LSU & LPU

Post N° 349


Rosarno (RC) LSU-LPU: " Siamo ormai stremati e stanchi della nostra condizione di precarietà e disagio sociale in cui viviamo "I lavoratori lsu ed lpu di Rosarno come quelli dell'intera Regione sono ormai stremati e stanchi dalla annosa condizione di precarietà e disagio sociale in cui vivono.Nessuna forma di stabilizzazione o di miglioramento delle condizioni lavorative è stata a tutt'oggi messa in atto da chi ne ha la "patria potestà" e la competenza per legge, cioè la Regione Calabria.I sindacati sembrava si fossero svegliati con l'assemblea dei rappresentanti regionali a Lamezia nel mese di ottobre, dove insieme ai lavoratori era stato proclamato lo sciopero per il 7 novembre 2011 presso la sede della regione Calabria. Nonostante l'organizzazione di quella manifestazione fosse già avanzata, dopo un incontro avuto il 02 novembre con la parte politica regionale, lo sciopero saltò e fu firmato un accordo che nei suoi contenuti è stato totalmente disatteso. Da allora sono trascorsi oltre 3 mesi e solo ora i sindacati sembrano essersene accorti della presa in giro di quell'accordo da loro sottoscritto nonostante l'impegno sullo sciopero preso appena qualche giorno prima con i lavoratori che non venivano organizzati per una manifestazione dal 2007. L'accordo infatti prevedeva i pagamenti delle mensilità arretrate e l'impegno per i pagamenti puntuali successivi oltre alla necessità di richiedere la riapertura del tavolo nazionale per discutere sulle forme di stabilizzazione possibili.Da allora è cambiato il Governo nazionale e da qualche giorno il Ministro del lavoro ha aperto la discussione con le parti sociali e gli altri possibili interlocutori sui problemi del lavoro tranne che con la Regione Calabria.A tutt'oggi infatti, sembra che nessuno, tra sindacati e Regione Calabria abbia sentito l'esigenza di far scrivere nell'agenda del Governo e del Ministero del lavoro la problematica degli lsu ed lpu della Calabria, i lavoratori a nero per eccellenza che lo Stato fa finta di non conoscere, mentre dall'altro persegue il privato che usa il lavoro nero. In un Paese civile questo non è ammissibile ed abbiamo la certezza che il Governo disconosca la questione, dato che alcuni di noi  qualche giorno fa in un colloquio diretto con il Ministro Riccardi in visita a Rosarno per la questione Immigrati, hanno esposto il problema del quale lo stesso membro del Governo era totalmente all'oscuro e come lui si suppone i suoi colleghi. E' chiaro che in questa battaglia devono entrare anche i sindaci, che sono coloro che nei fatti godono delle prestazioni lavorative di queste migliaia di padri e madri di famiglia calabresi, dato che, visti anche i tagli attuati dal Governo non possono più garantire le anticipazioni di cassa per favorire comunque i pagamenti puntuali delle spettanze.Urge perciò un intervento a più livelli ma con in testa la Regione Calabria per chiedere la riapertura immediata del tavolo di trattative con il Ministero del Lavoro e porre fine ad oltre 15 anni di precarietà e sfruttamento di Stato. Se è noioso il lavoro fisso è penoso quello precario e non fa onore a nessuno.Ancora una volta da Rosarno parte un grido di allarme ed un invito di compattezza a tutta la categoria lsu ed lpu oltre che alle forze sindacali, per mettere a punto un vero e proprio stato di agitazione che culmini in una grande manifestazione alla Regione Calabria, che solo una legge sulla stabilizzazione può bloccare e nessun accordo fittizio come avvenuto fino ad ora. Non crediamo più nelle favole perché ogni giorno è sempre più difficile rientrare presso le proprie case, dove abbiamo figli che non sono di serie B ma hanno le stesse Esigenze degli altri.Noi la stabilizzazione ce la siamo guadagnata sul campo, con 15 anni di sacrifici e di vessazioni. Non abbiamo mai avuto l'onore nemmeno di essere chiamati lavoratori perché anche questo per noi è un privilegio ma veniamo indicati come "soggetti utilizzati", una vergogna per l'Italia e per la regione Calabria che fa finta di non sapere e non dà nessuna risposta a gente che pur avendo lavorato non riceve quanto gli spetta da diversi mesi mentre sono sotto gli occhi di tutti sprechi e spese inutili a danno delle tasche di cittadini onesti ed indifesi