"La criminalità organizzata è una presenza silenziosa e molto strategica, non si vede ma trama nell’ombra per cui questo è un problema che ci deve ispirare a non abbassare mai la guardia, a continuare a indagare in maniera molto intelligente". Queste le parole di Luciano Garofano, colonnello dei carabinieri e comandante del Ris di Parma, candidato al Parlamento europeo con il Movimento per l’Autonomia.
Si parla sempre molto della criminalità e questo argomento è divenuto da qualche hanno nel nostro Paese, uno dei temi principali nel discorso pubblico. Crimine, un termine che si dirama in vari settori: quello economico, cioè quei reati commessi nell’ambito lavorativo, ad esempio la corruzione, l’insider trading oppure il crimine predatorio come furti, rapine e i vari generi di mercati illegali.
La criminalità organizzata nelle vesti più famose come cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra e criminalità organizzata pugliese, continua a controllare il territorio, rappresentando una persistente minaccia economica e sociale, in particolare per quanto riguarda l’ingerenza negli appalti pubblici, nell’utilizzo dei fondi strutturali e nelle attività legali. Poi estorsioni, usura e riciclaggio: questi i reati tipici delle mafie che stringono la cintura di un corretto tessuto socio-economico.
Al centro della programma da sviluppare in Europa per Garofano risulta prioritario il tema della sicurezza, punto di forza del comandante del Ris. Garofano non si vuole solo occupare di un potenziamento delle forze armate, ma vorrebbe imporre standard di sicurezza più elevati anche nei cantieri di lavoro, in campo alimentare (a Parma è presente l’EFSA) e trovare soluzioni per limitare l’immigrazione, problema sul quale finalmente il governo ha preso una posizione”.
Sono ormai anni che a livello internazionale si studia il senso di insicurezza dei cittadini. Insicurezza che si manifesta sotto vari aspetti: uno sociale e più legato alla sfera morale e politica e, invece, quel senso di paura che gli individui trattengono a livello personale, intimo.
Per cercare di contrastare il problema sarà innanzitutto fondamentale “il controllo del territorio da parte delle forze di polizia presenti, pratica estremamente importante in quanto le aggregazioni simil – mafiose, ovviamente, cercano di intaccare anche il tessuto produttivo, che in Emilia Romagna è assai ghiotto per poter riciclare i soldi sporchi”.
La criminalità organizzata non si ferma certo alla frontiera ma crea una mutua collaborazione con i criminali stranieri, cosa che avviene in particolare con le associazioni criminali autoctone.
Nel rapporto del Ministero dell’Interno sulla criminalità si legge infatti che: “Le proiezioni operative nazionali dei sodalizi criminali siciliani si manifestano nell’area centro–nord e soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio, mentre, per quanto concerne i Paesi esteri, si estendono in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, i Paesi dell’Est Europa e del Nord America".
"Qui nasce la necessità di una collaborazione con gli altri paesi – sottolinea il candidato Garofano -, ovvero fra le forze di polizia di altri paesi perché si tratta di organizzazioni che hanno ramificazioni anche all’estero".
Prevenzione e contrasto: le due parole chiave per realizzare un sistema di sicurezza italiano grazie anche alla cooperazione delle forze di polizia internazionale attraverso la partecipazione degli organismi dell’Unione Europea, fori di cooperazione internazionale e relazioni bilaterali.
"Consiglio ai cittadini, conclude Garofano, di avere il coraggio di denunciare tali fenomeni, laddove ne abbiano il sentore, o riconoscano un investimento mafioso" . Le prime offerte possono essere allettanti per chi deve avviare delle attività. Ma proprio in queste situazioni bisogna avere l’equilibrio e la concentrazione per rifiutare e poi riferire immediatamente l’accaduto alle forze dell’ordine che sono le uniche , conoscendo anche la penetrazione dei fenomeni e i soggetti responsabili, a poter aiutare il cittadino a non rimanere vittima di un gioco assai perverso”.
Non dimentichiamoci che a Reggio Emilia, vi è una forte presenza di investimenti mafiosi che hanno contaminato l’economia della provincia emiliana e aumentato la tensione sociale.
Inviato da: serenamentepoi
il 19/07/2009 alle 16:21
Inviato da: mario11967
il 27/05/2009 alle 18:12
Inviato da: cinzy85
il 26/05/2009 alle 11:54