silesia

L' esperienza dell' ascolto


 
 Una pelle ci separa dal mondo.Dentro di essa siamo rinchiusi e siamo soli.Allo stesso tempo siamo animali sociali e proprio dalla socialità dipende lanostra intera sopravvivenza. Fare l'esperienza dell' ascolto è un po' comeintrodurre una bilancia tra questi due aspetti. Non è certo mia l' idea cheil nostro tempo abbia atomizzato gli individui, rendendoci eccessivamenteripiegati su noi stessi con una sorta di marcata autorefenzialità. Con l' asse-fuazione a ritmi di vita che ci vedono alle prese con una generica fretta,essa è diventata condizione di normalità.Ascoltare significa uscire da sèin una direzione diversa dalla autorefenzialità. L' ascolto vuole apertura,unita ad una grande capacità all' attenzione autentica. Oggi non si ascoltapiù. Più non si ascolta e più il bisogno d' ascolto paradossalmente cresce.
Tutti noi vorremmo avere qualcuno che ci presti attenzione. E' qui che qual-cosa implode:se tutti abbiamo bisogno di qualcuno all' ascolto tutti dovrem-mo essere in grado di ascoltare. Ma non è così. Più facile osservare inveceun diffusissimo attengiamento di chiusura e ripiegamento su se stessi.Talvolta con un 'inqiuetante traduzione in un' ossessiva ripetività. Gliesiti a volte sono comici  : frequetando, in qualità di pendolare,stazionee banchine ferroviarie, mi ritrovo a ripercorrere quotidianamente glistessi tragitti, possibilmente adottando la stessa andatura di percorsoe avendo cura di non apportare alcuna modifica rispetto ai giorniprecedenti . Stesso marciapiede, stesso lato della strada e giurereicon sovrapposizione persino delle impronte. Arrivata a destinazioneguardandomi intorno, ritrovo gli stessi visi lasciati il giorno prima.Anche loro nelle medesime posizioni, possibilmente con le identicheposture o il medesimo tramezzino in mano. 
Identici gli argomenti,le parole utilizzate. Un orribile presepe insomma.E' un agire nevrotico, spesso contrabbandato con una idea di benesse-re, come la correlata illusione che stare costantemente con un cellu-lare in mano ci renda meno soli.Altre volte l' eccesso di attenzionerivolto verso il proprio interno ha conseguenze sgradevolmente penose:in coda,alla biglietteria, grandi lentezze e diffuso nervosismo.Due per-sone si trovano incanstrate nella reciproca incapicità d 'ascolto.Uno èl'addetto allo sprtello che dimenticando d' essere stipendiato ancheper offrire informazioni e cortesia è preso dalle sue personalissimeinsoddisfazioni. Continua a dare al suo interlocutore, straniero e conun italiano incerto risposte monosillabiche.Sgarbato e spazientito.L'altro,lo straniero in questione, preso dal panico e dal proprio angoscia-to disagio non fa nulla di utile per farsi capire meglio e sciogliersi cosìdal garbuglio.La premessa indinspesabile per un buon ascolto dell' altroè un buon ascolto di sé. E' importante perchè soltanto se comprendo seria-mente i miei movimenti interiori,i motivi per i quali provo preoccupazioneo disagio di fronte a questioni,(non importa se serie o semplici chesiano)sono in grado di non farmi agire da esse.
In altre parole di gestirle sottraendo così inutile zavorra alla mia capa-cità di attenzione rivolta verso "il modo di fuori". Un' altra considerazio-ne che parte dalla mia esperienza riguarda il lavoro. Generalmentequando gli altri colleghi la pensano in modo diverso dal mio, la cosami infastidisce.Ho sempre pensato che questa sensazione fosse legataalla questione di "avere ragione" dunque la difficoltà di riconoscere" di avere torto". Come se la questione fosse legata a un contare di piùquando si ha ragione e di meno quando no.La pratica dell' ascolto in-troduce una prospettiva completamente nuova:se non entro in un rap-porto d' ascolto con gli altri tenderò ad applicare inevitabilmentegiudizi perentori di appiattimento di ogni cosa, il pensiero deglialtri su un mio mondo.Ad un ascolto migliore di sè e degli altricorrisponde un modo più disteso e sereno di relazionarsi.In altre pa-role riuscirò ad offrire agli altri un ascolto non irrigidito dal proprio pregiu-dizio evita che si sclerotizzi, ostacolando la possibilità di cambiare.