loredanafina

Dal libro "MOS ME"LE non lasciarmi" di Caterina Camarda Ed. Color&more le pagine più interessanti 7^ PUBBLICAZ.


Pag. 94Mi appoggiai alla ringhiera allargando le braccia a destra e a sinistra sullo stretto parapetto e mi sporsi un poco. Chiusi gli occhi, l'aria mi spostava i capelli sulla fronte, era calda, anche se il sole ogni tanto si nascondeva dietro le nuvole. Aprii gli occhi, avrei potuto lanciarmi in volo e arrivare giù giù fino a sfiorare l'erba, per poi risalire librandomi alta nel cielo, sopra il bosco e più in là, sarebbe bastato scavalcare il parapetto e lasciarsi andare.Tieni duro bambina.... aveva detto l'architetto.Le sue parole mi risuonarono improvvisamente nella testa bloccando ogni altro desiderio di volo. Mi portai una mano sugli occhi, in un modo o nell'altro pensavo sempre a lui, non riuscivo a odiarlo davvero."C'è qualcos'altro...."  pensai rianimandomi.Mi sedetti sul pavimento, tra l'infisso e la ringhiera, la testa dietro."Nessuno fa tutto questo solo per delle stupide pitture..." pensai, " ci dev'essere qualcosa di molto più forte..." aveva letto il mio libro, "qualcosa che ne valga la pena..." aveva ricordato quelle frasi in fiera, "non può essere solo per delle stupide pitture..." e mi aveva baciata in quel modo."Perchè lo stai facendo..." dissi infine a bassa voce, "perchè lo stai facendo..." e mi portai di nuovo la mano sugli occhi, "perchè..."  chiudendoli.________________________________________