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Lsu e Lpu, non si placano le proteste dopo la soluzione tampone del Consiglio Regionale

Post n°373 pubblicato il 22 Marzo 2013 da albathros70

 

Lsu e Lpu, non si placano le proteste dopo la soluzione tampone del Consiglio Regionale

on

di Adelina B. Scorda - www.lentelocale.it

BIANCO - La delicata vicenda di Lsu e Lpu impone una azione che si divincoli da momentanee iniziative illusorie e inconcludenti, rivolgendosi con un azione precisa e lungimirante alla soluzione, se pur in parte di quella piaga atavica che sotto un più ampio respiro da decenni ha investito la Locride e ancore di più un'intera regione: il lavoro. Servirebbe uno sforzo dialettico sostenuto da una volontà operante che sia in grado di proporre e produrre, per andare avanti con progetti e programmi, senza sposare altre operazioni uguali a quelle che oggi si presentano come estremamente critiche. Una battaglia quella sul lavoro che al momento abbiamo perso e la condizione a cui sono costretti gli lsu/lpu né la prova schiacciante.

A caratterizzare questa sconfitta, l'effetto domino che sta interessando le unità lavorative dei singoli comuni, a insorgere, oggi, sono, infatti, gli Lsu/Lpu del comune di Bianco, il loro un disagio che si unisce a un insieme di voci che lamentano, chiedono, lavoro e rispetto. ‹‹E' dovere degli Enti locali per cui ognuno di noi ha messo a disposizione, in tutti questi anni, la propria professionalità e il proprio impegno per garantire la piena efficienza dell'attività amministrativa, intervenire e, se necessario, scendere in campo al nostro fianco nella battaglia per la stabilizzazione››. Non vogliono parole di solidarietà, ma azioni fattive per elaborare una soluzione reale ad un serio problema sociale, economico, amministrativo e politico. Laddove si interrompesse il rapporto di lavoro con i Lavoratori Lsu/Lpu, la macchina burocratica della Calabria subirebbe un improvviso arresto, tenuto conto che il 70% dei servizi comunali è garantito da loro. La norma transitoria approvata dal consiglio regionale lo scorso 18 marzo, atta a superare il vuoto legislativo derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale e finalizzata a dare continuità ai rapporti dei lavoratori. ‹‹non è quello per cui abbiamo lottato in questi ultimi 15 anni, non intendiamo accettare passivamente, dopo 15 anni di "lavoro nero", che ancora una volta si lasci ad altri la possibilità di decidere del destino di 5200 unità lavorative a cui sono collegate le rispettive famiglie e che, a tutt'oggi, garantiscono servizi sul territorio e operano in tutti gli uffici comunali al pari dei dipendenti di ruolo, senza vedersi garantito un futuro e, cosa ancor più grave, senza alcuna copertura contributiva››. In buona sostanza la soluzione tampone adottata dal consiglio regionale altro non farebbe che allungare di qualche mese il ricorso a una soluzione definitiva, che al momento non si è in grado di formulare. La mancanza ora di possibilità economiche e l'errore passato di non aver provveduto alla stabilizzazione di quanti l'avrebbero se non altro meritato, crea oggi un grave problema non solo economico, in quanto evidenzia l'incapacità amministrativa di una buona parte della politica, ma inserisce la questione degli Lsu/Lpu in un problema di più ampio respiro: la questione lavoro che qui, più che altrove è il sintomo di una povertà prima sociale e poi economica. Da qui la proposta dei lavoratori Lsu/Lpu per chiedere a tutte le Istituzioni ‹‹di intervenire, ognuna secondo le proprie competenze e nelle opportune sedi, a tutela della categoria››, affinché, finalmente venga loro riconosciuto il diritto al lavoro.

 
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"LsU-LpU. Pronti a manifestare davanti al Ministero del Lavoro"

Post n°372 pubblicato il 19 Marzo 2013 da albathros70

 

Aurelio Monte (Usb Calabria): "LsU-LpU. Pronti a manifestare davanti al Ministero del Lavoro"

 

"ENNESIMA vergogna a danno dei lavoratori LSU/LPU della Calabria. Il sindacato USB esprime la propria contrarietà all'accordo della norma transitoria (presentata dopo la sentenza n° 18/2013 della Corte Costituzionale) che ieri è stata approvata in Consiglio regionale con l'avvallo dei sindacati concertativi. Le battaglie che in questi anni l'USB ed i lavoratori hanno portato avanti erano volte alla stabilizzazione e non certo ad una norma transitoria. Il vergognoso compromesso raggiunto ieri, che permette la prosecuzione dei progetti fino al 15 di Luglio si è rivelata un'ennesima beffa. Improvvisamente sono scomparsi dal bilancio previsto per gli LSU/LPU 10.000.000€. Gli impegni che il presidente Scopelliti aveva preso dopo la manifestazione del 10 Dicembre a Villa San Giovanni sono stati tutti disattesi. Aveva, infatti, promesso che dopo i 31.000.000 € si sarebbero trovati i soldi per garantire i progetti fino al 31 Dicembre 2013; soldi che oggi non ci sono più. In questi anni come organizzazione sindacale abbiamo sempre sottolineato in tutti gli incontri avuti con il presidente Scopelliti quanto fosse urgente e necessario ottenere un tavolo tecnico nazionale. In Consiglio regionale la proposta del Sindacato e dei lavoratori è stata ripresa dal presidente il quale ha dichiarato, che è necessario essere tutti compatti nel "pretendere" il tavolo tecnico nazionale. Nonostante ciò ci faccia piacere, ci stupisce il fatto che solo ora il presidente ritenga indispensabile questo tavolo che rivendichiamo da tempo. Da oggi daremo il via ad una dura ed aspra lotta affinchè i lavoratori, dopo oltre 15 anni di lavoro in nero, possano riprendersi la propria dignità. Lavoreremo con il lavoratori fianco a fianco nei posti di lavoro per mettere in piedi un movimento condiviso per le future battaglie che verranno intraprese a partire da subito e che si concluderanno solo quando i lavoratori avranno, finalmente, garantiti i loro diritti. Il sindacato USB invita i lavoratori a mantenere lo stato di agitazione permanente che sfocerà in una grossa manifestazione nazionale dinanzi al Ministero del Lavoro a Roma. Non dobbiamo fare neanche un passo indietro su tutti quelli che sono gli obiettivi che in questi anni ci siamo prefissi primo fra tutti la STABILIZZAZIONE". Così, in una nota, Aurelio Monte, rappresentante di USB Calabria.

 
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Siamo stanchi di precarietà e norme transitorie: Vogliamo solo la normalità

Post n°371 pubblicato il 18 Marzo 2013 da albathros70

 

Siamo stanchi di precarietà e norme transitorie: Vogliamo solo la normalità

Lsu ed Lpu contro la legge-tampone del Consiglio Regionale: "Vogliamo legge degna di questo nome"

reggio consiglioregionaleEnnesimo viaggio della speranza dei Lpu-Lsu della Locride che insieme ai colleghi provenienti da tutta la Calabria hanno dato vita a una manifestazione davanti a Palazzo Campanella per chiedere certezze sul loro futuro e il pagamento degli stipendi arretrati. La manifestazione ha avuto momenti di forte tensione sino a quando il presidente della giunta Scopelliti e quello del Consiglio Talarico hanno incontrato i sindacati ed alcuni lavoratori.
La decisione è stata di approvare nel corso della riunione odierna del consiglio regionale una norma transitoria che superi il vuoto legislativo derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale e dia continuità ai rapporti dei lavoratori: "Ma qualunque sia il risultato che si otterrà oggi non sarà quello per cui abbiamo lottato in tutti questi anni e speriamo non induca nessuno dei 5000 lavoratori a pensare "almeno non ci mandano a casa", non dobbiamo cadere  in questo becero inganno in cui la classe politica vuole condurci".
"Ora più che mai, dobbiamo avere la forza e il coraggio di lottare per la stabilizzazione e per ottenere ciò non basterà presidiare il Consiglio Regionale ma bisognerà volgere lo sguardo anche al Governo Centrale, non dobbiamo farci cogliere dalla disperazione e soprattutto non ci dobbiamo fare abbindolare da chi ci dice che più di questo non si poteva chiedere. Noi dobbiamo pretendere di più. E comunque molti sono ancora i punti oscuri di questa norma transitoria che speriamo quanto prima venga resa nota ufficialmente" dicono ancora.
Dalle prime "indiscrezioni" raccolte, i lavoratori temono che la norma transitoria sia esclusivamente un "tappabuchi" momentaneo: "Con in più la sorpresa che dei 31 milioni di euro previsti in bilancio, 10 sono scomparsi. Solo 21 milioni di euro quindi per i LSU-LPU e pseudo-proroga solo sino al 15 luglio. È per questo che non siamo affatto contenti e  quindi la lotta deve continuare senza farsi prendere in giro da "illusioni momentanee" e da parate politiche e sindacali fatte "ad arte" per quietare gli animi".
La lotta degli Lsu e degli Lpu, dunque, non arretra di un millimetro: "Noi vogliamo e pretendiamo una nuova legge regionale finalmente degna di questo nome (visto che i consulenti super pagati che dovrebbero scriverla non mancano) con relativa copertura finanziaria (i soldi ci sono, basta solo ridurre i tanti sprechi sotto gli occhi di tutti) e dopo 16 anni di precariato, dopo aver lavorato in nero per lo Stato senza nessuna forma previdenziale e senza alcuna regolarità nei pagamenti, la definitiva stabilizzazione lavorativa, a costo di spostarci tutti quanti in massa sotto i palazzi della politica romana".

Cinzia Musitano (Comune di Ardore)

Antonio Trifoli (Comune di Riace)

 


 
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Protestano centinaia di lsu-lpu. Tensione altissima e cori contro politici e sindacati

Post n°370 pubblicato il 18 Marzo 2013 da albathros70

 

In Consiglio esplode la rabbia dei precariA Palazzo Campanella protestano centinaia di lsu-lpu. Tensione altissima e cori contro politici e sindacati

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I lavoratori protestano davanti all'ingresso del consiglio regionale

Dura protesta in consiglio regionale. Centinaia di lavoratori lsu/lpu hanno dato vita a una manifestazione davanti a Palazzo Campanella per chiedere certezze sul loro futuro e il pagamento degli stipendi arretrati. Un sit-in contrassegnato soprattutto dalla rabbia di operatori che non ricevono retribuzioni dallo scorso mese di luglio. La protesta è stata condotta al grido di «vergogna, buffoni», indirizzato alla maggioranza di centrodestra ma anche alla triplice sindacale - Cgil, Cisl e Uil -, "colpevole" di aver escluso dalle trattative la sigla Usb, che rappresenta il maggior numero di lavoratori di pubblica utilità. La tensione è altissima e gli animatori della protesta non escludono azioni eclatanti pur di ottenere assicurazioni concrete da parte delle istituzioni. Finora, l'unica sicurezza è rappresentata da un "tesoretto" di 31 milioni, esaurito il quale la Regione non potrà più mantenere in servizio gli lsu/lpu. Una lettera del dipartimento Lavoro ha infatti comunicato alle amministrazioni comunali e provinciali (nelle quali prestano servizio i lavoratori precari) che non sussistono allo stato le condizioni giuridiche affinché la Regione possa liquidare a questi enti le risorse finanziarie stanziate nel bilancio regionale 2013 per i sussidi. 
Una decisione motivata con una recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge regionale che prevedeva la stabilizzazione dei precari. 
Il Consiglio, intanto, prende tempo e si appresta a varare una norma transitoria che dovrebbe consentire la proroga dei contratti fino al 31 dicembre 2013, anche se i fondi a disposizione probabilmente non consentiranno di tirare avanti oltre il 31 luglio. I sindacati chiedono a gran voce l'approvazione di una legge quadro che consenta di superare i rilievi della Consulta, in modo da permettere ai Comuni e agli altri enti di prorogare i contratti in essere.
A incarnare il malcontento dei lavoratori è Aurelio Monti, rappresentante regionale usb, che accusa Cgil, Cisl e Uil di «appoggiare tutti i pastrocchi» della politica e di aver estromesso dalle trattative il sindacato maggiormente rappresentativo delle istanze degli lsu/lpu. 
«Dopo 16 anni di precariato, dopo aver lavorato in nero per lo Stato, senza nessuna forma previdenziale e senza alcuna regolarità nei pagamenti, chiediamo la stabilizzazione dei nostri contratti», spiega un altro lavoratore assiepato davanti all'Astronave. La legge che dovrebbe consentire la proroga è invece etichettata da tutti come una semplice «norma tampone». Qui nessuno se la sente di considerarla un provvedimento davvero risolutivo. In tutto, sono quasi 5200 gli operatori di pubblica utilità che si ritrovano a fare i conti con una lunga serie di punti interrogativi sul loro futuro. 
E c'è anche chi si dice pronto a «presentare all'Unione europea una class action per richiedere i contributi che le istituzioni regionali non hanno mai versato». «Se non avremo risposte siamo decisi a bloccare la Calabria», dice un altro. Dentro il Palazzo, nel frattempo, si continuano a cercare soluzioni.

Pietro Bellantoni

 
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Siderno, sindaci della Locride a sostegno dei lavoratori Lsu/Lpu nella lotta per la definitiva stabilizzazione

Post n°369 pubblicato il 14 Marzo 2013 da albathros70

 

Siderno, sindaci della Locride a sostegno dei lavoratori Lsu/Lpu nella lotta per la definitiva stabilizzazione

 

 

(Ph. Enzo Lacopo)

di Francesca Cusumano

SIDERNO- E' stata una lunga assemblea quella ha visto impegnati ieri pomeriggio i sindaci della Locride.

Presente anche una buona fetta della cittadinanza, considerato lo spessore degli argomenti affrontati, tra i quali quello relativo la condizione di precarietà dei lavoratori Lsu-Lpu addetti alla Pubblica Amministrazione che, oltre a rivendicare la puntualità delle spettanti mensilità, continuano a lottare e ad esigere un piano di stabilizzazione che garantisca loro in egual misura diritti e doveri dei dipendenti effettivi. Ad aprire i lavori è stato il presidente dell'assemblea Giorgio Imperitura che, con il consenso unanime da parte dei primi cittadini, ha invertito l'ordine del giorno previsto, partendo proprio dalla delicata questione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, una risorsa secondo il sindaco di Martone preziosa per ciascuna amministrazione, senza di loro non si potrebbero erogare servizi alla collettività, il cui futuro si fa ancora più incerto dopo la sentenza della Corte Costituzionale n°18/2013, la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 55, comma 1 , della Legge  Regionale Calabria n° 47/2011, che, a sua volta  aveva prorogato il termine per la stabilizzazione dei lavoratori dal 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2014. Con una lettera datata 8 marzo 2013, il Dipartimento Bilancio, Settore Ragioneria Generale della Regione Calabria, ha comunicato di  aver restituito "non impegnata" la proposta di decreto di impegno fondi per sussidi e integrazioni Lsu/Lpu annualità 2013, per il pronunciamento della sentenza; perciò allo stato attuale, non sussistono le condizioni giuridiche affinchè la Regione Calabria possa liquidare agli Enti utilizzatori le risorse finanziarie stanziate nel Bilancio Regionale 2013 per i sussidi, le ore integrative e gli ANF (assegni al nucleo familiare) ai lavoratori Lsu/Lpu del cosiddetto bacino regionale per le proprie imputazioni. Ciònonostante, il Dipartimento Regionale sta provvedendo a redarre una norma transitoria da sottoporre all'esame e approvazione delle prossima seduta del Consiglio regionale del 25 marzo, per legittimare la continuazione dei rapporti di utilizzazione, eventualmente anche sotto altro titolo normativo e l'utilizzo delle risorse già stanziate nel Bilancio 2013 per gli Lsu/Lpu; inoltre, ha già provveduto a liquidare le spettanze residue dell'annualità 2012. Stefano Princi, segretario provinciale Uil Temp, ringraziando Imperitura e i sindaci per il loro sostegno, sottolineando una situazione divenuta insostenibile e che dura oramai da circa 15 anni, ha proposto loro con i contenuti dei principi della piattaforma nazionale, una piattaforma Lsu/Lpu, che prevede: inserimento dei Lsu/Lpu nelle dotazioni organiche dell'Ente utilizzatore, con la riserva dei posti da destinare al 100% dei profili A, B e la riserva del 30% per posti messi a concorso; anticipazione mensile, da parte dell'Ente utilizzatore, delle ore integrative regionali per il predetto personale e anticipazione del sussidio spettante ai lavoratori di pubblica utilità Lpu; integrazione oraria oltre le 30 ore già finanziate, fino al raggiungimento delle 36 ore settimanali di attività complessiva tutto l'anno a carico dell'Ente utilizzatore; riconoscimento dei profili per l'effettivo lavoro svolto, come previsto dal disciplinare regionale di utilizzo dei lavoratori Lsu/Lpu della Regione Calabria. Peccato che sul punto concernente l'anticipazione mensile per conto degli Enti, con l'impossibilità di disporre dei finanziamenti regionali, sarà estremamente difficile per i Comuni convenzionati con la Regione, fare affidamento alle proprie casse comunali, ma soprattutto ai propri bilanci, tenuto conto del periodo non propriamente idilliaco.   <>. Circa sei anni fa, anche  il Comitato per la difesa dei diritti  Lsu/Lpu della Locride, rappresentato da Antonio Trifoli e Cinzia Musitano, con una proposta che va a rispecchiare quanto delineato ieri pomeriggio, aveva ribadito che la cosa migliore, sarebbe stato un decreto ad hoc del Governo, per garantire la stabilizzazione dei lavoratori, stabilizzazione che in Sicilia a quanto pare si è concretizzata. L'idea di presentare un documento al Governo è stata approvata unanimemente nella seduta dei sindaci della Locride,  tant'è che gli stessi amministratori hanno deliberato l'istituzione di una commissione consiliare tra sindaci e sindacati, con il supporto anche della deputazione regionale. Intanto, il 18 marzo è in programma una mobilitazione di tutte le sigle sindacali, davanti alla sede del Consiglio Regionale.

 

 
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MERCOLEDI' 13 MARZO ALLE ORE 17,00 RIUNIONE DELLA ASSOCIAZIONE DEI COMUNI DELLA LOCRIDE

Post n°368 pubblicato il 12 Marzo 2013 da albathros70

Antonio TrifoliMERCOLEDI' 13 MARZO ALLE ORE 17,00 PRESSO LA SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI SIDERNO RIUNIONE DELLA ASSOCIAZIONE DEI COMUNI DELLA LOCRIDE CON ALL'ORDINE DEL GIORNO LE PROBLEMATICHE RELATIVE AI LSU-LPU.
Invito i colleghi dei comuni interessati a partecipare in massa!!!!!!!!
 
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Precari LsU-LpU Calabria. L'USB incontra l'assessore regionale Stillitani

Post n°367 pubblicato il 08 Marzo 2013 da albathros70

 

Precari LsU-LpU Calabria. L'USB incontra l'assessore regionale Stillitani

 

DOPO la reazione immediata della Federazione USB (nella foto, Aurelio Monte), alla notizia che la Suprema Corte aveva giudicato incostituzionali le norme che consentivano alle regioni di continuare a pagare i lavoratori precari LPU, è stato chiesto ed ottenuto un incontro immediato con l'Assessore regionale al lavoro Stillitani. L'incontro, tra l'Assessore e USB, svoltosi questa mattina a Catanzaro e terminato poco fa, ha registrato la dura posizione del Sindacato di Base, che ha manifestato la propria rabbia per una situazione che colpisce sempre i lavoratori più deboli. L'assessore nell'illustrare i particolari, ha messo a conoscenza USB del fatto che gli effetti di questa dichiarata incostituzionalità, ricadranno sia sui lavoratori Lpu, che sui lavoratori Lsu, anche se allo stato il blocco sembra riguardare solo i primi. L'assessore ha anche informato il sindacato che la Giunta ha intenzione di approntare in tempi rapidi una legge regionale per aggirare questo blocco. Inoltre, è stata data notizia che le competenze del 2012 saranno erogate a breve. USB, pur apprezzando questa iniziativa, ha evidenziato che, per quanto possano essere rapidi i tempi per realizzare e far approvare una legge regionale, non si può consentire che oltre 5.000 precari rimangano nel frattempo senza stipendi, con conseguenze facilmente immaginabili. E' necessaria, quindi, una fase intermedia, per la quale occorre da subito individuare gli strumenti per garantire la continuità dell'erogazione dei salari. L'assessore, concordando con questa necessità avanzata da USB e dichiarando che allo scopo è già stato attivato l'Ufficio legale regionale, ha chiesto a noi di fornire proposte concrete per superare con qualche escamotage tecnico la situazione attuale. USB, dando la propria disponibilità, ha dichiarato che interesserà anche la Federazione Nazionale per arrivare ad individuare possibili soluzioni. E' intenzione del sindacato, inoltre, ripresentare anche una bozza di proposta di legge, che era stata già stata elaborata alcuni anni fa dalla Federazione regionale USB Calabria, proposta all'assessore pro tempore, ma mai tenuta in considerazione. In tutti i casi, la vera soluzione, a parere dell'Unione Sindacale di Base, è la completa e definitiva stabilizzazione di tutti i lavoratori.

Lamezia Terme, 8 marzo 2013

Fonte: Federazione Regionale USB Calabria.

 
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PRECARI REGIONALI: USB LANCIA L’ALLARME

Post n°366 pubblicato il 05 Marzo 2013 da albathros70

PRECARI REGIONALI: USB LANCIA L'ALLARME

La sentenza della Corte Costuzionale ripropone drammaticamente il problema dei lavoratori precari Lsu-Lpu calabresi

 

La notizia della impugnazione, da parte della Corte Costituzionale, della legge che sta garantendo i pagamenti dei lavoratori Lsu-Lpu in Calabria, apre drammaticamente la questione occupazionale nella nostra regione e pone l'attenzione del problema su due livelli diversi:

  • il primo, il più urgente, è quello che la Regione Calabria sta già approntando assieme all'Avvocatura dello Stato e all'Ufficio legale regionale, per trovare una soluzione che permetta di superare il veto della Corte Costituzionale ed evitare che i lavoratori siano buttati in mezzo ad una strada, dopo aver assicurato per tanti anni (troppi) il funzionamento dei servizi comunali, continuando a rimanere precari (tra l'altro mettendo in gravissima difficoltà quegli stessi comuni che, con i vincoli del patto di stabilità, rischierebbero di non poter più garantire sevizi essenziali): la questione deve essere risolta in tempi rapidi e, nel frattempo, la regione deve garantire comunque l'erogazione dei salari ai lavoratori;
  • l'altro è quello per cui USB si sta battendo da anni, ed è la presa di coscienza da parte delle istituzioni regionali e nazionali, che solo la stabilizzazione porrà al sicuro i lavoratori precari della regione, dall'incubo di non poter più avere uno stipendio garantito.

Per questi motivi, la Federazione USB Calabria dichiara sin d'ora lo stato di agitazione del personale Lsu-Lpu della regione, con iniziative ancora allo studio, per difendere il diritto al lavoro di chi, sempre di più, viene considerato per la nostra regione un peso e non una risorsa.

                                         

 
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Lsu-LpU Calabria. "Basta con il lavoro nero di Stato". La proposta di Nidil Cgil.

Post n°365 pubblicato il 02 Marzo 2013 da albathros70

 

Lsu-LpU Calabria. "Basta con il lavoro nero di Stato". La proposta di Nidil Cgil.

PUBBLICHIAMO un documento sindacale della CGIL Calabria (Nidil) - nella parte, riferita alla vertenza del personale LSU-LPU - presentato a Lamezia Terme il 14 febbraio 2013 per l'iniziativa nazionale: 'Il Lavoro, le precarietà e gli strumenti'.


PER TROPPI ANNI si è discusso dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilita' in termini di "problematica" o peggio ancora di come risolvere il "problema". Sarebbe ora necessario invece guardare a questo Bacino, come ad una risorsa che è stata, volutamente e convenientemente, celata da amministrazioni ed enti pubblici locali, regionali e nazionali. Un insieme composito e sfaccettato di conoscenze, saperi, professionalità', maestranze, manodopera, sul quale ora bisogna investire, in termini di regolarizzazione, di valorizzazione e di riconversione. Noi riteniamo che lo Stato, coerentemente ai principi costituzionali di efficienza, efficacia ed economicità della Pubblica Ammnistrazione, ha il diritto-dovere di investire sui lavoratori socialmente utili ed i lavoratori di pubblica utilità che hanno maturato competenze e professionalità in oltre 15 anni di servizio svolto presso le Pubbliche Amministrazioni, dunque un capitale umano ormai strutturato che non può essere disperso e che non può continuare a rimanere sotto scacco. Uno Stato che lotta per l'emersione del lavoro nero non può utilizzare lavoratori a nero per 15 anni, nascondendosi dietro una legislazione controversa, poca chiara e ormai superata. Normati dal D.Lgs. 468/97 successivamente modificato dal D. Lgs. 81/2000 i lavori socialmente utili e di pubblica utilità inizialmente nascono come impiego in specifici progetti delle pubbliche amministrazioni ma, quasi da subito, rientrano nelle ordinarie attività dell'ente. Per la legge, il lavoratore socialmente utile è un soggetto che fornisce forza lavoro in favore di un Ente, ma non è un lavoratore. Egli non ha un contratto di lavoro e la normativa impone che non si instauri alcun rapporto di lavoro. La sua "assunzione" avveniva infatti attraverso il reclutamento dalle liste di lavoro dei disoccupati o dei lavoratori in mobilità. Ma il lavoro che fornisce all'ente a cui è "assegnato" non è diverso dalla prestazione che fornisce un qualunque altro lavoratore, così come identica è l'utilità che ne trae il datore di lavoro (pubblico). Come si vede una raffinata (si fa per dire) "finzione giuridica" a tutto vantaggio (sotto il profilo economico) dell'Ente utilizzatore. Negli anni i lavoratori hanno sopperito alle carenze d'organico nella realizzazione ed erogazione di attività e servizi, acquisendo competenze notevoli e realizzato servizi, oggi, ritenuti indispensabili dalle persone beneficiarie. Questo non lo afferma solo la CGIL, lo scrive la stessa Regione Calabria nei Piani di attuazione delle stabilizzazioni. Sonoinseriti da oltre 15 anni nell'organizzazione delle attività degli Enti con svariate mansioni di carattere manuale, tecnico, ma anche con ruoli ad alto contenuto professionale ed è per questo che essi non possono essere definiti assistiti, perché se di assistenzialismo si dovesse parlare, sarebbero i lavoratori che assistono  con lo Stato che ne trae beneficio. Negli anni il Bacino si è notevolmente ridotto attraverso diverse forme di fuoriuscita non ultime le stabilizzazioni del 2008-2009. Azioni indubbiamente importanti, ma che allo stesso tempo, hanno creato evidenti discriminazioni nella categoria, lasciando anche alla discrezionalità delle singole Amministrazioni lo strumento delle stabilizzazioni. Un lavoratore, ad esempio, che si è trovato in un Ente sopra i 5.000 abitanti o in un Ente che non ha voluto o potuto procedere a stabilizzare è stato fortemente penalizzato. Oggi, però, non vogliamo ripercorrere il passato, disaminando Leggi regionali e nazionali che prevedono, ormai, miseri contributi per le stabilizzazioni finanziati, tra l'altro, con bandi a scadenza emanati solo per due anni in 15 anni. Vogliamo prendere il timone ed essere positivi e propositivi. Siamo convinti che la legislazione vigente non sia più funzionale alla risoluzione della vertenza e che pertanto necessiti una normativa speciale che consenta la contrattualizzazione dei lavoratori (anche se al dire il vero essa sarebbe norma ordinaria  rispetto alla legislazione controversa delle leggi istitutive). Anche la giurisprudenza rispetto alle leggi di stabilizzazione del 2008 è orientata in questo senso (la Corte Costituzionale: "atteso che la scelta legislativa di privilegiare la stabilizzazione di lavoratori precari non è di per sé irragionevole, dato che essa è il frutto di una ponderazione fra molteplici interessi, aventi tutti rilevanza costituzionale, né è contraria ai principi di cui all'art. 97 Cost. ". Cfr. Corte Cost., 3 marzo 2006 n. 81, in Foro amm. CdS, 2006, 3, 723. Per TAR Puglia, Bari, sez. II, 28 maggio 2008 n. 1307). Bisogna partire dall'assunto che deve essere riconosciuto il rapporto di lavoro subordinato, di cui nessuno può negare l'esistenza, tantomeno due righe di una legge che sono delegittimate dai fatti.  L'art. 2094 del codice civile indica chiaramente gli elementi costitutivi essenziali del rapporto di lavoro subordinato.

Essi sono:
1) sottoposizione del lavoratore al potere di direzione del datore di lavoro;
2) continuità della prestazione;
3) collaborazione offerta all'impresa dietro versamento della retribuzione.

Nel caso degli lsu lpu calabresi sono presenti tutti questi elementi, soprattutto a partire dal 2006  da quando cioè la Regione corrisponde anche la retribuzione integrativa oraria calcolata in base al CCNL enti locali, al netto, ovviamente, dei  contributi previdenziali ed assistenziali, trattenuti ma non versati, ricordiamo infatti che la contribuzione, solo figurativa, é prerogativa dei soli lsu, gli lpu sono privi di alcuna copertura previdenziale.

Le azioni concrete che porterebbero alla soluzione definitiva si possono riassumere in questi termini:
- Considerando che il bacino al 15 giugno 2011 era formato da 5.251 unità, di cui 2.699 LSU, 2.226 LPU, 287 EX ART. 7, e da 39 lavoratori sospesi, oggi si stima in 5.200 unità. Di queste, circa 1.500 sono ultracinquantenni per i quali la contribuzione non risulta utile all'acquisizione del diritto pensionistico. Dunque si può pensare ad un migliore e diverso utilizzo di queste risorse e ad una forma contrattuale alternativa. In questo range sono presenti circa 500 ultrasessantenni per i quali si può pensare ad una forma di prepensionamento o di incentivi particolari.
- Fuoriuscita volontaria con un incentivo di € 40.000. Ipotizzando che per circa 700 unità l'incentivo sia appetibile, le risorse necessarie, una tantum, sarebbero pari a 28 milioni di euro, che già potrebbero essere presenti nei residui dei capitoli di bilancio della Regione Calabria, o reperiti attraverso i fondi europei destinati agli assi dell' inclusione sociale e dell' occupabilita'.
- Alla luce di quanto rappresentato il bacino si ridurrebbe a meno di  4.500 unità, per le quali il costo medio annuo di un contratto a tempo indeterminato e part time di 30 ore settimanali (che è lo stesso orario attuale) ammonta ad € 20.700,00, per un costo complessivo di 93 milioni di euro annui. Considerando che ad oggi per il pagamento dei sussidi lpu e delle ore integrative lsu lpu la Regione Calabria spende circa 40 milioni di euro e che lo Stato per i sussidi degli lsu spende 20 milioni di euro, per un importo complessivo di 60 milioni di euro, ne deriva che vanno reperiti   33 milioni di euro per regolarizzare i lavoratori e ripristinare la legalità per lo Stato. Va aggiunto, a  questo proposito, che lo Stato negli anni passati ha stanziato oltre 130 milioni per le stabilizzazioni lsu sia per la Regione Sicilia che per la Regione Campania. Noi riteniamo che la Calabria non può e non deve essere dimenticata ulteriormente.
- Per rendere più efficaci le azioni di stabilizzazione queste saranno rivolte, oltre che agli Enti utilizzatori anche a tutte le Amministrazioni pubbliche, anche in associazione tra di loro, e a tutte le Amministrazioni periferiche dei Ministeri.


OGGI più che mai, anche in fase di revisione della spesa pubblica, c'è bisogno di dare priorità al lavoro, e diciamocelo francamente nel Bilancio dello Stato ci sono spese che potrebbero essere tagliate, per finanziare politiche del lavoro. Spulciando il conto consuntivo dello Stato del 2011 in alcuni capitoli di spesa, pressochè inutili, dei vari Ministeri, i residui sono cospicui, dove le cifre che necessitano a questo scopo sono solo spiccioli. Per non parlare delle spese per gli armamenti, i cui importi potrebbero cambiare realmente le sorti del Paese, i costi della politica, i privilegi della casta, i compensi milionari degli alti funzionari dello Stato. E' necessaria una revisone analitica della spesa pubblica con relativa equa distribuzione delle risorse. Nidil CGIL Calabria ritiene che questa situazione non sia più tollerabile. Questi lavoratori hanno riposto nel nostro sindacato la loro fiducia e noi abbiamo rappresentato per loro un ancora di legalità e di tutela dei pochi diritti acquisiti in anni di lotta. Per  questo abbiamo il dovere di provare a portare a conclusione questa vertenza nel più breve tempo possibile.

Fonte: Nidil CGIL Calabria.

 

 

 
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euro 572,68 - nuovo importo del sussidio LSU-LPU per tutto l'anno 2013 -

Post n°364 pubblicato il 01 Febbraio 2013 da albathros70
Foto di quasifree

la Circolare INPS numero 14 del 30-01-2013 stabilisce il nuovo importo del sussidio LSU-LPU per tutto l'anno 2013 in euro 572,68

http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%2014%20del%2030-01-2013.htm

 
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Cari colleghi,
il 15 novembre, sembrerebbe, che il presidente Scopelliti, riceverà il sottosegretario al lavoro Bellotti per discutere  di noi, vi pregherei ora piu' che mai, di far sapere al Presidente, all'Assessore, al Ministro al Lavoro ed a tutto il suo staff (in particolare a Bellotti) per iscritto, cosa veramente vogliamo e cioè un programma di stabilizzazione serio, realizzabile e concreto, non perdiamoci in inutili e utopistiche  richieste, facciamo sentire la nostra PERSONALISSIMA opinione.
L'elemento determinante per il nostro futuro possiamo essere solo noi, la nostra presa di coscienza, la nostra determinazione, la nostra diplomazia ed il nostro dire e fare, non lasciate che siano, sempre, altri a fare o scrivere per voi.
Sono sicura che, saprete esprimere, quelli che sono i vostri  pensieri senza essere tacciati di presunzione, falsità ed ipocrisia.
Scrivete.
Far capire che siamo in tanti a seguire con il fiato sospeso ogni loro passo, potrebbe fargli capire  quanto ci teniamo ad un posto di lavoro e soprattutto quanto la nostra terra ha bisogno di dare lavoro ai suoi figli, scrivete, scrivete e scrivete.
 
Quanto meno provateci, non vi costa nulla.
 

Cinzia

 

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Noi siamo i DATORI di lavoro dei politici, votando scegliamo chi "ASSUMERE" per lavorare per NOI... questa è la DEMOCRAZIA!

http://www.facebook.com/home.php?#!/notes/cose-che-nessuno-ti-dira-di-nocensuracom/noi-siamo-i-datori-di-lavoro-dei-politici-votando-scegliamo-chi-assumere-per-lav/160389213998054

il giorno sabato 13  novembre 2010 alle ore 12.49 )

Invece siamo NOI che lavoriamo per i loro sprechi e privilegi... ci trattano come fossero loro i "datori di lavoro" e noi i dipendenti: oltretutto, come dipendenti che lavorano a nero e ben sfruttati... pensiamoci

 

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