loredanafina

LA DIDATTICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini (Bel Ami Edizioni) - le frasi e le pagine più belle - UNDICESIMA PUBBLICAZIONE


Lunedì, Verona: due comizi e cena elettorale.Martedì mattina si parte e si va verso Milano, breve deviazione dalle parti di Monza e poi in centro per un altro comizio, aperitivo elettorale e cena.Notte passata a dormire in macchina sul sedile posteriore mentre l'autista mi porta a Taranto, pranzo elettorale pugliese e ripartenza mercoledì pmeriggio verso Salerno, con le cime di rapa ancora sullo stomaco. Cena elettorale a Salerno mercoledì sera, notte in albergo, giovedì mattina mi sveglio con la macchina che già m'aspetta per portarmi a Firenze. Comizio e aperitivo a Firenze, mangiata una ristichella in Autogrill andando verso Prato dove mi attende Dada - incazzata come un drago per essere stata costretta alla trasferta - che ha già trasformato il Teatro Fabbricone in un luogo "decente" (parole sue) per la consueta diretta del giovedì. Faccio il previsto pezzo su Dio e per miracolo (ah ah..buona questa) non trovo orde di cattolici intenzionate a linciarmi fuori dal teatro e riesco ad arrivare quasi in orario a un drink con alcune associazioni di sostenitori. Esagerato coi drink, quindi mi trovo costretto a pernottare a Prato causa ubriachezza molesta ...(Grascie a tcutti, verhamente, ragasci... ebbene sì, l'alcol mi rende vagamente dislessico), ripartenza venerdì mattina presto, fresco e riposato come una rosa ma con in bocca lo stesso odore di uno sgabuzzino di una distilleria di Jack Daniels. Passo il venerdì all'Aquila, fra i container rimasti dopo il terremoto di qualche anno fa.Ma non avrebbe senso limitarmi a passeggiare e chiacchierare, di compassione queste persone ne hanno già avuta abbastanza e da altri politici. "Altri politici" non è la definizione giusta, presupporrebbe che io sia un politico e non lo sono. Quindi diciamo che la compassione la riserviamo ai politici, io sono un comico e quindi mi tolgo giacca e cravatta e, indossato un completo da calciatore, gioco una partita a calcio con i bambini della tendopoli. In pieno stile parrocchiale giochiamo sedici contro diciotto, a metà del secondo tempo perdiamo il conto del punteggio e finiamo la partita tutti per terra, coi crampi agli addominali per le risate. I genitori dei ragazzi fanno a gara per fare due chiacchiere dopo la partita e cos' improvvisiamo un mini comizio nel cerchio di centrocampo, con l'arbitro a fare da incredulo moderatore e che, su mia indicazione, espelle scherzosamente tutti quelli che mi fanno domande scomode. Alla vista del cartellino rosso, però anzichè prendersela per il mio rifiuto di rispondere, ridono, perchè capiscono che se non rispondo non è perchè non voglio, ma perchè non posso. E veramente, a questa gente io non so cosa rispondere.Mi limito ad assicurare che saranno nei miei pensieri e mi stupisco di quanto sono sincero nel dirlo. Ceno (tardissimo) a Perugia, un ristorante riapre apposta la cucina per me e mangio le pappardelle al cinghiale più buone che io abbia mai assaggiato.E' un simpatizzante, vorrebbe offrirmi la cena, ma insisto e alla fine riesco a pagare almeno metà del conto solo dopo avergli promesso che gli concederò un paio di foto insieme. Quando al tredicesimo scatto mi supplica di tenere in braccio suo figlio, improvvisamente mi rendo conto che forse le cose stanno girando per il verso giusto. Mi sento scuotere dentro, è come aver messo l'anima su una moto e farla andare in giro senza casco, col vento fra i capelli.Sabato mattina faccio una puntatina a Parma, visito un paio di grossi stabilimenti alimentari, stringo mani. Mi chiedono di essere tranquillizzati sul sul futuro e, la verità è che non ho elementi per tranquillizzarli, solo pillole di una nascente Didattica dell'Odio da regalare per spingere loro stessi a cambiare quello che non gli piace. E questa è alla fine la grande differenza fra me e un politico: il politico dice: "Tranquilli", a voi penserò io, io dico "Tranquilli, vi lascerò la libertà di pensare a voi stessi.  La tranquillità di averne gli strumenti. La certezza che quanto c'è di buono in voi verrà valorizzato". Ed è davvero come essere Prometeo, portare agli uomini il fuoco ma non avere la pretesa insegnar loro a usarlo. Comporta il rischio che qualcuno si bruci, chiaro, ma è un rischio accettabile. E' la riscoperta di una inedita fiducia nell'essere umano. Quando rientro a Roma è ancora sabato, ma per poco. L'autista mi scarica davanti casa mia alle undici di sera e se ne va. E' esausto anche lui, si merita un po di riposo. E' solo la prima settimana che faccio questa vita e già rimpiango la comodità di quella da comico. Le prossime settimane poi, non saranno da meno. Ci sono regioni da visitare, mani da stringere, pacchetti di Odio da consegnare a chi ha paura di odiare.__________________________________Prossima pubblicazione al più presto.