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Cambio Euro/Dollaro a 1.36: attenzione a 1.40!


Se state pensando di fare acquisti online e pagarli in Dollari, oggi potrebbe essere una giornata particolarmente favorevole, visto che al cambio, 1 Euro vale all’incirca 1.36 dollari. A dircelo è appunto il cambio Euro/Dollaro, uno dei più gettonati sul Forex, ovvero il mercato internazionale delle valute.Oggi, un dollaro vale più o meno 0.74 centesimi dei nostri Euro e ieri, proprio in concomitanza con il discorso del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sul mercato valutario è partito un intenso acquisto di valuta europea (con la conseguente vendita di dollaro).Il grafico dell’Euro/Dollaro mostra infatti questo movimento al rialzo del prezzo dell’Euro nel primo pomeriggio di ieri, esattamente durante la conferenza stampa di Draghi. Ma cos’ha detto Draghi di così stravolgente da innescare una reazione di questo tipo? A dire la verità, il merito (o la colpa, in base alla prospettiva) di questa situazione va diviso tra Europa, Banca Centrale Europea, Stati Uniti e Federal Reserve.Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa sia successo tenendo presente che se in Europa l’economia rimane ancora schiacciata dal peso della crisi, gli Stati Uniti sono in shutdown e, oltre tutto, si avvicina la data del possibile raggiungimento della soglia limite sul deficit. Nei prossimi giorni, Repubblicani e Democratici dovranno trovare il modo di accordarsi per evitare che l’economia più grande del mondo sia costretta a dichiarare default tecnico.Ma oltre agli elementi puramente economici, a dominare le dinamiche sul cambio Euro/Dollaro sono anche (e soprattutto) le banche centrali.Federal Reserve e tapering del Quantitative EasingDal 2008 la banca federale statunitense attua una misura pensata per contrastare la crisi e definita Quantitative Easing (detto anche alleggerimento quantitativo). In breve, la Federal Reserve immette liquidità nel sistema economico mediante operazioni finanziarie di acquisto titoli. Dall’estate del 2012 questi acquisti (in titoli di Stato e titoli MBS) ammontano ad un totale di 85 miliardi di dollari al mese; la banca ha dichiarato la sua disponibilità ad incentivare la ripresa economica sino a quando i fondamentali (specie i dati sul mercato del lavoro) non puntino ad una ripresa sostenuta e sostenibile.Tuttavia, dal mese di maggio un nuovo termine inglese è entrato a far parte del nostro linguaggio più o meno corrente: tapering, che significa "assottigliamento". Dai vertici della banca statunitense si è iniziato a parlare della volontà/possibilità di ridurre il piano Quantitative Easing. In breve tempo, il tapering è diventato uno dei temi centrali nelle dinamiche che orientano il movimento del cambio Euro/Dollaro.Se, infatti, la banca centrale anticipa la possibilità di ridurre il proprio supporto all’economia e al sistema, gli investitori sono naturalmente portati a vendere la valuta statunitense (comprandone automaticamente un’altra, nel nostro caso l’euro).Il tapering alla fine non è stato annunciato per vie formali, ma continua ad aleggiare sui mercati come una possibilità che prima o poi si concretizzerà e, in questo senso, funziona come incentivo alla vendita (svalutazione) del Dollaro.Banca Centrale Europea: tassi al minimo e LTRO pronte al lancioL’incremento del tasso di cambio tra Euro e Dollaro è stato più evidente che mai nella giornata di ieri, quando il presidente della Banca Centrale Europea ha discusso i temi della politica monetaria, durante la conferenza stampa.In sostanza e per quello che ci interessa qui, il discorso di Draghi può essere sintetizzato in due punti: Il costo del denaro rimarrà basso (il tasso di rifinanziamento della BCE è al minimo storico dello 0.5%) e la politica monetaria sarà accomodante per un lungo periodo ancora. La BCE è pronta a sostenere l’economia dell’Eurozona anche con l’introduzione di un nuovo piano LTRO (Long-Term Refinancing Operations), ovvero un piano di rifinanziamento agevolato per le banche.Ed è proprio questo secondo punto, il fatto che la BCE sia dichiaratamente disponibile ad intervenire sull’economia, a rappresentare un incentivo all’acquisto di Euro.Euro/Dollaro: attenzione a 1.40È in questi termini, dunque, che si può spiegare il più recente aumento di valore dell’Euro rispetto al Dollaro. Se da una parte, infatti, la Federal Reserve "minaccia" la possibilità di ridurre il proprio aiuto all’economia, la BCE si dichiara pronta ad intervenire.Anche se a prima può sembrare positivo il fatto di avere una moneta che "vale di più" bisogna notare come una valuta troppo forte diventi sfavorevole al settore delle esportazioni. Si considera infatti che il tasso di cambio dell’Euro/Dollaro a 1.40 possa diventare problematico per il settore delle esportazioni anche della stessa Germania, motore europeo generatore di surplus. Attenzione, dunque, i campanelli d’allarme stanno per suonare!da Forexinfo