Luce nelle Ombre

Post


In una lettera aperta a Kofi Annan, segretario generale dell’Onu e agli organismi difensori dei diritti umani per l’abolizione della pena di morte e la lapidazione, le donne condannate a morte chiedono aiuto.Signore e signori!Passiamo ogni istante e ogni giorno della nostra vitA nel terrore della forca dell’impiccagione accompagnata dalla fredda sudore causato lancio delle pietre contro le nostre teste. Ogni tanto vengono riesaminati i nostri casi e nuovamente riconfermate le condanne a morte o alla lapidazione. Siamo tutte vittime di una precaria situazione sociale. Noi stesse siamo vittime della povertà e della oppressione. Forse per voi la vita non è comprensibile in queste condizioni. Passiamo ogni istante della nostra vita in carcere sottoposte a questa tortura morale. È svuotata dalla vitalità tutta la nostra esistenza. Noi non vogliamo essere uccise. Non vogliamo essere distrutte sotto tali pressioni e convivere ogni istante con la depressione e la follia.Signore e signori!In Iran esiste una legge che si chiama la “ legge del Taglione” che consegna nelle mani dei familiari delle persone assassinate la vita e la morte delle persone condannate a morte. Alcune di queste persone è da anni che vivono nell’attesa del perdono e dell’amnistia dei familiare dei morti e con la prospettiva del cappio al collo. Vivere anni e anni nella incertezza e nel carcere e con la paura e il terrore dell’impiccagione non è la vita, è un incubo terribile.Chiediamo a tutti voi di aiutarci per salvarci da una situazione disumana e che sia abolita la condanna a morte e la lapidazione.Collaborate con noi per darci di nuovo la vita e la libertà!Le donne condannate a morte:Akram GhavidelAkhtar Mohammadi MonfaredTayebbe HojjatiAzam GHare ShiranShahla JahedKobra RahmanpourNazanin FatehiFatemeh Haghighat PajouhE da molto che non scrivo nulla su questo blog ma ho deciso di appoggiare le 8 donne condannate a morte pubblicando questa mail e chiedendo a tutti di fare altrettanto e di inviare mail di protesta contro questa decisione, perché parole come giustizia, liberta, uguaglianza non sia un eco nel vuoto ma una voce che infranga il muro della paura e delle ingiustizie.Una voce si perde nel silenzio del ignoranza ma cento voci posso svegliare chi non vuol vedere