MilleDonne

legàmi


Era quasi un carnevale quando incontrai il tuo sorriso di timido tracciatore di mappe (ma non eri lì per quello)e seduti in quel bar ascoltasti l'accenno alla mia vita. Pagammo in due, ricordi? E' strano il modo in cui vanno certe cose, ma noi andammo; andammo per vie buie verso un parcheggio dimenticato chissà dove, alzando gli occhi ad ammirare soffitti illuminati e facciate di colonne scolpite. Fu lì che cominciammo ad amare? Forse si, perchè poi ci fu la voglia di rivedersi per una birra sull'erba che non vide mai il giorno, ma che si raccontò a pezzi e lacrime dopo un baccalà alla livornese, appoggiati ad una finta aiuola in un sottopassaggio rumoroso di vite che non ci riguardavano nè ci sfioravano. Eravamo nudi e scomodi di non essere soli, ma il sentimento cresceva e così la voglia di vedersi ancora. E quella volta la birra si bevve, a dispetto della cassiera proibizionista; si bevve in tre, a spasso come quando si faceva sega a scuola, te lo ricordi? in un pellegrinaggio di condivisione dei tuoi anni più felici. Potevo toccare il tuo cuore mentre indicavi la biblioteca, il tuo carretto preferito in San Lorenzo; potevo vedere la padrona di quella casa al terzo piano...o era il secondo?...dettagli, frammenti di felicità vestiti da turisti...e dopo la fiorentina, ancora la promessa di rivederci... E la scusa ci fu: un'ape gialla. Mai ape fu più grossa. Che balla! che tonta! Che corsa! E che bello riabbracciarti per quell'aperitivo a succhi di frutta e acqua nella piazza; con Pasquale attonito che ascoltava i nostri discorsi per lui senza senso. Poi, un'altra promessa: ci rivedremo. Questo legame ormai non si scioglie più, un patto di sangue invisibile. Fine anno. Paura di perderti. Che cazzo di scherzi da fare sotto le feste. Il golfo di notte, che non ho mai visto ma che è davanti ai miei occhi perchè lo vedevi te; e te, là, da solo...chissà se sentivi che c'ero anch'io... Poi una volta ancora: ma questa è diversa, siamo comodi, sul divano, tra amici, con le chiacchiere, il dolce, le risa, e a cena la parmigiana, e il vino; i tuoi occhi, il tuo sorriso, la foto, gli abbracci, il saluto...nell'attesa, e con la speranza, di un'altra opportunità... Ho imparato a conoscerti mio esorcista dilettante, mio giullare per forza; ormai non servono più, o non bastano, le battute per nasconderti a me, ti voglio bene anche se non mi fai ridere. "un amico è colui che sa tutto di te e ti vuole ancora bene"