MMT propone soluzioni tecniche tali per cui le singole nazioni, ovvero i governi, ovvero le società, possano tornare ad avere un ampio raggio di azione per intervenire sui problemi economico-sociali della popolazione. E' evidente che una teoria economica non può decidere in che direzione uno Stato debba investire i propri soldi: sarà il governo di quello Stato a stabilirlo. La teoria MMT, e su questo i relatori di Rimini sono stati chiarissimi, conduce a una considerazione fondamentale: non esistono limiti finanziari alla capacità di spesa dello Stato, ma solo vincoli "materiali", ovvero risorse energetiche, capacità creativa e intellettuale umana, tecnologia disponibile. Con questi fattori, e solo questi, uno Stato che abbia una moneta sovrana deve fare i conti. Dopodiché, con lo strumento "politica monetaria" tornato in mano al governo grazie alla sovranità monetaria, si può liberamente scegliere se perseguire un capitalismo distruttivo o definire un nuovo modello di "crescita", ma questa è una scelta politica, che resta in ultima analisi in mano al governo e, dunque, alle persone. In altre parole, si vuole riportare il timone lontano dall'economia del parassitismo finanziario che ci sta portando alla catastrofe, verso un'economia di "produzione" di beni reali, che non devono essere necessariamente automobili, ma anche e soprattutto servizi sociali, università, centri di ricerca, energie rinnovabili, chi più ne ha più ne metta. Tutto ciò è al contrario impossibile con i vincoli attuali dell'euro: fiscal compact e MES porteranno una riduzione immensa della spesa pubblica , con conseguente vortice di deflazione, disoccupazione, recessione e in ultimo depressione. Per questo c'è bisogno di riappropriarsi degli strumenti economici tipici di uno Stato (politica economica in primis, attraverso il ritorno a una moneta sovrana). Tra l'altro i relatori MMT non hanno caldeggiato a spada tratta il default italiano o l'uscita dall'euro: hanno ben più chiaramente indicato quelle che, allo stato attuale, potrebbero essere le vie d'uscita: - una più indolore, ovvero la ristrutturazione della BCE con funzioni di vera banca centrale, il che richiederebbe un processo di unificazione politica europea e democratizzazione delle istituzioni di governo - un'altra più dolorosa nell'immediato, ovvero l'uscita dall'euro con o senza default (questa sarebbe nuovamente una scelta politica) Possiamo discutere di quale sia la più facile - o meno difficile - da realizzare. La terza opzione sarebbe quella di lasciare tutto così com'è, lanciandosi verso un processo di impoverimento continuo che aprirebbe scenari impensabili, anche a livello di stabilità sociale e internazionale. Le scelte vanno sempre soppesate rispetto alle alternative. Al momento, la peggiore è lasciare tutto così com'è.A corredo di quanto detto, non è tanto importante promuovere l'MMT piuttosto che un'altra teoria. Quello che conta è recepire i concetti chiave del funzionamento di un'economia, per scardinare il dogma da cui siamo bersagliati ogni giorno, e che ci vuole spingere ad accettare politiche di generale impoverimento e progressiva distruzione di un welfare pubblico e universale, a vantaggio di interessi privati, con il ricatto del debito pubblico.dal commento di lpv su http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9944
M.M.T. - Modern Monetary Theory in pillole
MMT propone soluzioni tecniche tali per cui le singole nazioni, ovvero i governi, ovvero le società, possano tornare ad avere un ampio raggio di azione per intervenire sui problemi economico-sociali della popolazione. E' evidente che una teoria economica non può decidere in che direzione uno Stato debba investire i propri soldi: sarà il governo di quello Stato a stabilirlo. La teoria MMT, e su questo i relatori di Rimini sono stati chiarissimi, conduce a una considerazione fondamentale: non esistono limiti finanziari alla capacità di spesa dello Stato, ma solo vincoli "materiali", ovvero risorse energetiche, capacità creativa e intellettuale umana, tecnologia disponibile. Con questi fattori, e solo questi, uno Stato che abbia una moneta sovrana deve fare i conti. Dopodiché, con lo strumento "politica monetaria" tornato in mano al governo grazie alla sovranità monetaria, si può liberamente scegliere se perseguire un capitalismo distruttivo o definire un nuovo modello di "crescita", ma questa è una scelta politica, che resta in ultima analisi in mano al governo e, dunque, alle persone. In altre parole, si vuole riportare il timone lontano dall'economia del parassitismo finanziario che ci sta portando alla catastrofe, verso un'economia di "produzione" di beni reali, che non devono essere necessariamente automobili, ma anche e soprattutto servizi sociali, università, centri di ricerca, energie rinnovabili, chi più ne ha più ne metta. Tutto ciò è al contrario impossibile con i vincoli attuali dell'euro: fiscal compact e MES porteranno una riduzione immensa della spesa pubblica , con conseguente vortice di deflazione, disoccupazione, recessione e in ultimo depressione. Per questo c'è bisogno di riappropriarsi degli strumenti economici tipici di uno Stato (politica economica in primis, attraverso il ritorno a una moneta sovrana). Tra l'altro i relatori MMT non hanno caldeggiato a spada tratta il default italiano o l'uscita dall'euro: hanno ben più chiaramente indicato quelle che, allo stato attuale, potrebbero essere le vie d'uscita: - una più indolore, ovvero la ristrutturazione della BCE con funzioni di vera banca centrale, il che richiederebbe un processo di unificazione politica europea e democratizzazione delle istituzioni di governo - un'altra più dolorosa nell'immediato, ovvero l'uscita dall'euro con o senza default (questa sarebbe nuovamente una scelta politica) Possiamo discutere di quale sia la più facile - o meno difficile - da realizzare. La terza opzione sarebbe quella di lasciare tutto così com'è, lanciandosi verso un processo di impoverimento continuo che aprirebbe scenari impensabili, anche a livello di stabilità sociale e internazionale. Le scelte vanno sempre soppesate rispetto alle alternative. Al momento, la peggiore è lasciare tutto così com'è.A corredo di quanto detto, non è tanto importante promuovere l'MMT piuttosto che un'altra teoria. Quello che conta è recepire i concetti chiave del funzionamento di un'economia, per scardinare il dogma da cui siamo bersagliati ogni giorno, e che ci vuole spingere ad accettare politiche di generale impoverimento e progressiva distruzione di un welfare pubblico e universale, a vantaggio di interessi privati, con il ricatto del debito pubblico.dal commento di lpv su http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9944