Il blog operaio!

A Emma Bonino


Cara Emma, ho appreso con sommo gaudio la notizia secondo la quale avresti rimesso il tuo mandato nelle mani di Prodi. Se ciò venisse confermato (anche se temo accadrà il contrario) non mi mancherai di certo, visti i motivi che ti avrebbero spinta a farlo. Quella delle pensioni è proprio una tua fissa, vero? Sarà mica l’arteriosclerosi? Ricordo, ad esempio, che tempo fa ho avuto occasione  di udire la tua dichiarazione secondo la quale  sarebbe auspicabile che l’età pensionabile venisse portata a 65 anni sia per gli appartenenti al sesso maschile che a quelli del sesso opposto. Affermazione coraggiosa, senza dubbio, considerato che una larga fetta della coalizione di governo in cui risiedi manifesta idee del tutto opposte. Del resto, cara Emma, tu ed i tuoi amici radicali non siete nuovi ad asserzioni su questa lunghezza d’onda. Ricordo, ad esempio, che siete stati i primi a parlare d’abolizione dell’articolo 18  dello statuto dei lavoratori, proponendo addirittura un referendum in tal senso, per non parlare  delle vostre denunce sulla presunta corporatività dei sindacati confederali. Tutto ciò mi fa sorgere spontanea una domanda: scusa la brutalità, cara Emma, ma per caso noi operai ti stiamo sulle balle? Forse quando eri giovane uno di noi ti ha sedotta e poi abbandonata e da allora non ti sei più ripresa? Se fosse stato così ti chiedo scusa io a nome di tutta la categoria per il comportamento abbietto di quello squallido individuo. Considerato però che nel tuo caso l’espressione “da giovane” corrisponde più o meno all’epoca delle costruzioni delle piramidi, non credi, cara Emma, sia giunto il momento di metterci una pietra sopra?  Non puoi continuare, per l’errore di uno, a farla pagare a tutti noi, giacché probabilmente il lavoratore di cui ti eri invaghita era uno schiavo egizio che aveva ben altro a cui pensare che non alle tue grazie!Cara Emma, c’è stato un tempo in cui ero al vostro fianco sul fronte della liberalizzazione delle droghe leggere, ma se questi sono gli effetti collaterali dell’uso indiscriminato della cannabis sono costretto a ricredermi. In quel periodo ho persino affidato il mio voto alla lista che portava il tuo nome. Ero attratto dal tuo modo combattivo di porti, la passione che mettevi nel difendere le tue idee, la tua poca disponibilità a scendere a compromessi per meri fini politici… Ora però, cara Emma, non capisco. Non sarà mica colpa di Capezzone? Forse egli ricatta te ed il povero Pannella tenendo in ostaggio le vostre zie sospese su una vasca d’acido?  Altrimenti non si spiega come mai siate passati dalla lotta contro la partitocrazia a quella contro la classe lavoratrice. Se così non fosse, cara Emma, mi piacerebbe comprendere quale sia la tu idea di società del futuro. Forse  una in cui chi lavora (una cosa che probabilmente a te non è mai capitato di fare)  può essere licenziato senza alcuna ragione apparente, magari per le sue idee politiche e sindacali; una società in cui è normale essere sottoposto a contratti di lavoro vessatori che sono totalmente a favore dell’imprenditoria; una società in cui è altrettanto normale essere costretto a subirli senza avere la possibilità di reagire poiché la libertà sindacale non è più un diritto; una società, infine, che ti costringe lavorare finché non sei ridotto ad una larva prima di poter raggiungere l’agognata pensione. In fin dei conti, cara Emma, in questa ipotetica società che potremmo definire “boniniana”, per consolarsi uno può sempre fumarsi una bella canna senza che nessuno gli dia noia, no? Cara, cara, cara Emma… ma vaff… Affettuosamente tuoConte_1972