loredanafina

Dal libro: "la Rabbia e l'Orgoglio" di Oriana Fallaci Rizzoli ed. - Le pagine più interessanti - pag. 85


Sai, quando mi dispero e tremo per la nostra civiltà minacciata dai Wakil Motawakil, per la nostra civiltà umiliata da coloro che li difendono, non sempre ho dinanzi agli occhi le apocalittiche scene con cui questo discorso è incominciato. I corpi che a dozzine cadono delle finestre degli ottantesimi e dei novantesimi e dai centesimi piani, la prima Torre che implode e inchiotte sè stessa, la seconda che si scioglie come se fosse un panetto di burro. Alle due Torri che non esistono più, infatti, si sovrappongono i due millenari Buddha che i Talebani distrussero lo scorso marzo in Afghanistan. Le due immagini si mischiano, si uniscono, diventano la medesima cosa, e penso: ma se ne è già dimenticata, la gente, di quello scempio? Io no. Infatti quando guardo la coppia dei piccoli Buddha che tengo nel mio living-room e che un vecchio monaco perseguitato dagli Khmer Rouges mi regalò a Phonom Penh durante la guerra in Cambogia, mi si stringe il cuore. E anzichè due piccoli Buddha d'ottone vedo i due immensi Buddha che incastonati dentro la roccia stavano nella vallata di Bamiyan. La vallata da cui mille e mille anni fa transitavano le carovane provenienti dall'Impero Romano e dirette in Estremo Oriente. L'incrocio da cui passava la leggendaria Via della Seta, amalgama d'ogni cultura. Li vedo perchè di loro so tutto. Che il più antico (Terzo Secolo) era alto trentacinque metri. L'altro (Quarto Secolo), quasi cinquantaquattro metri. Che entrambi avevano il dorso saldato alla roccia ed erano coperti di stucco policromo. Rosso, giallo, verde, viola. Che avevano il volto e le mani d'oro sicchè al sole brillavano in maniera accecante, sembravano mastodontici gioielli. Che all'interno delle nicchie ora vuote come orbite vuote le pareti lisce contenevano affreschi di squisita fattura, che fino all'arrivo dei Talebani anche gli affreschi erano rimasti intatti.....Mi si stringe il cuore perchè verso le opere d'arte io ho il medesimo culto che i mussulmani hanno verso la tomba di Maometto. Per me un'opera d'arte è sacra quanto per loro è sacra la Mecca, e più antica è più sacra è. Un fossile, una terracottina, una monetina, una qualsiasi testimonianza di ciò che fummo e di ciò che facemmo. Il Passato mi incuriosisce più del Futuro e non mi stancherò mai di sostenere che il Futuro è un'ipotesi, una congettura, una supposizione, cioè una non-realtà. Tutt'al più, una speranza alla quale tentiamo di dar corpo coi sogni e le fantasie. Il Passato invece è una certezza, una concretezza, una realtà stabilita. Una scuola dalla quale non si prescinde perchè, se non si conosce il Passato, non si capisce il Presente e non si può tentar di influenzare  il Futuro coi sogni e le fantasie. E poi ogni oggetto sopravissuto al Passato è prezioso perchè porta in sè un'illusione di eternità. Perchè rappresenta una vittoria sul Tempo che logora e appassisce e uccide, una sconfitta della Morte. E come le Piramidi, come il Partenone, come il Colosseo, come una bella Chiesa o una bella Sinagoga o una bella Moschea o un albero millenario, ad esempio le sequoie della Sierra Nevada, i due Buddha di Bamiyan mi davano questo.                                                ___________________