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Dal libro: "CIVILTA' GLOBALE di D. Ikeda e M. Tehranian- Sperling&Kupfer edit." LE PAGINE PIU' ITERESSANTI 2^ PUBB.


2^   P U B B L I C A Z I O N EPag. XI (dalla prefazione)Nel corso della visita alle rovine alla Via della Seta, nell'Asia Centrale, il dottor Majid Tehranian fece tappa a Tokyo. La sua sosta, nel luglio 1992, ci offrì la prima occasione di incontrarci e parlare.Ricordo come rimasi impressionato dall'espressione calda e solare dei suoi occhi. Quando però cominciò a parlare della guerra e dei problemi della pace, i suoi modi abitualmente pacati lasciarono il posto ad una appassionata sollecitudine. Mi resi conto di avere di fronte un uomo che nutriva nel cuore l'autentica "fiamma della persuasione".Entrambi avevamo conosciuto i terrori della guerra durante l'infanzia, la sua in Iran, la mia in Giappone. Il dottor Tehranian è nato a Mashhad nel 1937; poco dopo scoppiò il secondo conflitto mondiale e la sua città fu bombardata e occupata dalle truppe straniere. Riguardo agli orrori di quel periodo, fu lui stesso ad affermare di "essere diventato dolorosamente consapevole che la guerra trasforma gli uomini in demoni". Con il passare del tempo il suo odio giovanile per la violenza e la collera da questo generata lasciarono il posto alla determinazione di dedicare la vita alla creazione di un mondo di pace.In seguito, Tehranian si recò negli Stati Uniti, e là continuò gli studi alla Harvard University, dove si impegnò attivamente nel movimento per la democratizzazione del proprio Paese natale. Per questo motivo, quando fece ritorno in Iran venne immediatamente arrestato.Dopo poco, fu rilasciato, ma per i successivi sette anni rimase sotto la costante sorveglianza della polizia.Queste esperienze non lo distolsero però dal perseguire i propri obbiettivi. Come dice il proverbio, "la goccia scava la roccia" . Con il peso di ogni parola che si pronuncia si diviene veri e propri attivisti della pace e, nel caso del dottor Tehranian, si diventa una persona che sa battersi con la forza dell'intelletto.Nel febbraio del 1996 fondai il Toda Institute for Global Peace and Policy Research, in modo da proseguire l'impegno di Josei Toda, il secondo presidente della Soka Gakkai, i cui ideali erano gli stessi che nutrivo da molto tempo: la famiglia umana universale, il transnazionalismo e l'eliminazione delle armi nucleari.  Chiesi a Majid Tehranian di essere il primo direttore dell'Istituto: ero rimasto colpito dai suoi sforzi per portare avanti studi utili a chi si trovava a fronteggiare realtà critiche, e sapevo che possedeva il genere di fede incrollabile necessaria a sorreggerlo nell'impresa.Da allora il dottor Tehranian ha ampliato il suo impegno su scala planetaria, concentrandosi sui problemi più urgenti della nostra epoca e adottando come motto per il suo progetto: "Un dialogo fra civiltà per essere cittadini del mondo".Nel febbraio 2000 si tenne a Okinawa una conferenza internazionale sul tema "un dialogo fra civiltà..." , per commemorare il centenario della nascita del presidente Toda. Il lavoro di ricerca del nostro istituto è stato pubblicato in una serie di libri, fra cui gli atti del convegno di Okinawa, relativi a una nuova agenda di pace per il millennio appena iniziato.Terhanian è anche profondamente versato negli studi religiosi, e ha sottolineato che per svolgere una mediazione fra le civiltà è della massima importanza possedere l'apertura di cuore e di mente prodotta dalla fede.Durante il soggiorno ad Harvard studiò sotto la guida di Paul Tillich, uno dei più eminenti teologi del Novecento, il quale ha definito l'essenza della religione "la più alta forma di sollecitudine per l'essere". Anch'io credo che si debba dedicare tutta la bontà insita nella natura umana a una ricerca di natura spirituale del vero significato dell'esistenza; da questo impegno sgorgherà la capacità di comprendere la dignità della forza vitale.Le differenze di razza, nazionalità o cultura di per sè non creano divisioni o rivalità, che nascono piuttosto dalla mente e dal cuore degli uomini. Compito della religione è controllarli e, nel rispetto delle diversità, dirigerli verso la fonte dalla quale emana ogni principio. Volgere lo sguardo verso l'eternità, verso ciò che è universalmente valido, e in tal modo determinare una rinascita dei valori umani: questo a mio parere, è il primo requisito del tipo di religione mondiale che il nostro tempo richiede. In una fede che riconosca la varietà come una naturale manifestazione di vitalità, ogni differenza sarà accolta come salutare arricchimento della società, come saggezza nella sua forma più creativa e preziosa.Daisaku Ikeda________________________