Lo Stagista

Frammenti: L'amore


Lettera di un amicoPosso dirti, caro amico, che ora conosco anche io il dolore straziante di una madre che ha visto il proprio figlio uscire di casa, la mattina, e poi non lo ha rivisto mai più. Nè morto, nè vivo. Ora conosco il dolore di un padre il cui unico figlio è sparito per sempre inghiottito dal nulla.Ora conosco anche io quel senso di attesa lacerante, che non ti abbandona mai. Nè di giorno, nè di notte. Che continua ad oscillare tra la speranza di un suo possibile ritorno e l'angoscia della certezza che, invece, lui non tornerà mai più. La certezza che non lo rivedrai mai più. Che non puoi nemmeno fargli un funerale. Che non ci sarà nemmeno una tomba sulla quale piangerlo. Perchè, semplicemente, quel figlio non esiste più. Perchè te l'hanno portato via. Violentato. Calpestato. Ucciso. Egli giace da qualche parte e tu non puoi farci niente. Non hai potuto farci niente. Non hai potuto difenderlo. E non potrai farci più niente.Ora conosco anche il dubbio atroce che ti assale la notte e che ti porta a pensare che, forse, quel figlio non sia mai neppure esistito. Che forse è stato solo una fantasia. Un dubbio assurdo accompagnato da quel senso di attesa lacerante. Che si trasforma in un lacerante senso di impotenza. Una angoscia che è come carta vetrata che qualcuno ti strofina sull'anima. Giorno e notte.Quel senso di attesa che non finirà. Che non passerà.Che non passerà mai. Che accompagnerà ogni mio respiro. Per sempre.