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FACCIA DI CULO


Forse non sappiamo ancora tuttoforse siamo stati raggiratimessi in mano a un farabuttoche in giro ci ha pigliatiForse è un principe ricco e potenteforse è un semplice animo avidonon gli importa proprio nientema messo solo è piccolo e pavidoAgli arresti ora pare saziofino a che non paga dazioma che piaccia o non piacciapare un culo la sua facciaROMA - Viveva come un moderno faraone Sergio Billè, contornato da stucchi e quadri antichi, da busti in alabastro e specchiere del '700 . Nella sua magione romana in via dell'Ara Coeli, tra soffitti a cassettone e disimpegni affrescati, custodiva persino un «mobile del XVIII secolo dell'alto Veneto acquistato per 250 milioni di lire e sottoposto a tutela dal ministero dei Beni Culturali». Per soddisfare la sua passione per l'antiquariato non ha mai badato a spese, anche perché quelle spese erano a carico degli associati della Confcommercio. Come del resto l'affitto della casa: 110.000 euro pagati ogni anno nonostante avesse a disposizione un altro appartamento in via dell'Anima, a due passi da piazza Navona. Il trucco era quasi banale, i magistrati lo spiegano nell'ordinanza notificata due giorni fa. «Billè — scrivono — faceva versare i contributi dovuti dalle aziende su un conto bancario a lui intestato nella sua qualità di presidente e gestito fuori dal bilancio ufficiale. Successivamente trasferiva alla Confederazione solo una quota minima dei contributi pari a 3 milioni di euro ogni anno a fronte di finanziamenti per oltre 17 milioni di euro». Il calcolo è presto fatto: ogni dodici mesi Billè incassava almeno 14 milioni di euro. Oltre due giorni sono serviti ai finanzieri del Nucleo Valutario per compilare l'inventario dei «beni e degli arredi» da mettere sotto sequestro. Un elenco che occupa tredici pagine di verbale, roba da far invidia a una casa d'aste. Come Christie's o Finarte, di cui Billè era un cliente abituale.(da un articolo del Corriere di Fiorenza Sarzanini)