LUCIANO SPALLETTI

"Biografia e carriera" del Mister secondo Wikipedia


Nato a Certaldo (FI) il 7 marzo 1959, inizia con una discreta carriera da giocatore, curiosamente svolta interamente in compagini liguri e toscane in cui milita come centrocampista in serie minori e arriva al massimo in Serie C con Empoli e Spezia, squadra nella quale gioca dal 1985 al 1990 diventandone capitano ed uomo-simbolo. Chiude a 34 anni, nel torneo di Serie C1 1992-93 con la maglia dell'Empoli guidato allora da Francesco Guidolin. Appena chiusa la carriera di calciatore, Spalletti esordì nel 1993 come allenatore in Serie C1, sulla panchina dell'Empoli, subentrando a Luciano Donati a 6 giornate dalla fine del torneo, con la squadra sull'orlo della retrocessione. Tuttavia gli azzurri riuscirono a salvarsi ai play-out, dove superarono l'Alessandria. Seguì una stagione di transizione, nel 1994-95, nel corso della quale Spalletti trovò alle sue dipendenze un giovane centravanti, Vincenzo Montella, con cui già l'allenatore fiorentino aveva giocato nell'ultimo anno da calciatore. Montella lascerà l'Empoli al termine della stagione, e reincontrerà Spalletti nella Capitale. Dalla stagione 1995-96 iniziò un ciclo di grandi vittorie per l'Empoli di Spalletti, che vinse una Coppa Italia di Serie C ai danni del Monza, ma soprattutto ottenne la promozione in Serie B grazie alla doppia vittoria in entrambe le gare play-off contro il Como. Spalletti ed il suo Empoli riuscirono a risvegliare l'entusiasmo dei tifosi nella cittadina toscana, anche grazie all'ottimo rendimento della stagione 1996-97, in cui gli azzurri conquistarono la Serie A esprimendo un gioco spettacolare. Il doppio salto fu un premio per Spalletti e per il presidente toscano Corsi, che videro premiata la loro scelta di plasmare giocatori giovani, presto protagonisti in grandi club italiani come Montella, Birindelli, Tricarico e Di Natale. Pur senza un grosso budget e senza nomi altisonanti, l'Empoli seppe dimostrarsi all'altezza della Serie A e conquistò la salvezza con una giornata di anticipo nel campionato 1997-98. Seguirono successivamente le esperienze alla Sampdoria (1998, esonerato e successivamente richiamato), al Venezia (1999, dove venne esonerato), all'Udinese (2000) e all'Ancona (2001), dove sostituì Fabio Brini da Gennaio ed ottenne una insperata salvezza dopo un inizio non esaltante ed alcune scelte discutibili (l'esclusione dell'idolo della curva Pietro Parente dalla rosa fu quella più eclatante); ad Ancona è tuttora ricordato con grande stima ed affetto nonostante il breve periodo di militanza (6 mesi). Spalletti riapprodò alla guida di un'Udinese in piena crisi di gioco nel marzo 2002; chiamato a sostituire Luigi De Canio, l'allenatore fiorentino riuscì a traghettare la squadra verso la salvezza, conquistata alla penultima giornata. All'inizio della stagione 2002-03 Spalletti fece ritorno ad Udine, dove trovò una società organizzata e ambiziosa; per due volte, conquistando prestigiose posizioni di classifica, i bianconeri ottennero la partecipazione alla Coppa UEFA, esprimendo un gioco offensivo ed avvincente. Il sorprendente quarto posto ottenuto al termine della stagione 2004-05 valse la prima qualificazione alla Champions League della storia del club. Al termine di quello stesso campionato, Spalletti annunciò la sua intenzione di abbandonare l'Udinese, che lo rese dunque libero sul mercato. Ad Udine Spalletti lanciò calciatori di primo piano come Iaquinta, Muntari, Di Michele, Antonio Di Natale e Pizarro, che lo raggiunse in seguito alla Roma. Nell'estate dello stesso anno venne ingaggiato dalla Roma, allora in cerca di un allenatore che potesse risollevare le sorti della squadra, che l'anno prima aveva vissuto una stagione fallimentare. Se nelle prime giornate del campionato 2005-06 la Roma faticò, anche a causa di un blocco del mercato estivo imposto per le vicissitudini conseguite all'acquisto del difensore Mexes dall'Auxerre che impedì alla società di rinnovare al meglio la squadra. Da dicembre però, dopo la partenza di Antonio Cassano al Real Madrid, la squadra diede il via a un ciclo, che raggiunse il suo apice nella vittoria del derby contro la Lazio, di undici vittorie consecutive che riportarono in auge la squadra e che rappresentarono un nuovo record per la Serie A, Alla fine della stagione, la formazione dell'allenatore toscano chiuse al quinto posto; i declassamenti di Juventus, Milan e Fiorentina per le vicende del caso Calciopoli proiettarono però la Roma al secondo posto, che valsero a Spalletti la seconda qualificazione consecutiva da allenatore alla Champions League. La stagione successiva non comincia nei migliore dei modi: la squadra di Spalletti infatti esce sconfitta per 4-3 nella finale della Supercoppa Italiana contro l'Inter (pur conducendo alla fine del primo tempo per 3-1). All'inizio del campionato 2006/2007 Spalletti ripresenta lo stesso fortunato schema di gioco che l'aveva portato a battere il record di vittorie consecutive in campionato, confermando un gioco brillante che regalerà soddisfazioni importanti (due vittorie a San Siro nella stessa stagione contro Milan e Inter), ma che non le permetterà di andare oltre il secondo posto, dietro all'Inter. Lo stesso anno la Roma è impegnata anche nella UEFA Champions League; dopo il turno preliminare in cui si qualifica seconda (alle spalle del Valencia e davanti a Olympiakos e Shakhtar Donetsk) affronta i favoriti alla vittoria finale del Lione, contro cui pareggiano in casa per 0-0 e vincono 2-0 in trasferta. Nei quarti di finale quindi la Roma affronta il Manchester United, e, pur avendo riportato una vittoria per 2-1 nella partita d'andata, la squadra capitolina crolla in trasferta perdendo clamorosamente per 7-1, venendo così eliminata. Sempre nello stesso anno, la Roma vince la Coppa Italia contro l'Inter (andata a Roma vinta con un clamoroso 6-2, ritorno a Milano perso 2-1) dopo aver eliminato la Triestina, il Parma e il Milan. Si tratta del primo, prestigioso trofeo per l'allenatore di Certaldo. Il 19 agosto 2007 Spalletti conquista con la Roma la sua prima Supercoppa italiana, la seconda della storia del club capitolino. La squadra giallorossa si impone a San Siro per 1-0 con gol di De Rossi su calcio di rigore.