Si può ridurre il debito pubblico (o meglio il rapporto debito/PIL) aumentando la spesa pubblica, finanziata con le tasse? Sì, si può.E’ scritto su tutti i libri di testo di economia: a causa del moltiplicatore keynesiano, l’effetto depressivo dovuto all’aumento delle tasse è minore dell’effetto espansivo dovuto alla spesa pubblica. Pertanto è possibile, anche mantenendo il pareggio di bilancio, aumentare il prodotto interno lordo e così ridurre il rapporto debito/PIL. Gli economisti Nicoletta Batini, Giovanni Callegari e Giovanni Melina hanno confermato empiricamente la differenza tra il moltiplicatore della spesa e quello delle tasse in un working paper del Fondo Monetario Internazionale di alcuni mesi addietro, del quale abbiamo già parlato.Gustavo Piga, sul suo blog, mostra ora il risultato di una simulazione condotta dai tre ricercatori. Il primo grafico rappresenta l’andamento del debito pubblico con diversi livelli di manovra espansiva (0,5% – 1% – 3% e 5% del PIL) in una situazione non recessiva. I numeri sull’asse delle ascisse rappresentano i trimestri.
BISOGNA FARE IL CONTRARIO di QUANTO PREDICATO da MONTI e GIANNINO
Si può ridurre il debito pubblico (o meglio il rapporto debito/PIL) aumentando la spesa pubblica, finanziata con le tasse? Sì, si può.E’ scritto su tutti i libri di testo di economia: a causa del moltiplicatore keynesiano, l’effetto depressivo dovuto all’aumento delle tasse è minore dell’effetto espansivo dovuto alla spesa pubblica. Pertanto è possibile, anche mantenendo il pareggio di bilancio, aumentare il prodotto interno lordo e così ridurre il rapporto debito/PIL. Gli economisti Nicoletta Batini, Giovanni Callegari e Giovanni Melina hanno confermato empiricamente la differenza tra il moltiplicatore della spesa e quello delle tasse in un working paper del Fondo Monetario Internazionale di alcuni mesi addietro, del quale abbiamo già parlato.Gustavo Piga, sul suo blog, mostra ora il risultato di una simulazione condotta dai tre ricercatori. Il primo grafico rappresenta l’andamento del debito pubblico con diversi livelli di manovra espansiva (0,5% – 1% – 3% e 5% del PIL) in una situazione non recessiva. I numeri sull’asse delle ascisse rappresentano i trimestri.