Approvato il DDL contro l'abuso della professione di Psicologo

Il Senato ha approvato un Disegno di Legge contro i professionisti abusivi che introduce pene particolarmente severe nel caso si tratti di una professione attinente alla salute.

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi commenta: "Da tempo gli psicologi italiani lanciano preoccupati allarmi: varie figure non qualificate (anche utilizzando la legge del 2013 sulle professioni non regolamentate) cercano di auto assegnarsi funzioni riservate per legge alla professione di Psicologo. Lo fanno anche attraverso la rinomina, in maniera creativa, di quelli  che sono chiari interventi professioanli tecnico-psicologici: ciò non ne cambia la natura di atto professionale tipico il cui esercizio è di stretta competenza di figure qualificate e abilitate come lo psicologo".
"Una prestazione improvvistata erogata da soggetti che non abbiano la dovuta preparazione espone il cittadino ad esiti incerti oltre che controproducenti e dannosi: bisogna diffidaredi queste figure non normate".

 

La professione di Psicologo richiede un iter formativo ben preciso: la Laurea in Psicologia e il relativo tirociniio post Lauream il percorso di conclude con l'Esame di Stato e l'iscrizione all'Ordine degli Psicologi.

La sperimentazione che ha introdotto la Laurea di primo Livello si sta rivelando fallimentare e molti sudenti proseguono l'iter formativo tradizionale per avere un livello di comptenze adeguato.

Inoltre, c'è da evidenziare che in ambito clinico la specializzazione post Lauream in Psicoterapia richiede altri quattro anni di formazione teorico esperienziale, quasi sempre include un periodo minimo di due anni di psicoterapia dell'allievo (in alcune Scuole di Specializzazione come ad esempio quelle ad orientamento familiare non è obbligatorio).

In definitiva, si tratta di un percorso che per molti professionisti dura più di dieci anni con corsi di perfezionamento e aggiornamento che richiedono un notevole investimento in termini economici e di energie personali.

La Psicologia ha moltissimi ambiti di applicazioni oltre a quello clinico e, per ognuno di questi, esistono percorsi formativi ad hoc che consentono allo Psicologo di offrire un servizio professionale adeguato, ma è fondamentale che il cliente sia ben informato al fine di evitare di incorrere in sedicenti professionisti non qualificati.

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Fonte: http://www.medicitalia.it/news/4532-approvato_il_ddl_contro_l_abuso_della_professione_di_psicologo.html

 
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Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01758

SENATO DELLA REPUBBLICA
Atto n. 4-01758

Pubblicato il 26 febbraio 2014, nella seduta n. 198

ALBERTI CASELLATI , CALIENDO , LIUZZI , MARIN , MUSSOLINI , PALMA - Ai Ministri dell’interno, della giustizia, della salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca. -

Premesso che:

a cura della prima firmataria della presente interrogazione ed altri, in data 6 dicembre 2012 e 19 giugno 2013 sono stati presentati gli atti di sindacato ispettivo 4-08835 e 4-00374 al fine di portare all’attenzione la preoccupante diffusione, anche a livello europeo, del fenomeno delle derive settarie religiose;

il fenomeno in oggetto sarebbe causa di violazioni ai diritti dell’uomo, in particolare nel campo della salute, dell’educazione e del rispetto della vita privata e familiare;

nel merito, il dettato costituzionale italiano così sancisce: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge” a condizione che “non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano” (art. 8)”; e inoltre “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” (art. 19);

nella fattispecie, le pratiche si presentano con numerose sfaccettature e una molteplicità di celebrazioni che vanno dalla magia alla stregoneria, dallo spiritismo al cannibalismo e vampirismo, manifestazioni apparentemente folkloristiche che però, non di rado, sono sfociate nella commissione di gravissimi crimini, quali omicidi, stragi o violenze sessuali;

le organizzazioni all’origine delle derive settarie spesso agiscono sotto la libertà di religione e mettono in pericolo le libertà fondamentali dei cittadini costituendo, quindi, anche una minaccia alla democrazia;

il Consiglio d’Europa, già con la raccomandazione n. 1412 (1999), intese sollecitare gli Stati membri a un’efficace azione di vigilanza e di informazione preventiva sui gruppi a carattere religioso, esoterico o spirituale, invitando a concretizzare i necessari interventi mediante appositi programmi d’educazione in ambito scolastico, nonché attraverso l’istituzione di centri nazionali e regionali d’informazione e di Ong di aiuto per le vittime e per le loro famiglie, anche attraverso la creazione di un osservatorio europeo finalizzato a facilitare lo scambio tra i centri nazionali;

in seno alla Conferenza delle Oing presso il Consiglio d’Europa del 5 ottobre 2012, i rappresentanti della Commissione dei Diritti dell’uomo hanno parimenti espresso rammarico e preoccupazione per il fatto che gli Stati membri del Consiglio d’Europa non risultino aver assunto misure all’altezza della sfida rappresentata da quei culti abusanti che attentano ai diritti dell’uomo e ai principi fondamentali di tutte le società democratiche;

con decreto n. 225 UAG/2006-64767-U del 2 novembre 2006, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno ha istituito la squadra anti sette (SAS) con le seguenti motivazioni: “l’esponenziale diffusione del fenomeno selle sette esoteriche, di “aggregazioni” religiose o pseudo tali, di gruppi dediti a pratiche di magia, di occultismo e satanismo, ha assunto in tutto il paese, dimensioni e connotazioni da richiamare l’attenzione anche sotto il profilo della sicurezza” rilevando, pertanto, che “ai fini di polizia interessa verificare, osservando l’operato di singoli gruppi, la rilevanza penale e la conseguente perseguibilità di particolari pratiche”;

come già segnalato, a tutt’oggi, solo le associazioni di volontariato e alcuni centri di ricerca svolgono, pur nella limitatezza delle risorse, una preziosa e continuativa opera informativa sul fenomeno e di supporto alle vittime e alle famiglie;

in tal senso, esse realizzano un’azione di integrazione nonché, spesso, di vera e propria supplenza dell’azione pubblica, in maniera del tutto gratuita e avvalendosi della consulenza e collaborazione di esperti del settore della salute mentale, delle criminologia e della giurisprudenza;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

è da tempo in corso, in particolare sulla rete web, una pressante e reiterata campagna dai toni marcatamente diffamatori attraverso cui alcuni soggetti, oltre a minimizzare il suddetto fenomeno sociale, screditano sistematicamente con argomentazioni tendenziose e palesemente mendaci i rappresentanti del mondo del volontariato, delle forze dell’ordine e delle istituzioni impegnati in questo specifico e delicato settore, nonché le stesse vittime di realtà controverse e/o abusanti;

nello specifico, sono stati registrati indegni attacchi a danno di persone e alcune associazioni onlus tra cui CeSAP (Centro studi sugli abusi psicologici) e FAVIS (Associazione familiari delle vittime delle sette) che in termini di informazione preventiva nonché di accoglienza, supporto e tutela delle vittime di gruppi controversi e/o abusanti realizzano un’effettiva supplenza all’azione pubblica;

tali attacchi denigratori appaiono finalizzati, tra l’altro, a ostacolare eventuali proposte di legge sul condizionamento psicologico e manipolazione mentale nei soggetti deboli;

a parere degli interroganti, vista la preoccupante ascesa di tali manifestazioni, è necessaria la dovuta attenzione ma, soprattutto, sono necessarie sollecitazioni per l’attuazione di campagne informative e concrete politiche preventive a tutela della popolazione;

i rappresentanti, consulenti e volontari di alcune associazioni onlus, in alcuni contributi pubblicati in rete sono stati così insolentemente definiti “setta degli antisette, la vera setta”, come si può leggere nella stessa interrogazione 4-00374 «cioè movimenti antisette estremisti dai quali gli onesti cittadini dovrebbero prendere le distanze, fanatici oltranzisti (…), promotori di una sorta di lobby finalizzata a manipolare gli organi mediatici, i politici, la magistratura e l’opinione pubblica diffondendo falsa informazione, veri e propri strateghi e terroristi dediti a seminare intolleranza religiosa e procurare allarme, fomentatori di una campagna d’istigazione all’odio per il diverso»;

in occasione della riunione OSCE sull’attuazione degli impegni della dimensione umana, tenutasi a Varsavia dal 23 settembre al 4 ottobre 2013, nell’ambito del side event organizzato da Soteria international e dal tema “Institutional discrimination of religious and spiritual minorities in Italy and Romania”, sono stati ammessi documenti da parte di alcuni soggetti artefici e/o partecipanti alla campagna detrattoria. In particolare, sono state presentate dichiarazioni atte a sostenere l’esistenza nel nostro Paese di pericolosi scenari di intolleranza verso le minoranze religiose e spirituali organizzate, per l’inclusione delle stesse sul territorio, anche in relazione all’operato della squadra anti sette, la quale sarebbe stata istituita in seguito ad allarme creato ad hoc e privo di fondamento alcuno;

alla conferenza, gli stessi soggetti non hanno mancato di squalificare nei loro interventi anche la Federazione europea dei centri di ricerca e informazione sul settarismo (FECRIS), organizzazione dotata di statuto partecipativo al Consiglio d’Europa, statuto consultivo presso le Nazioni Unite e rappresentata presso l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, cui aderiscono le citate associazioni italiane CeSAP e FAVIS;

la dottoressa Danièle Muller-Tulli, vicepresidente FECRIS, nel suo statement finale, riferendo alle dichiarazioni dei soggetti a cui si fa riferimento, affermava testualmente: “è evidente che la FECRIS, denunciando gli abusi portati alla libertà e ai diritti fondamentali delle vittime, rappresenti un pericolo per i movimenti a funzionamento totalitario. Di conseguenza è oggetto di attacchi ripetuti quanto fuorvianti da parte dei suoi detrattori che intervengono qui con una unanimità che tradisce il loro obiettivo”;

osservato che:

a quanto risulta, non vi sono stati atti di discriminazione su base religiosa o limitazioni e violazioni della libertà religiosa, né sorta di pericoli per l’inclusione delle minoranze sul territorio nazionale a opera di cosiddetti movimenti antisette e lo scenario presentato nelle dichiarazioni presso l’OSCE non trova, di fatto, alcun concreto riscontro nella realtà del nostro Paese;

al riguardo, il rapporto sulla libertà religiosa nel mondo stilato su iniziativa del segretariato italiano di ACS (Aiuto alla chiesa che soffre) e che concerne situazioni di intolleranza, violazione e mancato rispetto del diritto della libertà religiosa di tutte le confessioni, in merito alla situazione italiana rileva che il quadro rimane positivo, pur evidenziando, in linea con quanto accade in altri Paesi dell’Europa occidentale, fatti e situazioni che rivelano intolleranza verso il credo cattolico (esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici, atti di vandalismo e profanazione, forme di critica palesemente offensive nei mass media);

a conferma di ciò, anche l’ultimo rapporto americano sulla libertà religiosa, per quanto concerne la situazione italiana, ha registrato unicamente episodi occasionali di abusi o discriminazioni basati sull’affiliazione, la fede o la pratica religiosa, non certo addebitabili all’attività delle associazioni “antisette” o della squadra anti sette;

tenuto conto, infine, che:

le menzionate associazioni di volontariato non sono oggetto sulla rete telematica di attacchi né di critiche o rimostranze da parte di minoranze religiose e /o spirituali ma operano in un’ottica di naturale dialogo e fattiva cooperazione, anche con le forze dell’ordine e con le istituzioni;

nella fattispecie, il signor Maurizio Alessandrini, presidente della FAVIS e del “Forum delle Associazioni italiane di ricerca, informazione e contrasto dei movimenti settari e dei culti abusanti”, cui partecipano le realtà associative italiane federate FECRIS, con suo comunicato ufficiale, e pubblicato su “Agenzia radicale”, afferma quanto segue: ” [Le associazioni] non svolgono, né hanno mai svolto, alcuna azione di coordinamento della Squadra Anti Sette né hanno mai rivestito il ruolo di consulenti e/o informatori e/o referenti privilegiati della stessa, non gestiscono per conto o in collaborazione con la SAS alcun dossier concernente il fenomeno settario, né ricevono da tale organismo finanziamento alcuno. Non diversamente da quanto avviene nel mondo dell’odierno volontariato, le menzionate associazioni, oltre a rispondere alle esigenze di tutela e partecipazione dei soci, nonché della cosiddetta popolazione-bersaglio che esse rappresentano per una specifica condizione, svolgono un ruolo di rilievo, in termini di prevenzione e sensibilizzazione a specifiche tematiche, a tutela di tutta la popolazione in generale e per tali motivi non possono che essere reticolari, ossia connesse con altre realtà, anche istituzionali, con le quali cooperano attivamente”;

in un recente simposio organizzato dalla francese Missione interministeriale di lotta e vigilanza alle derive settarie, il Ministro dell’interno francese, Manuel Valls, ha evidenziato come l’azione di contrasto alle derive settarie costituisca una lotta essenziale poiché le sette abusanti rappresentano la negazione stessa dell’individuo. Al riguardo, si reputa doveroso rammentare che tra gli “individui negati” inseriti in contesti settari, vi sono anche e soprattutto i bambini: ben 240.000 i minori nel nostro paese, che secondo il Report realizzato nel 2010 dal gruppo di lavoro presieduto dall’allora presidente della Commissione bullismo del Ministero dell’Istruzione, dottor Luca Bernardo, sarebbero entrati solo in quell’anno in contatto con le “sette”. Bambini sovente maltrattati e abusati, non a caso definiti nel 9° rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, redatto da “Telefono azzurro”, come “dimenticati, ignorati e perfino negati”,

si chiede di sapere:

se e quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare in relazione alle direttive espresse nella raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1999 e alla luce delle più recenti valutazioni e considerazioni espresse in ambito europeo;

se siano stati o meno realizzati progetti educativi in ambito scolastico volti all’auspicata educazione in materia, nonché a tutela dei soggetti più vulnerabili come adolescenti e minori;

se non ritengano opportuno valutare l’istituzione nel nostro Paese di un’apposita struttura simile alla francese “Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie”;

se siano o meno a conoscenza dell’insistente e pressante campagna di discredito di cui sono a tutt’oggi bersaglio le menzionate associazioni onlus e la stessa SAS e come, eventualmente, intendano procedere nell’interesse delle stesse ex vittime dei culti e delle loro famiglie che si rivolgono fiduciose alle associazioni di aiuto e agli organismi di polizia.

 

Fonte: SENATO DELLA REPUBBLICA

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=750234

 

 
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Il peso delle parole

Post n°405 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da loritatinelli
 

Un guru, una volta, stava tentando di spiegare a un gran numero di persone il modo in cui gli esseri umani reagiscono alle parole, si nutrono di parole piuttosto che di realtà.
Uno degli uomini si alzò e protestò, dicendo: “Non sono d’accordo sul fatto che le parole abbiano un effetto di questa portata su di noi”.
Il guru rispose: “Siediti, figlio di puttana”.
L’uomo divenne livido di rabbia e disse: Tu ti definisci una persona illuminata, un guru, un maestro, ma dovresti vergognarti di te stesso.
Il guru allora riprese: “Perdonami, mi sono lasciato trasportare. Non volevo. Chiedo scusa”.
L’uomo si calmò.
Allora il guru disse all’uomo: “Sono bastate poche parole per scatenare una tempesta dentro di te; e ne sono bastate poche altre per farti calmare nuovamente, non è vero?”

Anthony de Mello, "Dove non osano i Polli"

 

 
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Interrogazione sui pericoli dei social network

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01695


Atto n. 4-01695

Pubblicato il 13 febbraio 2014, nella seduta n. 192

ALBERTI CASELLATI , BONFRISCO , MARIN , PICCOLI , ZANETTIN - Ai Ministri della giustizia, dell'interno e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

le maggiori testate giornalistiche nazionali hanno riportato, in data 11 febbraio 2014, l'episodio di una quattordicenne di Fontaniva (Padova), la quale si è tolta la vita gettandosi dal tetto dell'ex hotel Palace di Cittadella in seguito ai numerosi insulti ricevuti sul social network "Ask.fm";

"Ask for me", creata in Lettonia nel 2010, è una piattaforma virtuale di tipo Q&A (question and answer) con la specifica caratteristica di permettere ai fruitori di interagire in forma anonima. Conta ad oggi circa 60 milioni di utenti registrati, dei quali più di 13.000 si collegano quotidianamente e l'Italia è il secondo Paese per numero di connessioni;

la community, già nota alla cronaca internazionale per episodi analoghi, è stata più volte accusata di essere corresponsabile di diversi suicidi adolescenziali, tra cui quello di una quattordicenne britannica avvenuto il 2 agosto 2013, episodio per il quale è intervenuto anche il premier inglese Cameron che ha chiesto ripetutamente di boicottare il sito;

il suicidio della giovane Nadia, in quanto vittima del cosiddetto fenomeno del «cyber-bullismo», ossia il bullismo on line, che si configura in atti di molestia effettuati tramite mezzi elettronici, ripropone il preoccupante tema sociale, tanto attuale quanto complesso, del corretto rapporto tra gli utenti e l'utilizzo di un servizio della rete sociale attraverso internet e dei siti web, nonché i rischi ed i pericoli loro connessi;

tenuto conto che:

la scelta che avrebbe indotto la quattordicenne a togliersi la vita sembrerebbe essere stata premeditata, visto che la ragazza da settimane pubblicava messaggi sul social network utilizzando sovente espressioni come "tagliarsi le vene" o "non mi vuole nessuno" e alludendo, in più occasioni, alla morte;

in passato, la giovane aveva già tentato, a più riprese, di compiere atti autolesivi le cui immagini venivano da lei stessa pubblicate sul social network, provocando ampie reazioni fra gli internauti, per lo più della sua stessa età, senza però tradursi in azioni concrete finalizzate ad aiutarla, se non addirittura volte ad incitarla nel compiere definitivamente tali propositi;

il contenuto del sito sotto accusa non è né moderato né monitorato e, soprattutto, chi vi accede è esposto fin da subito a potenziali minacce, insulti e violenze psicologiche, i cui effetti incidono direttamente sull'autostima, sulle capacità socioaffettive e sull'identità personale;

la modalità anonima con cui è possibile interagire con altri utenti può nascondere insidie letali se non si è preparati a difendersi, anche in considerazione della giovane età dei fruitori, soprattutto se nel profilo ci sono foto o video personali, potendo chiunque violare la privacy;

la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova, attraverso il pubblico ministero Roberto D'Angelo, ha aperto un'inchiesta delegando la Polizia postale ad effettuare tutti gli accertamenti del caso per constatare eventuali responsabilità;

considerato inoltre che:

secondo l'ultima ricerca dell'organizzazione Ecpat (End child prostitution pornography and trafficking), osservatore in materia di sfruttamento dei minori da parte del Consiglio sociale ed economico delle Nazioni Unite, il 60 per cento degli adolescenti (italiani) fruitori del social network "Ask.fm" dichiara di aver letto insulti e commenti offensivi nei confronti di qualcuno che conoscono in prima persona, a dimostrazione, quindi, del diffuso pericolo insito nella piattaforma virtuale;

l'interrogante evidenzia come la terribile vicenda avvalori l'espansione del fenomeno della violenza via web, tale da richiedere azioni tempestive ed incisive in grado di tutelare gli utenti e specificamente i giovani e i preadolescenti;

si chiede di sapere:

quali orientamenti intendano esprimere i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle rispettive competenze e con riferimento a quanto esposto, per difendere con maggiore rigore i giovani utenti nell'utilizzo del social network "Ask.fm" e di altre piattaforme virtuali con le stesse dinamiche di funzionamento;

se non ritengano opportuno, vista la gravità degli eventi e in considerazione anche dell'età delle potenziali vittime, valutare ogni possibile iniziativa da porre in essere, compreso l'eventuale oscuramento del sito o la sua chiusura definitiva;

se non ritengano necessario stabilire, in tempi rapidi, un piano d'azione a livello nazionale in grado di avviare un percorso di formazione all'utilizzo delle reti sociali, anche attraverso campagne di comunicazione e sensibilizzazione.

 

 
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Il nostro specchio

Post n°403 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da loritatinelli
 

Si racconta la storia di due cani, che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo.

 

 
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Il lupo e l'agnello

Post n°402 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da loritatinelli
 

 

 

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: "Perché osi intorbidarmi l'acqua?"
L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo se l'acqua scorre da te a me?"
"E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole".
"Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie". Quindi saltò addosso all'agnello e se lo mangiò.
Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.

Fedro

 
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