loredanafina

SEGUE AI LETTORI 4


Quelli sui due Buddha ammazzati a Bamiyan, e quelli sul mio Kon-dun. Il Dala Lama. Quelli sulle tre donne giustiziate a Kabul perchè andavano dal parrucchiere, e quelli sulle femministe che se ne fregano delle sorelle in Burkah e in shador. Quelli su Alì Butto costretto a sposarsi meno che tredicenne, e quelli su re Hussein cui racconto in che modo mi hanno trattato i palestinesi. Quelli sui comunisti italiani che per mezzo secolo m'hanno trattato peggio dei palestinesi, e quelli sul Cavaliere che ci governa. Quelli su mio padre e su mia madre, quelli sui molluschi d'oggi cioè sui giovani viziati dal benessere e dalla scuola e dai genitori. Quelli sui voltagabbana di ieri e di oggi e di domani...... Accantonai perfino i pezzetti sul pompiere Jimmy Grillo che non cede e su Bobby il bambino newyorkese crede nella bontà, nel coraggio. E nonostante ciò il testo rimane tremendamente lungo. Il direttore infiammato cercò di aiutarmi. Le due pagine intere che mi aveva riservate diventarono tre poi quattro poi quattro e un quarto. Misura mai raggiunta, credo, per un singolo articolo. Nella speranza che glielo dessi completo, suppongo, mi offrì perfino di pubblicarlo in due puntate. Due tempi. Cosa che rifiutai perchè un urlo non si può pubblicare in due tempi. A pubblicarlo in due tempi non avrei ottenuto lo scopo che mi proponevo cioè tentar d'aprire gli occhi a chi non vuol vedere, sturare le orecchie a chi non vuole udire, indurre a pensare chi non vuol pensare. Anzi, prima di darglielo, (lui non lo sa e non lo immagina neanche), tagliai ancora. Accantonai i paragrafi più violenti. Sveltii i  passaggi più complicati. Sintetizzai alcuni brani, cancellai molte righe connesse alle parti tolte. Tanto nella cartella rossa custodivo quei metri e metri di fogli intatti: il testo completo, il piccolo libro. Bè, le pagine che seguono questa premessa sono il piccolo libro. Il testo completo che scrissi nelle due settimane durante le quali non mangiavo, non dormivo mi tenevo sveglia a caffè e sigarette, e le parole sgorgavano come una cascata d'acqual.Di correzioni ve ne sono poche. (V'è ad esempio quella delle quindicimilaseicentosettanta lire con cui mi congedarono dall'Esercizio Italiano e che nel giornale avevo erroneamente indicato con la cirfra quattordicimilacinquecentoquaranta). Di tagli, stavolta, non contiene che qualche frase ormai superflua. Ad esempio quella indirizzata a chi non mi rivolgo più.Sic transit gloria mundi.                                                  *      *      *E' quello, sì, e a pubblicarlo mi par d'essere Salvemini che il 7 maggio 1933 parla all'Irving Plaza su Hitler e su Mussolini. Sgolandosi dinnanzi a un pubblico che non lo capisce ma lo capirà il il 7 dicembre 1941 cioè il giorno in cui i giapponesi alleati di Hitler e Mussolini bombarderanno Pearl Harbor, sbraita: "Se restate inerti, se non ci date una mano, prima o poi attaccheranno anche voi!".  Però v'è una differenza tra il mio piccolo libro e l'antifascist-meeting dell'Irving Plaza. Di Hitler e Mussolini, allora, gli americani sapevano poco. Potevan permettersi il lusso di non creder troppo a quel fuoriuscito che illuminato dall'amore per la libertà vaticinava disgrazie. Del fondamentalismo islamico oggi sappiamo tutto. Neanche due mesi dopo la catastrofe  di New York lo stesso Bin Laden dimostrò che non sbagliò a sbraitare. "Non capite, non volete capire, che è in atto una crociata alla Rovescia. Una guerra di religione che essi chiamano Jihad, Guerra Santa. Non capite, non volete capire, che per loro l'Occidente è un mondo da conquistare castigare piegare l'Islam". Lo dimostrò durante il proclama televisivo nel quale sfoggiava all'anulare destro una pietra nera come la Pietra Nera che si venera alla Mecca. Il proclama attraverso il quale minacciò perfino l'Onu e definì il Segretario Generale dell'Onu, il buon Kofi Annan, un "criminale". Il proclama con cui incluse gli italiani nella lista dei nemici da castigare. Quel proclama al quale mancava solo la voce isterica di Hitler o la voce sgangherata di Mussolini, il balcone di palazzo Venezia o lo scenario di Alexanderplaz. "Nella sua essenza questa è una guerra di religione, e chi lo nega, mente" disse. "Tutti gli arabi e tutti i mussulmani devono schierarsi, se restano neutrali rinnegano l'Islam" disse. "Coloro che si riferiscono alla legittimità delle istituzioni internazionali rinunciano all'unica e autentica legittimità, la legittimità che viene dal Corano". E poi, "La gran maggioranza dei mussulmani, nel mondo, sono stati contenti degli attacchi alle Torri Gemelle. Risulta dai sondaggi".______________________________________