lorsoabbruzzese

LEGGENDA


Leggenda abruzzese Come tutti gli anni, puntuale, Maria discese dal cielo e riprese il suo posto accanto al Bambino Gesù, nel presepe; dall'altra parte c'era, inginocchiato e appoggiato al suo bastone di viaggio, S. Giuseppe, assorto nel grande mistero. Tornarono dall'oriente i tre Re Magi, guidati dalla stella, coi loro doni preziosi, e i pastori dai loro stazzi, coi loro umili doni; e accorsero gli angeli dalle sfere celesti cantando osanna e augurando la pace agli uomini di buona volontà; e venne, come sempre, a inginocchiarsi accanto al Bambino, S. Giovanni paffuto e riccioluto, che reggeva la piccola croce che mai l'abbandona. E venne, da tutta la terra, una folla di belle Madonne. Erano discese dagli altari, nelle loro vesti di seta; venivano dai grandi santuari, dalle cattedrali, dalle pievi, dalle cappelle e dalle piccole icone come disseminate nelle campagne, crocicchi delle città, nei cimiteri, nei conventi, nelle caserme, nelle fabbriche. C'erano, innanzi tutto, le tre sorelle: la Madonna delle Grazie, di Castel del Monte, la Madonna della Rocca, di Rocca Calascio, e la Madonna di Roio; tutti aspettavano che la Madonna della Rocca vedeva, da quell'altezza, le altre due e che ad ogni mattutino si salutavano; si somigliavano come tre gocce d'acqua, come se avesse scolpite la stessa mano. C'erano le Madonne apparse agli ignoranti e alle pastorelle; c'erano la Madonna della Strada, la Madonna Immacolata, la Madonna dei Sette Dolori, la Madonna della Pietà, la Madonna della Salute, la Madonna della Libera, la Madonna del Suffragio, la Madonna del Soccorso; e inoltre la Madonna di Tre Garofani, del Cardellino, della Seggiola, e tante altre, giovani e vecchie, ricche di ori e di cinti, che si erano staccate dai dipinti dei grandi pittori, per rendere omaggio a Maria nella notte santa. Recavano tutte un regalo a Gesù: i gioielli ricevuti dai fedeli, gli ex voto offerti per grazia ricevuta, le aureole d'oro e d'argento con le dodici stelle. Tra le Madonne ce n'era una di legno tarlato, rozzamente scolpita, con veste e manto che le tormente avevano stinto; si vedeva che era povera assai e che veniva.dalla montagna. Forse veniva da una cappelletta dove si fermavano solo i pastori e i taglialegna, una volta l'anno, per celebrare la sua festa; e forse riceveva solo fragole e ciclamini, ricotte e cacio. Se ne stava in disparte dietro tutte le altre e reggeva forte con le mani un grembiule teso e gonfio. Che cosa portava? Ella guardava, imbarazzata, le tante ricchezze sparse al suolo e quelle che vi venivano, a mano a mano, depositate. Maria la scorse e le chiese con dolcezza: «Come ti chiami?» Ed ella, dall'ultimo cantuccio, con voce mite e quasi impercettibile: «Sorella, mi chiamano Madonna della Neve.» Ciò detto, le cocche del grembiule le sfuggirono dalla stretta e una miriade di fiocchi bianchi si sparsero sul pavimento. I fiocchi di neve via via si tramutarono in bianche corolle e un intenso profumo invase la stalla. Tutte si voltarono a guardare, meravigliate. Maria sorrise, raggiante a quel dono. Ancora oggi, alla vigilia di Natale, le rifioriscono ai piedi, nel molle tepore della sua edicola di pietra, i cespugli ch'erano rimasti secchi per tutto l'anno. orsoabbruzzeseAUGURI A TUTTI VOI...BUON NATALE