LUCIANO SPALLETTI

Dai "Sonetti" di Stefano asr69 ( il Romanista)


AUGURI  MISTER7 marzo 2008Luciano da Certaldo in Granducato,da tutti nominato Don Spalletti,che in Montespertoli ha il suolo nato,giunto qui a Roma in tempi assai sospetti,quando la squadra in acque perigliose,non ebbe a che trovar altri traghetti,chè non imbarcazioni dolorose,del postea Fabio tecnico friulano,foriere di naufragi e tristi spose,al punto che quel popolo romano,rischiò persino la serie cadetta.Per cui prender la schiera in stretta mano,per risalir la china in tutta fretta,non fu come curar un corpo sano.Ma come mago che gli occhi diletta,con giochi d’illusione e di prestigio,Luciano ogni prevision sovverte,e dedito al lavor e a questi ligio,tra raspa ed il sudore, sì solerte,di ogni giocator ne fa prodigio,mostrando gioco, ch’onora e diverte.Quand’arrivò esautorò il diciotto,talento vero, ma privo d’ingegno,e in men che non si dica, fu filotto,d’undici gare vinte, senza pegno.E il record fu proprio sull’aquilotto,di questa città eterna, ormai indegno.Nella stagione che seguì la prima,Spalletti non fe’ la rivoluzione,e con i suoi tentò scalar la cima,giungendo in seconda posizione,che vale già sol essa questa rima.Ma poi ci fu la gara di Lione,in cui mostrò al mondo a quel punto,maturità e spirito “normale”cui or ognun di noi può prender spunto,per cercar similmente o, pari uguale,di arrivar fin dove egli è giunto.E venne, poi, finanche la finaledi coppa con l’eterna antagonista,quell’inter sempre ricca e miliardaria,che l’allegra brigata romanista,in una gara vera e straordinaria,ammansì tosto e a cui diede pista,con sei suggelli di un’arte varia.E in estate fu, poi, Supercoppa,anche stavolta in loco meneghino,per cui vincerla stese una toppa,al foro di quel barbaro destino,che qui a Roma non riserva troppa,fortuna e trofei sul proprio cammino.E’ giunto ora alla stagione terza,e oggi che festeggia il compleannocon un traguardo che gli altri sferza,avendo vinto e fatto grosso danno,a chi in Europa normalmente scherza,e vince coppe, quante ce ne stanno.A te, Luciano, Roma or tributa,per il lavoro onesto e la coerenza,il titolo col quale ti salutain segno di piena riconoscenza,per questo popolo antico e fiero,le genti attuali e lor semenza,tu sia eterno e solo condottiero!