loredanafina

Dal libro: "MOS ME"LE non lasciarmi di Caterina Camarda - ed. Color&more (le pagine più interessanti) 6^ PUBBLICAZIONE


6^ PUBBLICAZIONEPag. 77La radio stava mandando un fox-strot, il fox-strot, come Forte definiva la nostra canzone. Mi alzai e cominciai a ballarlo da sola, occhi chiusi e passi piccoli per non andare a sbattere contro qualcosa, immaginavo di ballarlo con Forte al tempo in cui tutto era ancora possibile. Non avevo fatto che pochi passi, improvvisamente mi sentii prendere per la vita, mi bloccai di colpo aprendo gli occhi, ma l'architetto mi strinse la mano in alto facendomi proseguire. Mi lascia dirigere da lui abbandonandomi a quel ritmo lento e sensuale."Sei leggerissima..."  disse alla fine.Non risposi, ero sorpresa che un albanese sapesse ballare il liscio, quell'uomo sapeva fare un sacco di cose, troppe per me, ero turbata. Lo guardai indietreggiando e scappai fuori.Arrivai al lago, posai una mano sul tronco del mio albero e cominciai a fare lunghi respiri per calmarmi, mi sentivo strana, tremavo e il cuore batteva forte, nella testa solo quella musica e il suo odore. Mi accorsi che quell'odore non era solo nella mia testa, lo sentivo davvero, mi girai di scatto e lui era dietro di me, non feci in tempo a reagire, mi posò una mano sulla vita e una sul viso e mi baciò. Questa volta fu un bacio lungo, un bacio serio. Non riuscii a resistere, non volevo resistere, sentivo la sua lingua che mi accarezzava le labbra teneramente, che cercava la mia, era calda, era forte, una mano mi stringeva a sè mentre l'altra sfiorava appena la guancia poi mi toccava i capelli, il suo odore era una calamita per me, non riuscivo a staccarmene. Si staccò lui, piano, delicatamente, con un ultimo bacio leggero. Mi portai una mano tremante sulle labbra asciugandole e lo guardai in silenzio facendo un passo indietro, il tronco toccò la mia schiena e mi fermò.!I-io..."  la voce non usciva,  "tu...tu stai cercando di farmi innamorare di te..." gli occhi mi si riempirono di lacrime, "tu...che gioco perverso stai facendo....vuoi anche la mia anima..."  ero sull'orlo del pianto,  "io non valgo così tanto.... perchè lo stai facendo..."Lui mi guardò stupito, come se non capisse di cosa stessi parlando, ma non disse nulla, si limitò a scuotere la testa, poi lentamente si voltò e andò via.Quel posto era maledetto, per ogni cosa buona ce n'era una cattiva e per ogni cosa cattiva ce n'era una ancora peggiore.Rimasi lì al lago fino a sera, tutta rannicchiata contro il masso a chiedermi cosa fosse successo quando Ardian venne a prendermi tremavo dal freddo."Tu mette questa" disse posando una giacca sulle mie spalle.Era troppo buio per vederla ma la riconobbi dall'odore e la rifiutai, era dell'architetto. Tornammo alla casa ma andai subito a letto senza mangiare.Quella notte non riuscivo a prendere sonno, mi giravo e mi rigiravo nel letto cercando di fuggire da quella sensazione, la stessa che avevo avvertito fin dalla prima volta, in fiera, quando quel suo sguardo strano mi era arrivato fino in fondo all'anima.__________________________________