GIOCHI O NON GIOCHI?

PRIMI GIORNI


Rimetto in gioco tutto ciò che finora sono stata per essere ciò che voglio. Ho avuto paura del contatto fisico, prima di ritrovarmi ad affrontarlo. Ho paura del mio innato cinismo. Mi scopro un'altra. Scopro il piacere di stringere forte la mano di uno sconosciuto ormai non più tale. Lo scambio di sguardi. Scopro la mia irritazione nel sentire scommesse sulla vita di persone da parte di soggetti poco sensibili. L'imbarazzo nel veder trattati assistiti neanche fossero prigionieri. "Signora non siamo mica al Grand Hotel! Dobbiamo fare ciò che è più comodo per noi!" fa male alle orecchie e allo stomaco. Torno a casa distrutta ma soddisfatta. Troppo poco abituata al lavoro fisico. Odori che rimangono appiccicati alle narici a cui prima o poi mi abituerò. Tre nuovi ingressi in soli quindici minuti. In reparto si scatena l'inferno. L'ultima stanza in fondo. A. fa il diavolo a quattro dentro al letto. Urla suoni senza alcun senso. Incomprensibili. Dovrei rilevare la sua PA e mi sembra impossibile da fare, rischiando un pugno sul viso. Insieme al figlio si decide di contenerla per evitare che oltrepassi le sponde e si faccia male cadendo dal letto. La pelle abbronzata e secca stacca nettamente dal resto della camera. Finisco il turno sapendo che A. è contenuta a tutti e quattro gli arti. Il figlio non può rimanere. Due giorni dopo rientro in reparto e mi dicono che si è strappata tutto. Sondino, aghi. Anche se è un pò più tranquilla ha sempre l'istinto di strapparsi il catetere vescicale. Adesso le tengo forte la mano che non possiamo contenere mentre sistemiamo le lenzuola. Stringe forte anche lei. E mi guarda. Con l'unico occhio che riesce a tenere aperto. Emette grugniti che avranno sicuramente un senso nella sua testa. Sono io che non riesco a capirla. Mi guarda e stringe la mia mano, disperata perchè non riesco a capire ciò che dice, mentre degli spasmi di ribellione scuotono il suo corpo. Mi guarda. Mi stringe la mano. E mi chiede di essere libera di tornare a correre nei campi dove il sole possa baciarle la pelle.