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ABE, IL NUOVO PRIMO MINISTRO GIAPPONESE VUOLE STAMPARE SOLDI PER TUTTO IL MONDODI AMBROSE EVANS-PRITCHARD "Pensiamo che questo potrebbe essere l'inizio di un nuovo ciclo di reflazione per il sistema globale, che combinandosi con la ripresa degli Stati Uniti segnerà un punto di svolta nella crisi", ha detto Simon Derrick della BNY Mellon. "È estremamente importante per la crescita mondiale, e i mercati stanno cominciando a prenderne atto", ha detto Lars Christensen della Danske Bank. Abe del Partito Liberal Democratico (LDP) ha conseguito una vittoria schiacciante domenica scorsa, assicurandosi i due terzi - una "super-maggioranza" - nella Dieta e, con i suoi alleati, potrà imporsi su qualsiasi veto del Senato. Forte di un mandato prorompente, Abe ha detto di voler "stabilire un accordo politico" con la Banca del Giappone per darsi come obiettivo una inflazione forzata al 2%, rinforzata da un "illimitato" stimolo monetario. "È molto raro che la politica monetaria sia al centro delle elezioni. Abbiamo fatto una campagna sulla necessità di battere la deflazione, e la nostra tesi ha ottenuto un forte consenso. Spero che la Banca del Giappone accetti i risultati e prenda una decisione appropriata", ha detto. La minaccia nelle sue parole non deve essere interpretata. Ha già minacciato di cambiare la legge che disciplina la Banca del Giappone, se si rifiutasse di conformarsi. "Si sta prendendo la strada per un attacco a tutto campo contro la deflazione", ha dichiarato Jesper Koll, il Direttore azionario della JP Morgan in Giappone. Abe ha intenzione di dare forma a un consiglio economico a "punta di lancia", un cambiamento nella strategia fiscale e monetaria, sbriciolando l'indipendenza della Banca Centrale. Lo yen si è deprezzato bruscamente a Y 84.48 nei confronti del dollaro lunedì scorso, la quotazione più debole da quasi due anni, perché gli operatori scommettono che il LDP questa volta sarà capace di piegare la Banca del Giappone alla sua volontà. Lo yen si è indebolito del 5% nell'ultimo mese, contribuendo a far rialzare l'indice Nikkei del 10%. La borsa di Tokyo è ancora giù del 75% rispetto al picco del 1989. I prezzi dei terreni sono diminuiti di due terzi. Il LDP prevede quello che alcuni hanno definito un "fondo di guerra valutaria" per indebolire lo yen con un blitz di acquisti di obbligazioni estere, copiando il successo ottenuto dalla Svizzera nel proteggere il franco. L'effetto dell’ acquisto di un numero illimitato di titoli da parte della Svizzera è stato quello di finanziare la maggior parte del deficit di bilancio della zona euro negli ultimi anni, stampando denaro fresco. Se il Giappone cercherà di ripetere la stessa operazione - con un'economia di gran lunga più grande – ci provocherebbe una raffica di Quantitative Easing (2) per il mondo. La disgrazia del Giappone come paese creditore con tre miliardi di dollari di patrimonio netto all'estero è che i flussi di denaro da paradisi sicuri provocano un rafforzamento dello yen durante una crisi, costringendo la politica ad adottare scelte finanziarie "pro-cicliche" quando non sarebbero opportune, come fu per il disastro nucleare di Fukushima e per la saga del debito sovrano in Europa. L'effetto di uno yen forte ha soffocato gli esportatori giapponesi, portando ad uno "svuotamento" la manifattura nazionale che ha chiuso ed ha portato gli impianti aziendali all'estero. Le importazioni di combustibile hanno sostituito la chiusura delle centrali nucleari ed hanno dato un’altra scossa all’aumento delle importazioni. L'effetto combinato di questi due fattori ha fatto evaporare del tutto lo storico surplus commerciale del paese e non è stato aiutato negli ultimi mesi dal boicottaggio parziale dei prodotti giapponesi in Cina dopo la il questione dell’isola Diayou-Senkaku. L'onere di aver uno yen troppo forte è finalmente diventato troppo pesante da portare. Opinione maturata dopo aver perso veramente tanto denaro. Anche se il Giappone è intrappolato in una deflazione cronica, si tratta di uno stabile - quasi confortevole - equilibrio. Il valore "reale" del risparmio è in aumento, in netto contrasto con l'Occidente. Stephen Jen, della S L J Macro Partner, ha detto che la Banca del Giappone ha ragione a preoccuparsi per un ritorno dell'inflazione che potrebbe scatenare un picco del costo del debito e una fuga dai titoli di Stato giapponesi (JGB). "Ogni significativo sell-off dei titoli JGB potrebbe innescare un serio problema nel sistema bancario giapponese. I titoli del JGB giapponese posseduti dalle banche ammontano al 900% del loro patrimonio di base". Meglio affidarsi al diavolo che conosci. Il Professor Richard Werner dell'Università di Southampton, autore di Princes of the Yen, ha detto che la Banca del Giappone è responsabile per non aver permesso al paese di scrollarsi di dosso la sua crisi finanziaria nei primi anni 1990 e per i successivi due decenni perduti in una crisi permanente. Ha accusato la banca di essersi sempre trascinata in tutte le fasi decisionali e di aver costretto i governi a fare affidamento su enormi disavanzi pubblici. Questo mix che lega perdite fiscali e monetarie ha spinto il debito pubblico al 240% del PIL. Per il paese sarebbe stato meglio se la banca avesse immediatamente bloccato l’offerta di denaro con dei prestiti pluriennali. "Ci sono voluti 20 anni e la Fed-Ben-Bernanke per vedere come si fa." "Il nuovo Primo Ministror Abe ha le idee giuste, ma la Banca del Giappone sa come contrastarlo. Dopo aver visto la rigidità con cui si muove il Giappone da oltre 20 anni - spesso nella direzione sbagliata - voglio vedere i dettagli prima di essere sicuro che stia accadendo qualcosa di veramente grande" ha detto il Professor Richard Werner. |
Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
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il 29/03/2020 alle 14:46
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il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05