loredanafina

Da: "COSI' PARLO' ZARATHUSTRA" di F. W. Niethzsche - LE FRASI PIU' BELLE - VENTIQUATTRESIMA PUBBLICAZIONE.


IL CANTO DELLA MALINCONIA(pag. 253) - Quando schiarisce l'aria nella sera, E quando la rugiada confortantecade sopra la terra,Invisibile e anche non udita- Poichè porta i calzari delicatiCome tutti i chiamati a confortare -Pensa tu allora, pensa, caldo cuore,Come un tempo anelaviA lacrime divine e rugiadose:Arso, stanco, assetato, Camminavi sull'erba inaridita, Mentre raggi di sole tramontanteDi fra gli alberi neriTi inseguivano malvagi,Raggi accecanti, lieti di far male:"Tu fidanzato della verità?Tu? - così ti schernivano quei raggi -No! Soltanto un poeta!Bestia da preda, astuta,Che striscia e che mente,Ben conscia di mentire:Bestia avida dell'agguato,Mascherata di svariati colori,Larva a se stessa, e di se stessa persa.Questo lo sposo della verità?Ma, no, soltanto un pazzo!Solamente un poeta!Che parlando soltanto per colori,Urla fuori della maschera di pazzo, E si arrampica su per ingannevoliPonti di parolette,Fra cieli falsi e terre menzognere,A mezz'aria sospeso ed errabondo. -O, solamente un pazzo!Solamente un poeta!Questo, lo sposo della verità?Non silente, non rigido, non freddo,Non diventato statua,Non liscia erma del nume,Non posta fuor dal tempio,Quale custode di divina soglia:Nemico a queste immagini veraci,Amico solo di selvagge plaghe,Più lieto ovunque che davanti al tempio,Ha i capricci dei un gatto,Balza per le finestre contro ogni azzardo,Ed annusa smaniosoE bramoso per vergini foreste:Ah, tu, che per le vergini distese,Fra animali da preda variopinti,Corri le belle corse colorateDi colori striati,Sane come il peccato,Ah, che con labbra cupide,Beatamente ironiche e infernali,Assetate di sangue, pieno d'agguati,Tu corri, strisci e inganni!Oppure simile all'aquila, che a lungoGuarda ferma gli abissi, i suoi abissi:- O come digradavano ad anello,In basso, in basso, in sempre più profondeProfondità - e d'un trattoCon il volo diritto e con le aliChiuse e rattratte piomba sugli agnelli,Giù, vorace e famelica d'agnelli,Nemica a tutte le anime d'agnello,Nemica a tutto ciò che guarda a terraCon occhio pecorile,Lana ricciuta e ovina bontà grigia!Dunque d'aquila, dunque di pantera,Sono le tue brame sotto cento larve,Le brame del poeta,Tu pazzo, tu poeta!Tu che l'uomo riguardastiSotto forma divina o animalescaTalora nell'uomo dilaniare il DioE talora la pecora nell'uomo,E ridere dilaniando......Voluttà di pantera e d'aquilotto!Queste sono le tue gioie!çe tue feste di pazzo e di poeta!Nell'aria che schiarisce,E quando già la falce della lunaVerde risplende e fra purpurei rossiInvidiosa si insinua, ostile al giorno,Con ogni passo suo furtivo e lieveFalciando le pendentiPareti dei rosai,Finchè si affondano lieviE pallide scompaiono nella notte:Così, così caddi una volta anch'ioDalla mia frenesia di verità,Dalle diurne brame,Stanco del giorno, infermo della luce,Piombai giù, verso la sera e l'ombra,Arso e assetato di un unica verità:- Ricordi, dì, ricordi, ardente cuore,La tua sete d'allora? -Ch'io sia bandito d'ogni veritàIo, solamente un pazzo!Solamente un poeta!                             __________________________________PROSSIMA PUBBLICAZIONE SUBITO.