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Cominciamo a licenziare Veltroni !


Quando Walter Veltroni diventò consigliere comunale a Roma con il Pci (ma senza mai essere stato comunista, ha spiegato trenta anni e parecchie poltrone dopo) il giro d’Italia lo vinse Felice Gimondi e ai poliziotti vennero sostituiti i moschetti con le moderne pistole. Era il 1976. I miei genitori avevano da poco abbandonato le scuole medie per iscriversi al Liceo.Venne eletto deputato nel 1987, sempre nel Pci (probabilmente eletto a sua insaputa, o da clandestino: non è mai stato comunista, disse venti anni e parecchie poltrone dopo), ricordo che proprio quell’anno varcai la soglia dell’asilo comunale. In tv facevano Kimba, il leone bianco. Platoon vinceva il premio Oscar. C’era ancora l’Unione Sovietica. Poi diventò direttore dell’Unità nel 1992, da giornalista pubblicista. Nel mondo reale, quello che probabilmente non conosce, i giornalisti pubblicisti guadagnano, se va bene, 6 euro al pezzo. Lo so per esperienza personale, tra le altre cose. Poi è stato vicepremier, nel 1996. Poi trasformò il Pds in Ds. Poi diventò sindaco di Roma. Poi trasformò i Ds in Pd. Poi perse le elezioni contro Berlusconi, riuscendo a non nominarlo per un’intera campagna elettorale. Grazie a delle intuizioni geniali consegnò Roma ad Alemanno e fece sparire la sinistra dal parlamento. In compenso fece eleggere gente tipo Calearo nel Pd. I “comunisti” no, Calearo sì. Sentirlo ancora oggi discettare su articolo 18 e modernità, adesso, fa un po’ impressione. Sinceramente, se proprio vuol regalarci qualche novità, vada in pensione. O si licenzi, la sostanza non cambia. Con i contributi versati dalla Camera e dal fu partito comunista, problemi economici non dovrebbe averne.Matteo Pucciarelli(20-02-2012)