q.b di Risate

Leggende in metropolitana 3° episodio


Buongiorno a tutti prosegue la mia raccolta di leggende che si sono succedute negli anni, ma prima permettemi di fare tante condoglianze a chi non ha senso dell'umorismo e un pizzico di autoironia, dev'essere difficile affrontare la vita così, pensare di essere perfetti e non riuscire a scherzare neanche sulle cose banali, scusate ma a volte si incontra gente simile.Oggi vi racconto una novella che è arrivata fino ai giorni nostri dagli antichi romani, pensate quanto è avanti parlava già di riciclaggio, questa è la storia di un certo Apollo, che aveva un figlio bravo a riutilizzare i materiali di scarto, con cui costruire oggetti per il proprio ludibrio.Il nome del bambino ambientalista e prodigio era Apelle, che un giorno stupì tutti con le sue capacità, si perché dopo una cena con spaghetti, pollo e insalatina, di materiale da riciclo ne rimaneva poco, se non appunto la pelle del pollo.Ebbene lui solo con quella pelle che era avanzata, costruì una palla di pollo ma talmente bella ed ecocompatibile che anche tutti i pesci del laghetto di fronte a dove abitava incuriositi vennero a galla, in primis il delfino perché sapete che è un animale molto incline alla curiosità, e poi di seguito tutti gli altri, le sardine non potevano crederci e si lasciarono scappare un commento: "ajo il ragazzino guarda cosa creato ti ha".Si dice che forse il nome Apelle derivi proprio da quella prodezza, come un nome d'arte, pare che il padre orgoglioso delle prodezze del figlio andasse in giro a decanterne le lodi: "mi fijo co apelle de pollo dovete vedè che combina, io la scarto e basta, lui ce gioca", Apelle era talmente ambientalista che anche a scuola si distingueva a furia di rimetterci: "ma come- gli diceva la maestra- hai scritto ai mangiato senza l'acca", e Apelle fiero di sé rispondeva: "e te credo con lacca aumentiamo il buco dell'orzoro". a domani se vi va, e si ci fossero errori grammaticali non voluti, massacratemi non sono perfetto.