Sul Telegraph A. E. Pritchard sostiene che i molti che già danzano sulla tomba dell’Abenomics stanno cantando vittoria troppo in fretta. La caduta del Pil nel terzo trimestre è solo un incidente di percorso e non incide sulla sostanza dell’Abenomics, che sta portando il paese fuori dalla trappola della deflazione verso una crescita economica che non si vedeva dagli anni ’80. di Ambrose Evans-Pritchard, 17 Novembre 2014L’Abenomics è viva e vegeta. La caduta del Giappone nella sua quarta recessione dal 2008 è una brutta sorpresa per il premier Shinzo Abe, ma non ci dice quasi nulla sulla vera sostanza del suo blitz di reflazione.Il mini-crollo è dovuto principalmente ad uno shock fiscale una tantum nel mese di aprile. Abe ha sfidato gli avvertimenti da parte dei critici keynesiani e incautamente si è attenuto ai piani elaborati dal precedente governo di aumentare l’imposta sui consumi dal 5pc all’ 8pc.L’essenza dell’Abenomics è la reflazione monetaria a oltranza per risollevare il paese dalla deflazione dopo due decenni perduti. Lo scopo non dichiarato di questa “prima freccia” è di abbassare i tassi di interesse reali e aumentare la crescita del PIL nominale al 5pc, ritenuto il minimo necessario per impedire alla traiettoria del debito giapponese di andare fuori controllo.Si tratta di una formidabile sfida e alla fine potrebbe anche fallire. Il debito pubblico è già al 245pc del PIL. Il servizio del debito ammonta al 43pc delle entrate fiscali. La popolazione dovrebbe scendere da 127 milioni a 87milioni nel 2060. Data questa grave situazione, l’inerzia dell’era pre-Abe era imperdonabile.Takuji Aida di Societe Generale ha detto che l’aumento delle imposte è stato un “diversivo inutile rispetto agli obiettivi di rilancio del signor Abe”, ma non avrà un effetto duraturo.La contrazione del PIL giapponese dello 0.4pc nel terzo trimestre – a seguito di un declino dell’ 1.8pc nel secondo trimestre – è certamente imbarazzante dal punto di vista delle pubbliche relazioni, ma meno terribile di quanto non sembri.Se corretto per gli effetti di calendario, il Pil è cresciuto dello 0.2pc. Gli ordini dei macchinari sono aumentati per il quarto mese di settembre al 2.9pc. Le vendite al dettaglio sono salite al 2.3pc. Fleming Nielsen di Danske Bank dice che questo inverno l’economia giapponese crescerà di nuovo ad un tasso del 3pc.
L’Abenomics è viva e vegeta
Sul Telegraph A. E. Pritchard sostiene che i molti che già danzano sulla tomba dell’Abenomics stanno cantando vittoria troppo in fretta. La caduta del Pil nel terzo trimestre è solo un incidente di percorso e non incide sulla sostanza dell’Abenomics, che sta portando il paese fuori dalla trappola della deflazione verso una crescita economica che non si vedeva dagli anni ’80. di Ambrose Evans-Pritchard, 17 Novembre 2014L’Abenomics è viva e vegeta. La caduta del Giappone nella sua quarta recessione dal 2008 è una brutta sorpresa per il premier Shinzo Abe, ma non ci dice quasi nulla sulla vera sostanza del suo blitz di reflazione.Il mini-crollo è dovuto principalmente ad uno shock fiscale una tantum nel mese di aprile. Abe ha sfidato gli avvertimenti da parte dei critici keynesiani e incautamente si è attenuto ai piani elaborati dal precedente governo di aumentare l’imposta sui consumi dal 5pc all’ 8pc.L’essenza dell’Abenomics è la reflazione monetaria a oltranza per risollevare il paese dalla deflazione dopo due decenni perduti. Lo scopo non dichiarato di questa “prima freccia” è di abbassare i tassi di interesse reali e aumentare la crescita del PIL nominale al 5pc, ritenuto il minimo necessario per impedire alla traiettoria del debito giapponese di andare fuori controllo.Si tratta di una formidabile sfida e alla fine potrebbe anche fallire. Il debito pubblico è già al 245pc del PIL. Il servizio del debito ammonta al 43pc delle entrate fiscali. La popolazione dovrebbe scendere da 127 milioni a 87milioni nel 2060. Data questa grave situazione, l’inerzia dell’era pre-Abe era imperdonabile.Takuji Aida di Societe Generale ha detto che l’aumento delle imposte è stato un “diversivo inutile rispetto agli obiettivi di rilancio del signor Abe”, ma non avrà un effetto duraturo.La contrazione del PIL giapponese dello 0.4pc nel terzo trimestre – a seguito di un declino dell’ 1.8pc nel secondo trimestre – è certamente imbarazzante dal punto di vista delle pubbliche relazioni, ma meno terribile di quanto non sembri.Se corretto per gli effetti di calendario, il Pil è cresciuto dello 0.2pc. Gli ordini dei macchinari sono aumentati per il quarto mese di settembre al 2.9pc. Le vendite al dettaglio sono salite al 2.3pc. Fleming Nielsen di Danske Bank dice che questo inverno l’economia giapponese crescerà di nuovo ad un tasso del 3pc.