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Janet Yellen view


Come da pronostico ieri sera la Fed ha deciso di alzare i tassi di 25 punti base, un anno dopo dal precedente storico rialzo e per la seconda volta nell’ultimo decennio. Cosa aspettarsi adesso?Dal discorso di Janet Yellen emergono due elementi chiave: da una parte la totale assenza di riferimenti alla situazione economica globale e il fatto che nelle proiezioni economiche per l’anno prossimo non si tiene conto dell’implementazione del piano economico promesso in campagna elettorale da Donald Trump. Per l’anno prossimo sono previsti, al momento, tre rialzi dei tassi e il governatore ha sottolineato come successivi interventi saranno graduali.Nonostante le premesse, gli indici azionari hanno avuto la prima vera correzione dopo l’inizio del rally seguito alle elezioni di Trump. Il Dow Jones è arrivato a soli 35 punti dalla fatidica soglia dei 20000 punti per poi chiudere poco sotto la soglia di 19800 punti.Si tratta di una correzione di breve periodo e l’appuntamento con i 20000 punti è solo rimandato, considerando anche le buone previsioni economiche per il 2017 dispensate dalla Fed. Ma cosa accadrà nel momento in cui Donald Trump realizzerà il suo programma economico imperniato su una combinazione di minori tasse e maggior spesa pubblica? Nel breve un mix di politica economica di questo tipo comporterà maggior crescita economica e maggior inflazione, cosa che potrebbe spingere la Banca centrale americana ad accelerare la stretta monetaria con effetti negativi sui corsi azionari.Nel frattempo sulle valute si sta sempre più consolidando il movimento rialzista del dollaro che ha raggiunto un minimo di 1.0395 contro euro, livello che non veniva toccato dal lontano 2002.Ancora più forte il movimento sul mercato obbligazionario, dove il future sul T-bond ha visto una forte discesa, con i rendimenti saliti al 2.54%, il massimo dal 2014. Ricordiamo come il prezzo di questi strumenti sia inversamente correlato all’andamento dei tassi e di conseguenza un aumento del costo del denaro da parte della Fed ha un impatto negativo. A pesare sono anche le rinnovate aspettative inflazionistiche e l’attesa di deficit di bilancio più ampi nel prossimo anno.Da monitorare attentamente è la situazione sui mercati in via di sviluppo, come dimostra il movimento ribassista sull’indice cinese, che sembra aver accusato il colpo. Ricordiamo come all’inizio dell’anno dopo l’aumento dei tassi del dicembre 2015 il movimento ribassista fu piuttosto violento anche a causa delle difficoltà delle autorità politiche monetarie cinesi a gestire la propria valuta.A questo punto l’effetto domino sembra innescato e vedremo quali saranno le mosse degli altri banchieri centrali. Il ritorno alla normalità da parte della Fed implica importanti conseguenze sui mercati di cui i movimenti di ieri sera altro non sono che un semplice antipasto a quanto vedremo nel corso del 2017.A cura di Giorgio Benetti, Analista di CMC Markets da http://news.itforum.it/