loredanafina

Dal libro: "la Rabbia e l'Orgoglio" di Oriana Fallaci Rizzoli ed. - Le pagine più interessanti - pag. 139


 Qual'è la mia Europa? qual'è la mia Italia? Oddio, il primo quesito è difficile. Dacchè stiamo diventando una provincia dell'Islam la parola Europa mi ricorda la battuta con cui nell'Ottocento l'austriaco Metternich avviliva i nostri patrioti del Risorgimento: "L'Italia non esiste. L'Italia è una mera espressione geografica". Bè....Nonostante l'ovvio e intrinseco interesse che aveva a dire una tale sciocchezza, mi son sempre chiesta se Metternich non fosse guidato da un maligno gusto del paradosso. L'Italia non è mai stata una mera espressione geografica. Anche quando languiva divisa in Stati e staterelli, tagliata a pezzi come un pollo arrosto, era un paese sentimentalmente e culturalmente unito.Dalle Alpi allo Ionio si parlava italiano, si scriveva in italiano, si pensava in italiano, e le nostre radici affondavano dentro un humus comune. L'Europa, no. D'accordo: quando la cultura alla quale appartengo, la civiltà di cui nonostante le innumerevoli pecche vado orgogliosa, le attribuisco una fisionomia ben precisa. Le riconosco un'identità che va ben oltre i connotati geografici del continente posto fra l'Atlantico e il Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar di Norvegia.Però quell'identità, quella fisionomia, le deriva dal passato di cui non mi stanco mai di parlare. Il passato che parte dall'Antica Grecia e dall'Antica Roma poi prosegue con la Rivoluzione Cristiana, il diffamato Medioevo, il Rinascimento, l'Illuminismo, le lotte per la libertà e l'ugualianza, le conquiste della modernità. Un passato da cui non si prescinde e che tuttavia l'Europa d'oggi rinnega, cerca di spegnere, incominciando dal cristianesimo di cui siamo imbevuti. Ma neanche il cristianesimo basta ad amalgamare la babele di lingue e il mosaico di paesi che compongono l'Europa. Neanche lui basta a render l'Europa un'entità compatta come l'altra fisionomia dell'Occidente ossia gli Stati Uniti d'America. Sai perchè? Perchè l'humus nel quale affondiamo le nostre radici non è mai lo stesso. E' formato da elementi diversi e spesso in contrasto fra loro. (Ammetterai che fra un normanno e un catalano o fra un parigino e un siciliano v'è più differenza di quanta ve ne sia fra un torinese e un napoletano, o un milanese e un pugliese). E, sopratutto, non è un humus che parla la medesima lingua. L'Europa parla francese, inglese, danese, norvegese, ungherese, portoghese, finlandese, cèco, polacco, slovacco, bulgaro, rumeno, lituano, estone, lèttone, eccetera. E ciascuna di queste lingue rappresenta una patria. Una natura, una storia, un retaggio di idee e abitudini e di effetti, quindi un tesoro da salvaguardare.La Patria non è un'opinione. O una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. E' un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno.                                            __________________________