(ASCA) - Roma, 5 gen - Giovedi' nero per l'euro e i mercati finanziari del vecchio continente. I primi due giorni dell'anno avevano illuso ma le tensioni sono riesplose e l'Europa e' tornata nella tempesta. Sui mercati azionari Milano e Madrid le piazze piu' colpite per effetto del crollo dei titoli bancari. In Italia e' l'aumento di capitale Unicredit a far precipitare i corsi azionari mentre a Madrid sono state le parole del nuovo ministro delle finanze a provocare un mezzo terremoto, indicando che gli istituti di credito iberici necessitano di capitali per 50 miliardi di euro. Oltre alle borse ne fanno le spese l'euro e i titoli di Stato. Gli spread tra il Btp e il Bund tedesco sono tornati sopra quota 520 punti e anche il differenziale della Spagna di e' dilatato superando quota 370. Ad alimentare le preoccupazioni degli investitori anche le notizie provenienti dalla Francia. Parigi ha collocato titoli a lunga scadenza per una mmontare che ha sfiorato gli 8 miliardi di euro ma il risultato non e' stato esaltante. La domanda e' stata 1,6 volte l'ammontare offerto e i rendimenti hanno registrato un lieve rialzo rispetto al precedente collocamento con l'effetto di mettere un po' di pressione sullo spread che e' salito a 150 punti. Se l'Eurozona resta l'epicentro della crisi, a complicare il quadro c'e' il dossier Ungheria con il paese che si avvicina percicolosamente al crac. Il fiorino precipita ai minimi sull'euro e l'asta di titoli di Stato e' stata un flop con il rendimento schizzato a quasi l'11%. L'Ungheria e' nel mirino degli investitori dopo che il governo ha approvato una legge di riforma costituzionale che metterebbe a rischio l'indipendenza della Banca centrale provocando l'immediato stop delle trattative da parte di Unione Europea e Fmi per un piano di aiuti a Budapest. Il governo ungherese preme per un accordo in tempi strettissimi con il Fondo Monetario Internazionale. I negoziati con Fmi e Ue stavno valutando la concessione a Budapest di una linea di credito di 15-20 miliardi di euro per fronteggiare la fase di emergenza finanziaria del paese. Un'altra tegola comunque sull'Eurozona con l'euro a farne le spese. La moneta europea ha rotto gli argini e contro il dollaro e' scesa sotto quota 1,28 toccando il nuovo minimo da 18 mesi mentre il cambio con lo yen e' scivolato ai minimi dal dicembre del 2000. L'euro soffre per le difficolta' dei paesi periferici e per la situazione delle banche anche se il Fondo europeo salva Stati ha collocato con un buon risultato titoli per 3 miliardi di euro nell'ambito dei programmi di aiuto a Irlanda e Portogallo. I mercati temono anche il deterioramento della situazione in Francia. Sembra ormai scontata la perdita della tripla da parte di S&P anche se ancora non ci sono indicazioni ufficiali. La freddezza degli investitori all'asta di titoli francesi e' legata all'incertezza sul rating di Parigi ma l'effetto e' quello di aggravare lo stato di salute dell'euro e le prospettive di uscita dalla crisi.
Giovedi' Nero Per L'euro Mentre L'ungheria Rischia Il Crac
(ASCA) - Roma, 5 gen - Giovedi' nero per l'euro e i mercati finanziari del vecchio continente. I primi due giorni dell'anno avevano illuso ma le tensioni sono riesplose e l'Europa e' tornata nella tempesta. Sui mercati azionari Milano e Madrid le piazze piu' colpite per effetto del crollo dei titoli bancari. In Italia e' l'aumento di capitale Unicredit a far precipitare i corsi azionari mentre a Madrid sono state le parole del nuovo ministro delle finanze a provocare un mezzo terremoto, indicando che gli istituti di credito iberici necessitano di capitali per 50 miliardi di euro. Oltre alle borse ne fanno le spese l'euro e i titoli di Stato. Gli spread tra il Btp e il Bund tedesco sono tornati sopra quota 520 punti e anche il differenziale della Spagna di e' dilatato superando quota 370. Ad alimentare le preoccupazioni degli investitori anche le notizie provenienti dalla Francia. Parigi ha collocato titoli a lunga scadenza per una mmontare che ha sfiorato gli 8 miliardi di euro ma il risultato non e' stato esaltante. La domanda e' stata 1,6 volte l'ammontare offerto e i rendimenti hanno registrato un lieve rialzo rispetto al precedente collocamento con l'effetto di mettere un po' di pressione sullo spread che e' salito a 150 punti. Se l'Eurozona resta l'epicentro della crisi, a complicare il quadro c'e' il dossier Ungheria con il paese che si avvicina percicolosamente al crac. Il fiorino precipita ai minimi sull'euro e l'asta di titoli di Stato e' stata un flop con il rendimento schizzato a quasi l'11%. L'Ungheria e' nel mirino degli investitori dopo che il governo ha approvato una legge di riforma costituzionale che metterebbe a rischio l'indipendenza della Banca centrale provocando l'immediato stop delle trattative da parte di Unione Europea e Fmi per un piano di aiuti a Budapest. Il governo ungherese preme per un accordo in tempi strettissimi con il Fondo Monetario Internazionale. I negoziati con Fmi e Ue stavno valutando la concessione a Budapest di una linea di credito di 15-20 miliardi di euro per fronteggiare la fase di emergenza finanziaria del paese. Un'altra tegola comunque sull'Eurozona con l'euro a farne le spese. La moneta europea ha rotto gli argini e contro il dollaro e' scesa sotto quota 1,28 toccando il nuovo minimo da 18 mesi mentre il cambio con lo yen e' scivolato ai minimi dal dicembre del 2000. L'euro soffre per le difficolta' dei paesi periferici e per la situazione delle banche anche se il Fondo europeo salva Stati ha collocato con un buon risultato titoli per 3 miliardi di euro nell'ambito dei programmi di aiuto a Irlanda e Portogallo. I mercati temono anche il deterioramento della situazione in Francia. Sembra ormai scontata la perdita della tripla da parte di S&P anche se ancora non ci sono indicazioni ufficiali. La freddezza degli investitori all'asta di titoli francesi e' legata all'incertezza sul rating di Parigi ma l'effetto e' quello di aggravare lo stato di salute dell'euro e le prospettive di uscita dalla crisi.