, di marmellata di fichi, di mele al forno spolverate di cannella. Sono quei momenti...quei momenti sospesi...perfetti nella loro semplicità e nella loro assenza di motivo, che se all'inizio pensi dovrebbero essercene di più subito dici no, che poi ci si abitua, mentre lo straordinario per sorprenderti ed inebriarti deve centellinare il suo manifestarsi.La sigaretta che svapora secca il suo puzzolente miasma biancastro è un’offesa al bouquet di cui è pregna quest’aere stupefacente. Allargo di scatto pollice ed indice e la bionda se ne vola giù per due piani di niente prima d’incontrare il marciapiede.Senza neppure un grido. ....in fondo è nell'alternarsi del dolce-amaro che si gode della sinfonia della vita....