LSU & LPU

Protestano centinaia di lsu-lpu. Tensione altissima e cori contro politici e sindacati


 In Consiglio esplode la rabbia dei precariA Palazzo Campanella protestano centinaia di lsu-lpu. Tensione altissima e cori contro politici e sindacatiShare on facebookShare on twitterShare on linkedinShare on emailShare on printMore Sharing Services -   A   + 
I lavoratori protestano davanti all'ingresso del consiglio regionaleDura protesta in consiglio regionale. Centinaia di lavoratori lsu/lpu hanno dato vita a una manifestazione davanti a Palazzo Campanella per chiedere certezze sul loro futuro e il pagamento degli stipendi arretrati. Un sit-in contrassegnato soprattutto dalla rabbia di operatori che non ricevono retribuzioni dallo scorso mese di luglio. La protesta è stata condotta al grido di «vergogna, buffoni», indirizzato alla maggioranza di centrodestra ma anche alla triplice sindacale - Cgil, Cisl e Uil -, "colpevole" di aver escluso dalle trattative la sigla Usb, che rappresenta il maggior numero di lavoratori di pubblica utilità. La tensione è altissima e gli animatori della protesta non escludono azioni eclatanti pur di ottenere assicurazioni concrete da parte delle istituzioni. Finora, l'unica sicurezza è rappresentata da un "tesoretto" di 31 milioni, esaurito il quale la Regione non potrà più mantenere in servizio gli lsu/lpu. Una lettera del dipartimento Lavoro ha infatti comunicato alle amministrazioni comunali e provinciali (nelle quali prestano servizio i lavoratori precari) che non sussistono allo stato le condizioni giuridiche affinché la Regione possa liquidare a questi enti le risorse finanziarie stanziate nel bilancio regionale 2013 per i sussidi. Una decisione motivata con una recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge regionale che prevedeva la stabilizzazione dei precari. Il Consiglio, intanto, prende tempo e si appresta a varare una norma transitoria che dovrebbe consentire la proroga dei contratti fino al 31 dicembre 2013, anche se i fondi a disposizione probabilmente non consentiranno di tirare avanti oltre il 31 luglio. I sindacati chiedono a gran voce l'approvazione di una legge quadro che consenta di superare i rilievi della Consulta, in modo da permettere ai Comuni e agli altri enti di prorogare i contratti in essere.A incarnare il malcontento dei lavoratori è Aurelio Monti, rappresentante regionale usb, che accusa Cgil, Cisl e Uil di «appoggiare tutti i pastrocchi» della politica e di aver estromesso dalle trattative il sindacato maggiormente rappresentativo delle istanze degli lsu/lpu. «Dopo 16 anni di precariato, dopo aver lavorato in nero per lo Stato, senza nessuna forma previdenziale e senza alcuna regolarità nei pagamenti, chiediamo la stabilizzazione dei nostri contratti», spiega un altro lavoratore assiepato davanti all'Astronave. La legge che dovrebbe consentire la proroga è invece etichettata da tutti come una semplice «norma tampone». Qui nessuno se la sente di considerarla un provvedimento davvero risolutivo. In tutto, sono quasi 5200 gli operatori di pubblica utilità che si ritrovano a fare i conti con una lunga serie di punti interrogativi sul loro futuro. E c'è anche chi si dice pronto a «presentare all'Unione europea una class action per richiedere i contributi che le istituzioni regionali non hanno mai versato». «Se non avremo risposte siamo decisi a bloccare la Calabria», dice un altro. Dentro il Palazzo, nel frattempo, si continuano a cercare soluzioni.Pietro Bellantoni