loredanafina

SEGUE AI LETTORI 1


L'esilio richiede disciplina e coerenza. Virtù nelle quali sono stata educata da due genitori coi fiocchi: un babbo che aveva la forza d'un Muzio Scevola, una mamma che sembrava la Madre de' Gracchi, e ai cui occhi la severità era un antibiotico contro la cialtroneria. E per disciplina, per coerenza, in questi anni son rimasta zitta come un lupo sdegnoso.Un vecchio lupo che si consuma del desiderio d'azzannare le pecore, sbrabare u cinigli, eppure riesce a controllarsi. Ma vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre. Così diciotto giorni dopo l'Apocalisse di New York, ruppi il silenzio col lunghissimo articolo che apparve su un giornale italiano poi su alcuni giornali stranieri. Ed ora interrompo (non rompo:interrompo) l'esilio con questo piccolo libro che raddoppia il testo dell'articolo. E' dunque necessario che spieghi perchè lo raddoppia, come lo raddoppia, e in quale modo il piccolo libro è nato.E' nato all'improvviso. E' scoppiato come una bomba. Inaspettatamente come la catastrofe che il mattino dell'11 Settembre 2001 ha incenerito migliaia di persone e dissolto due degli edifici più belli della nostra epoca: le Torri del World Trade Center. La vigilia della catastrofe pensavo a ben altro: lavoravo al romanzo che chiamo il-mio-bambino. Un romanzo molto corposo e molto impegnativo che in questi anni non ho mai abbandonato, che al massimo ho lasciato dormire qualche mese per curarmi in ospedale o per condurre negli archivi e nelle biblioteche le ricerche su cui è costruito. Un bambino molto difficile, molto esigente, la dui gravidanza è durata gran parte della mia vita da adulta, il cui parto è incominciato grazie alla malattia che mi ucciderà, e il cui primo vagito si udrà non so quando.Forse quando sarò morta. (Perchè no? Le opere postume hanno lo squisito vantaggio di risparmiarti le scemenze o le perfidie di coloro che senza saper scrivere e neanche concepire un romanzo pretendono di giudicare anzi bistrattare chi lo concepisce e lo lo scrive).______________________________________________