loredanafina

Dal libro: "La Rabbia e l'Orgoglio" di Oriana Fallaci- Rizzoli ed.- Le pagine più inteeressanti- 2^ PUBB.


3^ PARTE (dalla prefazione di Ferruccio de Bortoli)Si fece tardi, molto tardi. Io ero distrutto. Lei sprizzava energia, la voglia repressa di uscire di casa, di andare a Ground Zero. Di tornare in prima linea, come quando era più giovane. Ma non si poteva, ed era del tutto inutile avvicinarsi. "Ci vediamo domani?" "Si, domani, ma pensaci, inutile fare un'intervista. Scrivi tutto tu. Io farò un box a parte, in cui spiegherò come si è arrivati alla tua decisione di rompere il silenzio. Non vuoi un articolo? Scrivi una lettera. Scrivila a me, ti va? "Ci penso stanotte, a domani, ora sono un po' stanca" Non lo sembrava affatto, nonostante la tosse, i i segni di una malattia con la quale lottava, ignorandola, in ogni minuto di un'esistenza solitaria. Oriana aveva sempre un fronte sul quale stare, ....questo era il più pericoloso e maligno.La mattina dopo la raggiunsi un pò sul tardi. Le portai dei fiori. Che lei prese, aprendomi la porta con distrazione e senso di fastidio. Bevemmo un caffè e parlammo di tante cose. Io non avevo il coraggio di tornare sull'argomento della sera prima, l'articolo o la lettera. E, dunque, aspettai che lo facesse lei. Passò del tempo. Lunghissimo. Poi Oriana mi chiese se avevo  pensato a come presentare la sua cosa. La cosa, generica. "In prima pagina, di spalla, e poi dentro, con l'impaginazione e le foto che dici tu." Lei non rispose e andò subito a rovistare fra tante sue immagini. Quella che le piaceva di più la ritraeva in macchina, la portiera aperta, le torri gemelle riflesse sul finestrino, un grande cappello e occhiali scuri. "Questa può andare." "E il box l'hai scritto?"Aprii il computer e le mostrai quello che avevo messo giù in albergo. Con la tentazione di leggerlo ad alta voce. Come faceva lei. Ma rinunciai subito. E lei lo lesse con lo sguardo corrucciato, in silenzio. Come un esame. Fallito. Non le andava che facessi riferimento a Penelope alla guerra o a Insciallah. Le dava fastidio leggere un testo sul computer. "Insopportabile e anche scomodo." "Guarda, Oriana, lasciamo perdere. Qualsiasi testo accanto al tuo apparirebbe inutile e stonato." "Beh, se proprio insisti...."  Oriana sapeva distillare il sapore delle proprie vittorie. Anche le più piccole. "Ma in prima come lo metti?" "Faremo un palchettone, a nove colonne (c'erano ancora), poi girerai all'interno in un inserto speciale. Sarà come un libro che si pubblica la prima volta su un quotidiano, va bene?" Lei fece si con la testa, preoccupata di non sembrare mai soddisfatta. "E il titolo?" Qui la discussione si fece lunga. Si gettarono le parole sul tavolo, come in un improvviso Shanghai. E lei le scartò una a una. Alla fine io insistetti per "Il massacro e l'orgoglio". E lei sembrava convincersene, ma forse più per stanchezza. Poi accendendosi una delle tante sigarette di quella mattina, si alzò di scatto dalla poltrona e disse: "La rabbia...". Tutta quella che aveva dentro. La Rabbia e l'Orgoglio.